TJODALV – il Signore dei Ghiacci – III^ parte
Scritto da : Melian McMeow in data : 21/04/2005 19:16:19

ADULAIN anno 269

Erano anni difficili: molte erano le calamità naturali che stavano sconvolgendo la vita di Ardania. In questo clima di confusione, ove sembrava stessero vertendo le civiltà tutte della Terra, una mattina nelle isole del Nord, ancora avvolte dalla fitta nebbia del mattino confusa con le prime luci dell’alba, il Vargos Maudit e la giovane mezz’elfa Scarlet si trovavano a perlustrare i mari limitrofi a Helcaraxe. Quello che videro gelò loro il sangue: alberi animati e piante demoniache che si avvinghiavano tra loro emettendo un terrificante rumore, un suono cupo e oscuro. Da valoroso nordico qual’era Maudit si avvicinò, insieme a Scarlet, con la sua barca all’isola per accertarsi della situazione. I due corsero alla città di Helcaraxe dove, nella piazza, incontrarono Jaden, Grande Druida dei Ghiacci.



Presto le svelarono quello che avevano appena visto. Jaden allarmata avvertì subito l’Ordine Druidico che si mobilitò per scoprire cosa stava accadendo alle Terre Ghiacciate.

La sera del 14 Adulain dell’anno 269, i Druidi Dagon, Taurnill, Irouel e Zephiro si diedero appuntamento nell’isola incantata di Paranor, arrivarono in fretta alla piazza di Helcaraxe dove, insieme con il Popolo nordico e la Grande Druida dei Ghiacci, presero il largo a bordo di una nave della città.



La situazione sull’isola degenerava sempre più. Scesero sulla terraferma, e subito furono attaccati dalle orribili creature demoniache che si erano impossessate di quella landa ghiacciata. I guerrieri si batterono con valore, così come i Druidi, gli arcieri, e tutti i coraggiosi uomini presenti all’offensiva.
Quando sembrava che la battaglia si fosse conclusa, dall’ombra della fitta vegetazione spuntò un albero, un albero maestoso che avvicinatosi ai combattenti, li attaccò, senza pietà alcuna, neppure verso i Druidi. Il demone appariva come un immenso albero dalle fronde ghiacciate, bianco come la neve su cui poggiava le radici. L’antica corteccia nascondeva uno strano cristallo, una gemma incastonata nel tronco.
I Nordici si lanciarono contro l’albero, in difesa della propria terra. I druidi anche si batterono con grande coraggio per liberare l’isola.



La battaglia volgeva verso la fine, grazie al grande legame con la terra dei Druidi, e alle eroiche gesta del Popolo del Nord. La corteccia, prima ghiacciata e invulnerabile dell’albero, era stata profondamente scalfita dalle possenti armi nordiche e dalla innumerevoli preghiere druidiche, e ora sembrava avere un colore più naturale agli occhi dei combattenti. Il Demone aveva perso il suo aspetto ghiacciato e terrificante, ora somigliava solo a un povero vecchio e malandato albero, sfinito dallo scontro. Ormai vicino alla morte, interruppe la sua offensiva e iniziò a parlare.



Autunno, questo era il suo nome, confidò di esser stato vittima di un arcano demone che si era impossessato di lui. Raccontò la sua storia, quando per liberare il Popolo Elfico dal Demone Tjodalv sacrificò se stesso e dovette scappare, non riuscendo a sopportare l’immenso dolore che tormentava il suo cuore, la sua mente, e infine la sua anima. Ora era libero, libero da quella terribile creatura e dal dolore. Era vecchio e saggio Autunno, ed era dunque cosciente che la sua vita secolare ormai era giunta alla fine. Ricordò come si era imbattuto nella losca figura di Tjodalv: stava andando verso Tiond, verso il bosco più antico e fitto del Doriath, accompagnato dalla giovane druida Melian, per affondare le sue radici nella terra Elfica e lasciar trascorrere così gli ultimi anni della sua esistenza. Cercò il volto dell’elfa tra quelli dei Druidi presenti, ma Melian non era con loro. Diede dunque al Druido Zephiro il compito di seppellire le sue radici nelle profondità del Bosco di Tiond, cosicché il suo ultimo desiderio fosse in parte soddisfatto. L’isola era stata salvata, le creature demoniache erano state sterminate, ma una nota dolente rimaneva nei cuori dei Druidi. Sul fusto ormai senza vita di Autunno venne rinvenuto uno strano cristallo, incastonato nella la corteccia dell’albero, che la Grande Druida Jaden consegnò a Gilbert, il saggio Gerofante dell’Ordine Druidico.

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