Ondolinde ed i suoi alleati da poco avevano abbattuto la minaccia proveniente dalle terre dei Ghiacci Eterni. Si poteva sperare quindi,
dopo la sudata vittoria, in un periodo di relativa tranquillità per gli elfi Alti, che avevano speso tutte le loro energie per fronteggiare
quella ardua prova. Ma non trascorsero molti giorni dalla vittoria dei Quenya, che una nuova problematica questione si affacciava alle vite
degli abitanti della Splendente. Qualcosa che si era dato sempre per scontato... venne a mancare.
Fu così che una sera, la sarta reale
Rondha, arrivò in piazza, non per intrattenersi piacevolmente nella discussione con qualche tor, ma per dare una importante notizia a tutta
la popolazione. Infatti la Bianca Stoffa con cui da millenni venivano confezionati i mantelli degli Eledhrim era terminata, ed esisteva
un'unica persona che era in grado di fornirne in quantità sufficienti per un periodo di tempo altrettanto lungo. Senza alcuna esitazione il
Bianco Concilio, che da sempre affianca l'Aran nella guida della città, si riunisce e decide di richiedere un incontro con Jalabar Xo'Har,
famoso commerciante noto per il suo materialismo, ma anche per la sua innata abilità nel concludere gli affari più vari. Fù così che il
Primo Conciliare Lame Lefthandeds scrive immediatamente una missiva al suddetto Jalabar per richiedere un incontro:
- - -
Vedui Jalabar Xo'Har.
Chi vi scrive è Lame Lefthandeds
Primo conciliare della Splendente Ondolinde.
Con la presente missiva vi chiedo un incontro nel giorno e nel luogo che ritenete più
opportuno.
La Splendente attende vostre notizie
Naàmarie
- - -
La risposta del commerciante non tardò ad arrivare. Risposta sintetica ed immediata, che ben rispecchiava l'animo di Jalabar:
- - -
Spero che stiate disturbando il mio riposo per un affare importante, e vantaggioso....
Venite stasera all'isola, alla decima ora. Non sono ammessi ritardi.
Jalabar Xo' Har
- - -
Stabilita così la data dell'appuntamento, non restava altro da fare che recarsi sull'isola ed ascoltare le richieste dell'astuto
commerciante. Richieste che non si fecero attendere! Quella sera il Primo Conciliare era impossibilitato nell'effettuare quel viaggio, ed
incaricò Limy'en di andare all'appuntamento. Ma non fu sola, con lei infatti vi furono tor Vanadis e tor Manwe. I tre, una volta
sull'isola, incontrarono Jalabar, e questo, senza esitare espose loro la richiesta. Disse che avrebbe senz'altro fornito la Bianca Stoffa,
in cambio di un artefatto. Non si trattava di una semplice arma incantata, ma di un martello dotato di una potenza inimmaginabile, che però
era stato dotato dal creatore di una singolare particolarità. Infatti questo martello, chiamato Gondgrist, era in grado di decidere il
proprio padrone, guardando la purezza del suo cuore. Il mercante comunicò anche ai Quenya che l'ultima persona a possederlo è stata Lilith
Calie. Fu così che i tre tornarono ad Ondolinde, informando il Concilio delle richieste di Jalabar.Limy'en si recò il giorno dopo a parlare
con Lilith, e chiederle informazioni su questo artefatto. La sacerdotessa di Morrigan informò la futura Bianca Dama che il martello un
tempo era custodito proprio da lei, ma che questo, durante una caccia all'isola dei draghi, assunse all'improvviso un peso insopportabile,
e fu costretta a lasciarlo in quel posto. Sembrava oramai chiaro che, per ritrovare quel martello le ricerche sarebbero dovute convergere
verso l'Isola dei Draghi. La spedizione fu organizzata con grande cura. Nel frattempo Due nuove guide ora vi erano per il popolo dei
Luminosi, l'Aran Lame Lefthandeds e la Ninque Heri Limy'en Areya.
Con l'aiuto dei Druidi, si decise di tentare una volta per tutte questa spedizione, e di recuperare così l'ambito martello.
L'avvicinamento
ai draghi per il popolo dei Luminosi non fu dei più semplici, infatti questi si dimostrarono aggressivi, ferendo gli elfi Quenya.
Con la
mediazione dei Druidi, i draghi cessarono la loro ostilità per quella sera, permettendogli dunque di effettuare le ricerche necessarie.
Giunti che furono ad un antico altare, fece la sua maestosa entrata, planando dallo scuro cielo notturno, il Drago Custode guardiano di
Gondgrist. Subito il drago volle sentire le parole di colui che richiedeva l'oggetto da lui custodito.
L'aran della Splendente prese la
parola, esplicando al Drago la difficile situazione venutasi a creare per l'Antico Popolo. Non appena il drago capì che il martello serviva
per uno scambio, dimostrò il suo disappunto, spiegando che mai una simile arma avrebbe potuto essere imbracciata da un mercante dal cuore
non puro. Narrò così la storia di come il martello era ritornato sull'isola, e delle motivazioni per cui l'ultimo possessore non è stato
più in grado di reggerlo. Dopo questo preambolo, il Drago decise di portare alla luce Gondgrist, e di mostrarlo così ai Quenya.
Pose così
subito una domanda:
"Chi di voi, elfi, pensa di essere puro di cuore a tal punto da poterlo impugnare?"
Il primo a provare fu l'Aran di Ondolinde, Lame, il quale non riuscì ad imbracciare l'arma.
Subito dopo fu lasciato provare alla Ninque
Heri, ma nemmeno quest'ultima riuscì nell'impresa.
Nessuno dei due era abbastanza puro da poterlo reggere. Il drago spiegò così che il
tempo passato su Ardania senz'altro influiva sulla purezza d’animo, e chiese quindi di far provare ad giovane tòr.
Fu fatto provare a
Lareon, novizio di Ondolinde. Costui si avvicinò al martello e quest'ultimo cominciò a pulsare. Lareon afferrò l’arma e lo riuscì ad
alzare, tra lo stupore e la gioia di tutti i fratelli, compresa la sua!
Gondgrist aveva trovato un nuovo custode, che lo avrebbe protetto
fino alla consegna del mercante. Prima di lasciare andar via i Quenya il drago spiegò di portare pure il martello a destinazione, ma
sicuramente visti gli scopi lucrosi del mercante, questo non si sarebbe più alzato da terra. Con un maestoso battito d'ali, il drago spiccò un volo verso il cielo, seguendo dall'alto i movimenti degli Elfi.
Con grande gioia nel cuore i Quenya
ritornarono ad Ondolinde.
L'indomani l'Aran scrisse subito una missiva a Jalabar Xo'Hlar per richiedere un incontro. Dopo pochi giorni fu fissato un appuntamento per
eseguire lo scambio e riavere quindi le pregiate stoffe. Dopo un breve dialogo tra l'Aran e Lareon, atto a comprendere la volontà del custode del Martello, si partì così in una sera alla volta dell'isola ove risiedeva il vecchio mercante.
L'accoglienza del mercante fu calorosa, ma allo stesso tempo decisa, invitando tutti a non perdersi in convenevoli, visto che il tempo è denaro.
Quest'ultimo non
perse tempo, richiedendo di vedere l'oggetto che tanto bramava. Dopo il consenso dell'Aran, Lareon prese Gondgrist e lo
ripose con cura sul tavolo.
Gli occhi del mercante si erano illuminati come diamanti alla vista del martello, e senza esitare tentò subito
ad impugnarlo. Tentativo vano, come c'era da aspettarsi, visto che l'arma lo rifiutò come possessore. Il disappunto del mercante fu
notevole ma del resto, aveva dato la sua parola e non potè più tirarsi indietro.
Consegnò dunque le Bianche Stoffe ai Quenya, i quali
lasciarono sul tavolo del mercante il potente martello, consci che non avrebbe mai potuto impugnarlo. Dopo aver salutato il mercante,
veloce fu il rientro alla Splendente, per portare la lieta novella a tutti i tòronin.
Subito fu avvertita Rondha del rientro della pregiata
stoffa,
la quale per coronare il successo dell'impresa e per ringraziare il giovane Lareon, decise di cucire una tunica con le stoffe
appena riportate, e di donarla al tor come ricordo di questa impresa.
Non solo delle semplici stoffe erano state riportate alla Splendente,
ma un simbolo. Un simbolo di unione e di fratellanza che da generazioni accompagna tutti i Quenya della Splendente.
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