L'imprigionamento di Tjodalv
Scritto da : Darek Alethor in data : 13/10/2006 14:51:09

La sera del nono giorno di Orifoglia dell’anno 270, Sir Magnus, il nobile Paladino, giunse alla Fortezza del Sacro Verbo portando purtroppo con se notizie allarmanti.



Egli aveva percepito la presenza di un grande male, provenire da una delle isole del Nord.
Probabilmente si trattava di Tjodalv, un Demone potente come pochi altri, capace di muoversi a suo piacimento tra l’Abisso ed il mondo dei mortali. Questo straordinario potere poteva renderlo praticamente immortale.
Il Paladino sapeva che ben presto questa malvagia creatura avrebbe fatto la sua apparizione. Mi chiese così di accompagnarlo, affinché potessi vedere con i miei occhi ciò che stava accadendo e riferire tutto ai miei fratelli Cavalieri dell’Alba.
Insieme a d uno di essi, Val Elaiser, partimmo verso le isole del Nord, a bordo si una piccola imbarcazione.



Più di un’isola esplorammo prima di giungere a destinazione. Gli stessi draghi del Nord erano allarmati dalla empia presenza che stava manifestandosi in quel luogo.



A lungo volteggiarono in cielo a difesa delle loro terre, e quando infine lasciarono l’isola, ne approfittammo per approdare.



Giunti al centro dell’isola, con grande sgomento notammo numerose figure ammantate in nere tuniche, con i volti coperti da inquietanti cappucci. I servitori dell’Oscuro ci avevano preceduti.
A terra, coperto in parte dalla neve, c’era “Giustizia”, il sacro martello di Sir Magnus, una potente reliquia che in passato cadde nelle mani di Quentin Valinor, anch’egli un servitore dell’Oscuro.
Un sinistro portale era aperto proprio su quella sacra arma che i servitori di Vashnar avevano utilizzato per imprigionare il demone Tjodalv.



Magnus era deciso ad affrontarli per rimediare alle loro empie gesta, ma aveva intenzione di farlo da solo. Ci intimò di andar via, per riferire al più presto l’accaduto. A malincuore ed un po’ titubanti, ci allontanammo lasciando il vecchio uomo dinanzi al gruppo di eretici. Seguimmo le sue volontà e salpammo con la nostra piccola imbarcazione per far ritorno alla Fortezza del Sacro Verbo.