Villaggio Qwaylar- Il rito per un povero cieco.
Scritto da : Obradesk in data : 01/04/2006 09:59:55



Era un pomeriggio come tanti al villaggio Qwaylar. Testa di Papaia si godeva la compagnia del suo coguaro Rasko e nel mentre contemplava il grande falò presente nella piazza del villaggio. Ma mentre lo Sciamano era assorto in profonde meditazioni ed impegnato in inesauribili rutti ecco che alle sue spalle giungono di tutta fretta dei visitatori; sono suoi amici di Tortuga: il mezz’elfo Rocco, il mezz’elfo Bosco e l’umano Vento. Quest’ultimo in particolare sembrava avere qualche problema.

Papaia vedendo tutti agitati chiede cosa succede ed il perché della loro visita. Rocco inizia allora a spiegare la tragica avventura capitata a Vento. Pare infatti che durante lo scontro tra i Corsari e Rothinel, il povero Vento sia stato colpito da una freccia avvelenata e questo veleno lo ha, col passare dei giorni, reso cieco. Rocco spiega che dopo aver provato invano numerosi rimedi, hanno pensato di chiedere aiuto allo Sciamano Testa di Papaia.









Papaia dopo aver ascoltato attentamente, guardando Rocco e Bosco sentenzia: “Vento si pote cura. Pero ricorda: da dove vene i male, da lì vene puro i cura!”. I due mezz’elfi guardano incuriositi Papaia, il quale inizia ad elencare gli ingredienti necessari per riuscire a curare Vento dalla cecità:”uno testa di rotinello, uno cuore di rotinello, uno mantello di rotinello, terra, uno boccia di veleno. Voi porta questi a i attri igredietti pensa Papaia”. Così disse lo Sciamano ed immediatamente Rocco e Bosco andarono a procurarsi il necessario, mentre Vento rimase sotto osservazione al villaggio e Papaia potè appurare che l’olfatto di Vento funzionava benissimo dato che il povero cieco si lamentava tantissimo ad ogni scorreggia dello Sciamano.

Ben presto Rocco e Bosco furono di ritorno e il rito potè avere inizio.Tutti gli ingredienti richiesti erano stati portati



Vento fù fatto sdraiare al centro del grande falò del villaggio Qwaylar. Papaia prese una ciotola e vi mise il cuore e la testa di un abitante di Rothinel, vi mise anche dello zolfo e della terra; infine sputo 3 volte dentro la ciotola e la riempì con acqua benedetta. Dopodichè lo Sciamano mise il mantello di Rothinel sulle spalle di Vento ed il rito potè avere inizio. Ikenga, lo Stregone del villaggio, diede fuoco ai legni su cui era sdraiato Vento ed il sacro fuoco purificatore del Grande Spirito potè iniziare a purificare Vento che nel mentre era colpito dalle frecce avvelenate di Bosco e Rocco. Lo Sciamano si preoccupava di tener vivo il povero cieco nel mentre che il fuoco lo ripuliva dal veleno







Concluso il rito di purificazione Papaia prese per mano vento e gli fece bere il contenuto della ciotola . Dopodichè lo Sciamano si alzò in piedi e disse a Vento di aprire gli occhi

Purtroppo il rito ha bisogno di tempo per curare definitivamente, così Papaia, sotto suggerimento di Rocco, disse a Vento che se il giorno dopo avesse avuto ancora problemi avrebbe dovuto bere due ciotole piene di schifezze. Non appena sentite queste profetiche parole Vento iniziò stranamente a vederci sempre meglio

“Tutto ezze beno, quelo che finisce beno!”. Così Papaia salutò i suoi amici e suo fratello Ikenga e, stanco per il rito appena compiuto, andò a riposarsi sotto un albero

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