
17 nembonume 269
Gli zoccoli producevano uno scricchiolio che musicalmente accompagnava il mio avventurarmi nell'immoto silenzio delle lande del nord. Erosione arrancava su per il pendio che mi conduceva a Picco d'Aquila. Non ero avvezza alle arrampicate. Io le montagne le scavavo un tempo.
Giunta che fui nella piccola comunità montana, sistemai il mio cavallo sussurrandogli: “Buono qui Erosione”.
Varcando la soglia del punto di ristoro, fui avvolta immediatamente dal tepore e dai saluti dei presenti. Fra i fratelli e le sorelle, Jaden, Elassar, Iris, Anaxhela, vi era il buon saggio Gartax. Seduto stava dinnanzi a noi. Rispettosamente in silenzio ascoltammo le sue parole, sfocianti come in un tranquillo lago in cui, i miei fratelli ed io, ci immergemmo per assorbire la sua saggezza e conoscenza.

“Come vi avevo promesso la scorsa notte, quando alcuni di voi si resero particolarmente di aiuto nello sconfiggere i temibili Gargoyle dei Ghiacci, era mia intenzione farvi un piccolo dono come segno del riconoscimento che tutto il villaggio ha verso di voi. Tuttavia non è questo l’unico motivo percui vi ho convocato qui. Colgo difatti l'occasione per parlarvi di qualcosa che secondo me potrebbe interessarvi”.
Detto questo prese a frugare fra le sue tasche. Da lì estrasse un piccolo tomo e lo fece scivolare sul tavolo per favorire a noi la sua lettura.

“Trattasi di un manoscritto. Non credo sia l’originale, appare come trascritto di recente… eppure contiene l’introduzione di un rito di antica saggezza druidica! Vi assistei durante la mia giovane età. Ciò che vi domando ora è: custodite questa sapienza, attingetene per contrapporre l’antico al nuovo. Voi rappresentate la nuova generazione druidica. Alimentatevi della sapienza antica per applicarla alla realtà che Madre Natura oggi vi concede”.
Tamburellando le dita sul tavolo raggiunsi il libro, lo aprii e scandendo bene ne lessi il titolo: “Il solstizio d’inverno”.
Di mano in mano, il libro fu distribuito fra i fratelli.
Tante domande balenarono, fra cui la richiesta di maggiori dettagli riguardo il rito cui Gartax aveva assistito chissà quanto tempo addietro. Non riuscivo ad immaginare il saggio, oggi cosi anziano, sbarbato e senza quei profondi solchi che aveva per rughe. Tanto più che, fra una discussione e l’altra pareva cadere nel letargo che spesso molti animali assumono per preservarsi nei cambi di stagione! Ad ogni suo riprendersi dall’assopimento, ci ragguagliava di dettagli.
Il giorno del solstizio, il sole gli aveva dato l’impressione di temere il suo tramonto e il rito druidico aveva favorito lo scioglimento di queste paure, accompagnandolo per favorirne la nomea di giorno più breve dell’anno.
Appariva così provato poi da questi racconti, che ci invitò ad uscire al fine di mantenere la sua promessa. Anticipando la nostra camminata, ci condusse da Runako. Teneva per le briglie un esemplare rarissimo.
”Amici a nome di tutto il villaggio vorremmo farvi dono di quello che noi povera gente riteniamo il lama da carico più bello della zona”.

Onorati dal gesto così sentito, ci inchinammo, ringraziandolo.
Tornavamo a Paranor con due doni preziosi:
una manifestazione prodotta dalla Madre e una conoscenza antica rinnovata!
-dagli Annali druidici, scritto da Rosie O'Ryen-
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