Rito di Equinozio - 22 Solfeggiante a. 269
Scritto da : Melian McMeow in data : 25/09/2005 16:06:01


Il 22 Nuir, come era descritto nel sacro e antico libro da poco rinvenuto, finalmente era arrivato.
Il Sommo Gerofante aveva indetto una spettacolare cerimonia cui parteciparono tutte le razze e i Popoli di Ardania, indistintamente uniti per pregare la Grande Madre.

In cielo splendevano le prime stelle della sera, una leggera brezza soffiava nella foresta elfica, spostando le fronde degli alberi al passaggio dei Druidi.
Tutte le genti di Ardania stavano convergendo verso il Circolo Druidico del Doriath Inferiore.
C’erano rappresentanti di tutte le città, elfiche ed umane. Nessuna notizia, invece, dal Popolo Djaredin…

I Druidi avevano preparato con dedizione ogni singolo particolare.
L’accoglienza degli ospiti fu gestita con grande maturità da Rosie ed Elessar, i quali donarono ai convenuti i sacri frutti della Madre e le lanterne assemblate in argento.

Successivamente Abis, Grande Druido della Splendente Ondolinde, prese la parola con voce stentorea, ma nel contempo usualmente distaccata:

" Prima che il rito abbia il suo inizio voglio ricordare che questo è un rito sacro nel quale si stabilisce una tregua sacra tra tutti i popoli chiunque infrangerà questa sacra regola, e confido che ciò non accadrà, sarà severamente punito dall'Ordine Druidico."

Detto ciò si ritirò silenziosamente.



Gilbert Mallorn, il Sommo Gerofante, colui che, in Ardania tutta, sapeva meglio interpretare il volere della Madre e che indicava come meglio posare, passo dopo passo, il piede lungo il sentiero della Saggezza, con andatura leggera, ma decisa e sguardo quieto e sereno, si scostò dagli altri fratelli.
Passeggiava tranquillo, i suoi piedi nudi erano carezzati dall'erba, il bastone si poggiava deciso sulla terra mentre le sue parole risuonavano con semplicità:

"Sono lieto e gioioso. La Vostra presenza qui mi onora, che siate i benvenuti.
Fratelli io mi auguro di cuore che questa sera qui, in presenza nostra, verranno lasciati da parte i problemi che intercorrono tra gruppi cittadini. Invito inoltre voi tutti, nei confronti nostri e della Madre che tanto onoriamo e predichiamo, di levare elmi e calzature.
Siamo qui riuniti stasera poiché il nostro Ordine è venuto a conoscenza dell’esistenza di un tomo vergato a suo tempo da un nostro avo, confratello e Gerofante.
La ricerca di tale tomo è stata lunga e tortuosa. Siam giunti fino a Tremec ove abbiamo incontrato un anziano, scaltro e saggio, che ci ha reso partecipi di un segreto, o ancor meglio, di una usanza... un Rito".



Lasciò sul verde prato un vecchio tomo, logorato dagli anni, ma ancora rilucente di un arcano e mistico splendore.

"Ebbene questo è ciò di cui vi ho parlato. Il suo contenuto è rimasto oscuro in Ardania, per secoli e secoli. E' con il cuore colmo di gioia ed emozione che vi annuncio che sono qui con voi... voi tutti, per celebrare un rito dimenticato ma assai importante".

Con queste ultime e decise parole invitò Melian e Abis ad iniziare il Rito.
I due Fratelli raccolsero l’antico libro da terra e a turno lessero le preghiere contenute tra le fragili pagine ingiallite dal passare dei secoli.
La dolce voce di Melian avvolse tutti come in un caldo abbraccio.



Abis scandì il tempo con i suoni delle antiche parole.
Un’enorme forza evocativa si sprigionava dalla voce dei due Druidi.
L’aria sembrò scaldarsi, le stelle aumentarono il loro bagliore, mentre la rossa luna stava nascendo dal mare.
Il contatto dei Druidi con la Grande Madre era palpabile anche per gli ospiti.

Lentamente tutti gli animali di Ardania si avvicinarono ai presenti, per inneggiare anch’essi alla potenza e alla volontà della Madre Terra.
Elementari di luce illuminavano i volti degli ospiti sgomenti, mentre l’ancestrale preghiera di Passaggio si avviava alla conclusione.
Abis pronunciò le ultime parole del Rito e chiese ai presenti di spegnere le candele, oramai inutili grazie all’evocazione.



Melian si rivolse ai sui Fratelli, chiamando a sé le druide Rosie e LothLaurelin e invitandole a pronunciarsi anche loro in favore della Madre per favorire il loro contributo al rito.
Rosie si fece avanti per prima, e con passo deciso affrontò il pubblico pronunciando sagge parole…

” Attingiamo la nostra forza dalle grandi querce delle foreste.
Come esse traggono il nutrimento dal terreno e dalla piogge che a loro volta lo nutrono, cosi anche anche noi ricaviamo coraggio dall'ordine delle cose.
La luce è un riflesso che riluce nella rugiada, nelle stelle e nei nostri cuori.
Nei nostri cuori ci mostra il cammino, cosi come stasera la luce ci mostra quale percorso dobbiamo seguire. Se uno di noi si perderà, fratello o sorella, come luce ci guiderà.
Siamo tutti come pozze di uno stesso ruscello e come tali ci ricongiungeremo, poiché ognuno di noi è parte pulsante della rugiada che unita conforma la foresta."



Educatamente Rosie, si fece indietro per far spazio alla sorella LothLaurelin.
L’elfa, da poco entrata nel Sacro Ordine, dimostrò la forza del suo legame con la Terra quando recitò il suo contributo al Rito di Passaggio…
Le sue parole ebbero una tal concentrazione ed energia che tutto ciò che era natura e ci circondava comincio a pulsare a ritmo con le sue parole. Al suo terminare, non una foglia si muoveva più, non un lupo più ululava.



Successivamente, il canto di Inge, Legato Imperiale e Cantastorie di Amon, ridestò gli animi inneggiando e coinvolgendo i presenti nel seguire le sue rime.
Si sedette su di un sasso e sulle note dell’arpa iniziò a cantare…

Dia Duit Druido!

Tu che la lunga veste porti
Nel color del verde muschio
Ti aggiri silenzioso

Tu che cammini scalzo
Posi tuoi timorosi piedi
Sull'erba e sulle pietre

Tu che tocchi la terra,
guardi il cielo, ascolti il vento
e con la foresta ti fondi

Tu che la natura proteggi
Dall'albero, alla foglia
Dal drago, alla formica

Tu che in questo giorno di equinozio
Hai riunito popoli e razze
Uomini potenti e uomini di strada

Tu che in questo lungo giorno
Ci lasci unire alla tua preghiera
Finché le stelle brillano nel cielo

Tu Druido che conosci sagge parole
La Grande Madre Terra Per noi devi ringraziare

Successivamente chiese a tutti i presenti sia essi umani che elfi di ripetere con lei le ultime frasi…

Tocchiamo la terra,
guardiamo il cielo
ascoltiamo il vento

Slàn Duit Druido!

I presenti urlavano in coro le ultime battute recitate da Inge, e un’unica voce si levò dal Doriath: la voce unisona di tutti Popoli di Ardania che risuonava nelle magiche foreste elfiche rievocando antichi tempi di pace.



Infine fu Gilbert a prendere di nuovo la parola e a ringraziare Inge per lo splendido canto.

Il Sommo Maestro, Guida dell’Ordine Druidico, piantò in terra la sua pesante staffa e chinò lo sguardo a terra, in meditazione.
Quando alzò gli occhi non ci fu bisogno di parole. La forza evocativa del Rito era al suo apice, i Druidi pronunciarono un’antica preghiera, in coro…



Il risultato dell’evocazione fu sbalorditivo.
Tra i Druidi e gli altri presenti apparve un enorme drago antico.
La pelle, nera come una notte senza luna né stelle, era corazzata da enormi aculei. Zanne acuminate e spaventosi artigli taglienti come rasoi si dimenavano nella folla atterrita.

I Druidi rimasero fermi, osservando con stupore le fattezze della temibili quanto affascinante creatura che avevano richiamato.



Gilbert si fece avanti, tendendo un braccio verso il Drago attirò la sua attenzione.
Quando il Drago dispiegò le immense e oscure ali e iniziò a parlare lo stupore si dipinse sul volto degli ospiti.

I Druidi sono avvezzi a parlare i Draghi, lo stesso rispetto per la Grande Madre consente loro di comunicare. Tuttavia quella volta il Drago stava parlando, e tutti erano in grado di ascoltarlo…



L’antica Creatura volle spiegazioni sul perché di una tale adunata, incredulo che tutta quella gente fosse lì per celebrare il proprio amore per la Natura.
Il Gerofante espose le ragioni del Rito con calma e pazienza, mostrò al Drago i suoi Druidi e spiegò il senso del Rispetto, dell’Amore e dell’Equilibrio, promettendo e offrendosi garante della continuità di questi tre capisaldi della Via Druidica.
La risposta del Drago suonò come un’intimidazione a orecchie poco sagge.

“Godrete dell’amore della Grande Madre a patto che continuiate nutrire rispetto per Lei”.



Con questo epilogo, e dopo l’assicurazione del Saggio Gilbert, l’arcano animale salutò Elfi, Mezz’elfi e Uomini e si dileguò in alto nel cielo.
Spiccò il volo sorretto dalle possenti ali nere, e si lasciò trasportare via dai venti mentre tutti a terra, con occhi ancora pieni di stupore, cercavano di scorgere il riflesso delle stelle sul suo oscuro manto…



Il Rito era compiuto.
La Cerimonia poteva definirsi conclusa.
Tutti i convenuti rientrarono nei loro ruoli, indossando nuovamente elmi stivali e armi. Tutti ringraziarono i Figli della Grande Madre per l’evento cui avevano potuto partecipare salutandoli con i loro idioma di commiato: “Slan Duit”!


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