Era passato qualche tempo da quando il Trivio cadde sotto l'influenza di Armisael, l'Emissario di Vashnaar
che tenne sotto scacco metà del Continente Umano per mesi. Il Trivio ormai era tornato ad essere il tranquillo
villaggio di sempre, una locanda, qualche torretta, grandi boschi e qualche bandito di troppo.
Svegliandosi ed uscendo dalla guarnigione che affianca la Fortezza del Sacro Verbo, Haradion cercava in giro
la sua puledra, Shine, una cavalla bianco splendente cui teneva come alla sua vita.
Nonostante fosse passato dai richiami ai fischi, e poi agli urli, non scorse alcuna traccia
della sua cavalcatura. Voci provenienti da più bocche gli suggerivano un'ipotesi sconcertante:
un Aspirante, un giovane da poco di servizio al Monastero, si era trovato ad affrontare un Demone Maggiore,
quella mattina, che aveva aggredito le bestie lasciate attorno ai recinti.
Le voci continuavano ad arrivare, ma nella mente del mezz'elfo l'immagine prevalente era una camera buia,
un cadavere ambulante che tentava un qualche esperimento per il predominio del mondo,
rinnegati eretici che ridevano e schernivano, e i suoi fratelli a morire sopra di loro, senza che potesse
dar loro aiuto. Nel dubbio che il Demone fosse troppo potente per i Novizi,
la Guida di Danu sistemò l'armatura, recitò le sue preghiere e mosse contro la Bestia dell'Oscuro.
Procedendo al galoppo verso Trivio, gli sembrò di scorgere Calamandro Vaart correre in direzione opposta, col fiato grosso.
Niente di buono.
Dietro la collina pietrosa tra l'Orus Maer e Trivio, ecco presentarsi un Demone,
fiero dietro la sua coriacea pelle marrone dorato, sicuro della protezione dei suoi incantesimi.
Il primo scontro non finì molto bene: Haradion si trovò con le braccia sfinite, il fiato corto e diversi lividi.
Serviva una mano.
Nascosto dietro al colle, il sacerdote invocò la protezione della Dea dei mari e delle stelle,
ottenendo l'aiuto del Guardiano Celeste e di un Elementale delle Acque
Duro restava duro, ma con l'aiuto degli Dei ogni cosa diventa possibile:
alla fine il chierico ebbe ragione del Demone, rientrando verso casa con la sella
ornata delle pelli della Creatura, per confermare ai novizi che
quando gli Dei ci assistono e noi sappiamo ascoltare la loro voce, non possiamo correre alcun pericolo
a meno di riuscire a perdere la Loro protezione per nostra stessa colpa.
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