Le vestigia di Re Ersyh di Rotiniel
Scritto da : Isilmahtar in data : 13/03/2006 14:01:02

Dalle cronache della Perla: il ritrovamento delle spoglie mortali di Re Ersyh di Rotiniel.

Il destino dell’Aran Esryh di Rotiniel è storia nota: egli era figlio di Marip’in, uno degli elfi fondatori e primo Aran dei Rotiniel.
Alla naturale morte del padre Egli gli succedette alla guida di Rotiniel, ma il suo regno fu bruscamento interrotto da una fine violenta.
In quegli stessi giorni gli elfi figli della casata Drow stavano avevano interrotto il loro esilio e tornavano con animo violento presso gli elfi credenti nei Veri Dei.

Fu così che mentre l’Aran Ersyh praticava una delle sue sue frequenti battute di caccia nel Doriath del Sud, fu assalito da Assassini Drow che uccisero lui e la sua scorta.

I dettagli di quell’uccisione si sono però persi col passare degli anni e nessuno fino ad ora aveva memoria dei dettagli di quell’orrendo atto… fino alla sera del 27 forense dell’anno 270.

L’Aran Isilmahtar e i Senatori, terminata una cerimonia pubblica, decisero di guidare i rotinrim presenti ad una caccia fino alle caverne presso la foresta di Earlaan, a nord-ovest di Tiond.



Dopo poco essersi addentrati incontrarono una Drow solitaria che, attaccandoli cadde facile preda delle loro lame e freccie.



Il Capitano Alin, il Cavaliere Amandil e l’Accolita del Tempio Nyan rinvennero nel suo cadavere alcuni oggetti insoliti: un dispaccio di un capitano Drow, una vecchia chiave e un libro molto malconcio.



Sfortunatamente il libro ando’ perduto nel seguito della caccia, quando in Rotinrim incapparono in un gran numero di trappole disposte dai maledetti Drow e molti di loro caddero.



Ma l’Aran era riuscito a leggerlo e il giorno ne dopo diffuse il contenuto tramite un memoriale lasciato accessibile al palazzo del Senato.

Si trattava evidentemente del diario di una guardia di Rotiniel ai tempi di Re Esryh, che giunse sul luogo dell’agguato poche ore dopo che questo si era consumato, e insieme ad altri compagni era partita alla caccia degli assassini Drow per recuperare cioò che avevano con loro.




Mercoledì I Macinale i cittadini della Perla furono di nuovo convocati a Palazzo in tenuta da battaglia; qui fatta una breve riunione dove si convenne che le gole citate nel diario dovevano essere l’ingresso a Surtur, a sud-est del deserto di Tremec, nelle Terre Selvaggie.
Questa era la destinazione della spedizione di quella sera dunque.




L’assalto a quel posto maledetto, pur tra mille difficoltà riusci’ felicemente.
I Rotinrim si batterono con onore ed Earlaan e Suldanas dovevano davvero essere con loro se riuscirono a sbaragliare le orde dei non-morti e i loro caduti tornare alla vita e proseguire la lotta con tanta determinazione.






Giunsero quasi in fondo al labirinto sotterraneo di Surtur, davanti al portale rosso, quando rinvennero una vecchia cassa disseppellita da poco. Il Capitano Alin l’apri con la chiave raccolta dal corpo della Drow e il contenuto lasciò a dir poco turbato lui, l’Aran e tutti i presenti: in due bisacce sporche di sangue ormai secco erano contenuti i resti mummificati dell’Aran, assieme a vari suoi oggetti personali, tra i quali un bracciale riportante il motto “Con Onore, con Cuore, con Braccio”.



In un’altre sacca vi era l’armatura di Ersyh, graffiata e ormai consumata, ma finemente lavorata e incisa sul petto con il disegno di un tridente.



Vi era poi a corredo quella che doveva essere la spada degli Aran della Perla, una lama elfica incantata, con inciso il nome “Hyara en’Hyarmen”, in lingua comune “Fendente del Sud”.



Il tutto venne raccolto ma poiché qualcuno doveva aver disseppellito il forziere, l’Aran ordino’ di proseguire e cercare chi altri era alla ricerca del tesoro appena recuperato.

Poco più avanti, dopo aver sconfitto altre orde di non-morti furono trovate delle traccie che diedero risposta a quel quesito: armi e alcune abbigliamenti drow furono trovati a terra nei pressi di alcune rovine. Il pensiero comune fu che i Drow, forse recuperando a loro volta il diario originale perso dai Rotinrim, avevano raggiunto il forziere, ma fossero caduti sotto l’attacco delle terribili creature che inconsapevolemente lo difendevano.



Non vi fu traccia di una loro presenza li’ e quindi i Rotinrim, ormai spossati per le lunghe ore di battaglia, deciso di fare di fare rapidamente ritorno all’uscita, e poi verso Rotiniel.



La missione poteva dirsi compiuta.
Le vestigia di Ersyh avevano fatto ritorno alla Perla, riconquistate dai suoi cittadini.

Ma il corpo degli elfi, una volta che lasciano per sempre col loro spirito il piano terreno dell’esistenza, si tramuta in cenere; non era stato così per la salma del figlio ri Marip’in, le cui parti erano state tenute separate in sacche differenti, forse per qualche sortilegio Drow, o forse semplicemente a causa della morte violenta.

Si decise quindi che i sacerdoti del Tempio provvedessero a concepire un rituale, da svolgere di li’ a poco tempo, affinche’ anche il corpo di Ersyh ricevesse un degno commiato; e pochi giorni dopo stabili’ che con un’apposita cerimonia, le insegne del secondo Aran della Perla divenissero il simbolo ufficiale sul petto delle guardie della città.

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