
La Comunità di Mezz’elfi di Eldor aveva da mesi posto la sua sede all’interno di una grotta abitata da anni dalla triste razza degli orchi. La battaglia finalizzata alla liberazione di quegli spazi era stata cruenta, ma vittoriosa. Ma dopo mesi di quiete e pace, gli orchi erano tornati a rivendicare ciò che ritenevano loro. Espandendo i propri confini verso la sede, gli orchi avevano aumentato la loro presenza in quelle terre, rendendo ostico il passaggio per ogni viandante.

La prima battaglia era imminente, e gli orchi non tardarono all’appuntamento. Durante un allenamento combinato tra i mezz’elfi e gli amici nani, un folto gruppo orchesco segnalò la sua presenza, inizialmente agitando gli animi, poi accendendoli di rabbia.
La truppa partì verso nord, sterminando i primi nemici, per poi trovarsi di fronte ad uno spiacevole spettacolo. Un viandante era finito nelle mani delle creature avversarie, divenendone prigioniero. Il gruppo, eliminate le guardie, liberò il povero umano, apprendendo importanti notizie riguardo l’organizzazione avversaria.

Lo scontro, pochi metri avanti, fu furioso, ma ben presto ci si rese conto di aver commesso un errore. Il diversivo aveva consentito ad un ulteriore truppa orchesca di avvicinarsi all’ingresso della sede, per erigere in velocità un fortino provvisorio. Lì dentro iniziarono presto ad addensarsi sempre maggiori forze nemiche, con mire che ricadevano proprio sulla casa dei mezz’elfi.

Riorganizzato il gruppo, e stabilita l’inevitabile ritirata, i mezz’elfi ebbero un inaspettato incontro. Ad attenderli all’ingresso della loro casa vi era uno strano individuo che, professatosi nemico di Zanna, il capo degli orchi, intendeva fornire interessanti consigli per abbattere le mire degli immondi esseri.
Dopo due giorni, al momento stabilito per l’incontro, i mezz’elfi tesi riebbero la visita dell’inquietante figura che, aperto un passaggio segreto, indicò loro la via da seguire.

Un passaggio segreto gremito di orchi li avrebbe condotti in un fortino al nord, nel quale avrebbero segretamente piazzato delle bombe per riportare gli interessi degli orchi molto più a nord della sede.


 
Completato il lavoro, i mezz’elfi tornarono nella sede, trovando lo strano figuro ad attenderli. Egli comunicò il successo della missione, e che tuttavia una forte truppa, capito l’inganno, era appostata nuovamente all’esterno della grotta, con il chiaro intento di vendicare gli orchi praticamente saltati in aria.

Usciti all’esterno con il cuore in fiamme, la truppa mezz’elfica, con non poco sforzo, riuscì ad avere la meglio, liberando finalmente l’ingresso della sede e, per il momento, affievolendo la minaccia avversaria.

Ai confratelli vittoriosi non rimaneva che godersi il meritato riposo, e sfogare con un urlo liberatorio la tensione accumulata per liberare, per il momento, dalla minaccia orchesca i sogni di colori che abitano la grotta!

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