Anno 268.Primi giorni di Dodecabrullo a Helcaraxe
Scritto da : Aki Bjorneson in data : 20/12/2004 21:43:18

I. Il torneo dei Minatori

7 Dodecabrullo

"Oggi esse giorno de gara di piccone".. la voce si spargeva veloce per le vie di Helcaraxe. In molti coglievano lo stratagemma dello Jarl per raccogliere in fretta e bene le risorse necessarie alla città, ma tutto passava in secondo piano: prima veniva la ricerca del miglior piccone da utilizzare per la serata, o la scelta delle pozioni da prendere per alleviare la fatica.
Per tutto il pomeriggio in molti si erano ritirati nella Cattedrale di Aengus per esprimere con rozze ma fiere parole le proprie preghiere affinché il Dio Fabbro indicasse loro i migliori posti per raccogliere minerali.
Come Aengus ebbe deciso di far finire il giorno, in molti si ritrovarono nella piazza di Helcaraxe con i loro picconi già in mano e gli animali da soma al seguito. Un breve e conciso appello di Karas ("In riga, branco di trichechi!"), pose ordine nelle file dei Nordici. Le semplici regole: un giro di clessidra (per contare quelle che gli uomini del sud chiamano "ore") a disposizione per estrarre dal ventre di Ardania tutto il materiale possibile: alla fine del tempo il miglior minatore avrebbe ricevuto dalle mani dello Jarl il "Soffio di Aengus": un piccone di bianco adamantio che la leggenda voleva essere stato forgiato dallo stesso Dio Fabbro.


Con la fatica del lavoro fisico l'ora di tempo passò in fretta, dando modo a ciascuno di esprimere le proprie capacità di Minatori, secondo il volere degli Dei.
Sfortuna volle che ad aiutare lo Jarl nella conta dei materiali estratti vi fossero i due fratelli Blackwolf che, come è noto tra i ghiacci, sanno contare solo le mazzate da dare ai Troll.
Tuttavia Aengus operò un parziale miracolo rendendo Karas in grado di saper mettere insieme la cifra dei lingotti di ciascuno.


Aengus completò il miracolo concedendo la vittoria allo stesso Karas Blackwolf che, dopo aver vinto pochi giorni prima il Torneo di Ceoris, si candidava a diventare una delle figure leggendarie di cui si racconta nelle sere invernali di fronte al caminetto e una robusta pinta di birra, o che si usano per spaventare i bambini nordici disubbidienti:
"Ricorda, figliolo, lui lo diceva sempre: Karas SPACCA TUTTO!".


"Ora fai il bravo e vai a dormire, che papà va a caccia di Troll.."


II. La visita a Kard Dorgast

8 Dodecabrullo
"Nano abe detto «Vengano tutti i marinai di Helcaraxe a conoscere la città dei Nani», ma io detto «Tutti ad Helcaraxe esse navigatori!»
Fu così che tutti i presenti la sera dell'8 Dodecabrullo si apprestarono a partire per la mitica e sconosciuta città dei Nani...
Il viaggio fu incredibilmente breve, ma denso di sorprese, compresa quella di scoprire che la città dei Nani è situata nelle rocce sotto alla Baronia del Nord. Le urla di Karas e le esortazioni dello Jarl contribuirono a mantenere ordinata la truppa di Helcaraxe fino all'ingresso di Kard Dorgast e i suoi incredibili paesaggi.
Ad attenderci vi era proprio il finalista del torneo di Ceoris.



La delegazione di Helcaraxe seguì i suoi ospiti fino ad essere presentata a Sua Maestà il Re dei Nani, da tutti subito affettuosamente chiamato "Mastro Nano". Non sembrò offendersi più di tanto.
Per la prima volta forse nella storia del popolo dei ghiacci lo Jarl potè presentare una truppa ordinata, sobria, silenziosa ed educata.


Fu così che, dopo le presentazioni di rito, e il relativo scambio di doni (Helcaraxe portò una pregiata selezione delle proprie stoffe nordiche), si potè passare al momento di conoscere ciò che ogni "omo de norde" aspettava: la birra nanica.
Come tutti si aspettavano non erano i soli stranieri a visitare la taverna, per cui dovettero dividere il desco con ordinati e pulitini Hammin. Qualche spirito particolarmente tollerante iniziò anche una partita di quello strano gioco chiamato "scacchi" (una simulazione di battaglia molto poco realistica, senza sangue e urla).
Al primo tentativo di barare, in tre dovettero impedire al solito Karas di staccare la testa dal collo di un incosciente Hammin.


Tuttavia, la calma prevalse, come suggerito dall'esile uomo del sud, e la spedizione in taverna fu soprattutto un momento di socializzazione e divertimento alla maniera del Nord, con birra a fiumi, grida, scherzi e voglia di menare le mani.
Fu sorprendente notare le mille cose che accomunavano gli uomini del nord con gli abitanti del sottoterra, dalla birra all'amore per i minerali e la dura roccia.


Come nella migliore tradizione del Nord, e come incitato dai litri di birra che ogni fiero nordico continuava a buttare giù, si fece ben presto il momento della consueta, amichevole, liberatoria rissa.
Rispettosi delle usanze locali, dopo essersi rotti in testa un paio di sedie, tra mille risate, per evitare di ridurre Kard Dorgast come la tana di un troll, i nordici si accomodarono allegri nell'Arena.
Qui l'eccitazione e le risate lasciarono il posto alla fierezza dei combattimenti. Gli uomini dello Jarl diedero mostra delle loro capacità nel combattimento a mani nude e con le loro pesanti armi ed armature, sfidandosi a più riprese e riproponendo quello che si avviava a diventare un classico: la sfida finale tra Karas Blackwolf e Gurth Firehammer, come già a Ceoris vinta dal Nordico.
L'ospitalità del piccolo popolo non mancò neanche in quell'occasione di farsi sentire, e dopo le botti di birra offerta, fu concesso a tutta Helcaraxe di passare la nottata a Kard Dorgast.
Sembrava l'inizio di una profonda e duratura amicizia, favorita da passioni comuni e da facili possibilità di scambi commerciali.

Che Aengus vegli sul piccolo popolo e sui suoi figli del Nord!

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