
*scritto da Penderrin Tully*
La sera dell’1 di Nembonume, tutta la Cittadinanza d Rotiniel era invitata, come in ogni occasione simile, alla Cerimonia per la nomina dei Cittadini e l’accoglienza i Novizi.
Tutti, all’intorno della metà della nona ora serale, erano indaffarati in piazza a prepararsi all’Evento non in abiti sontuosi e eleganti, ma in armatura poiché erano stati avvertiti dallo strillone che in tarda serata si sarebbe svolto un addestramento militare.
Alla metà della nona ora erano pronti fuori dal Senato e, dietro invito dei Senatori Adharan e Lindel, presero posizione di fronte l’Aran Isilmahtar, anche lui vestito di una splendida armatura in mithryl marchiata con il Tridente di Rotiniel.
Le prime parole dell’Aran lasciarono già senza parola tutta la Cittadinanza:
“Sono rammaricato di annunciare che questa sera non si terrà nessuna Cerimonia”

Tutti si guardarono attorno perplessi chiedendosi il motivo di tale affermazione e ascoltarono attentamente tutto il discorso.
Egli rammentò dell'aiuto che Rotiniel aveva dato all'Alleanza Elfica nel corso dell'ultimo anno, ma anche di come gli elfi li avevano ricambiati: gli era stata per l'ennesima volta rifiutata Ceoris, anche dopo la vittoria nella cosiddetta guerra delle razze, con la dichiarata motivazione che i Rotinrim a Ceoris avrebbero sovvertito il predominio elfico nel Doriath; i quenya non si erano presentati alla cerimonia di purificazione del drago poichè la Ninque Heri aveva pubblicamente tacciato di blasfemia l'intera città di Rotiniel; gli era stato rinfacciato che non fossero degni di giudicare in alcun modo un'elfo come Finwe Alcalime, per il semplice fatto che egli era un Quenya; e allo stesso modo che fossero indegni di custodire una reliquia come il Drago di Smeraldo.
Ebbene quella sera si sarebbe voltato pagina, si sarebbe tutti marciati su Ceoris per liberarla dalle guardie dell'Alleanza e guadagnare la possibilità di un ritorno a casa per quei contadini e lavoratori umani e mezz'elfi che erano stati cacciati allìepoca per volere di Tiond e accolti poi a Rotiniel.
La Perla avrebbe così preso sotto la sua ala Ceoris e avrebbe fatto sì che la vita potesse rifiorire tra quelle mura.
Sentite le parole dell’Aran tutta la Cittadinanza iniziò ad inneggiare il suo nome e quello di Rotiniel, forti dei loro principi e della fermezza di Sire Isilmahtar.

Ricevute le ultime disposizioni del caso, tutti si precipitarono fuori dal Senato e montarono a cavallo. Nell’arco di pochi minuti tutti si disposero in piazza, su due file e i nervi tesi per ascoltare le volontà dell’Aran e iniziare quindi la marcia alla volta dell’ormai desolata Ceoris. Gli ultimi ritardatari vennero spronati a velocizzarsi poiché oramai non vi era più tempo per pensare a cosa portare, era tempo di agire.

E così iniziò la marcia che portò tutti i cavalieri, maghi, musici, arcieri e sacerdoti verso il paesino caduto in rovina. In quell’occasione, alcuni cavalieri ebbero l’onore di marciare al fianco del loro Re, con tutto lo schieramento alle loro spalle.
Una volta arrivati a Ceoris tutto l’esercito si schierò dietro il Re e i Senatori rimanendo in assoluto silenzio per tutto il tempo in cui uno di essi proferivano parola.
Sire Isilmahtar fermò quindi Maxell, la Guardia di Tiond, e Anselme, la Guardia preposta dagli Alti Elfi alla difesa di Ceoris e disse loro che potevano lasciare la guarnigione distaccata potendo tornare alle loro case; d’ora in avanti solo Rotiniel si sarebbe prefissata il compito della difesa e della rinascita del pesino.


I Cittadini di Ceoris rimasero dapprima sorpresi di vedere un esercito così imponente camminare per la loro cittadina, ma dopo aver chiarito la situazione, essi accolsero i Rotirrim con tutti gli onori del caso. Alle parole di Sire Isilmahtar riguardanti la rinascita del paese, il contadino Erik fu entusiasta e felice di riavere di nuovo i collaboratori per la rinascita del mercato.

Una volta che le Guardie partirono alla volta delle loro Città, l’Ammiraglio Adharan diede ordine di sorvegliare i confini di Ceoris e così tutti i Cittadini si posizionarono per avere la visione completa di tutte le possibili entrate nella cittadina. Tutti i Senatori e l’Aran stesso sapevano benissimo che Tiond e Ondolinde si sarebbero mosse di lì a poco e non volevano essere colti di sorpresa.

Dopo non molto tempo ecco arrivare gli truppe dell’Alleanza. Tutta l’esercito di Rotiniel si dispose in breve periodo in 2 file compatte, guerrieri in prima fila, maghi e arcieri in seconda.
Tutti, uomini, mezz’elfi o elfi dei due schieramenti si fronteggiavano pronti a scattare al minimo cenno del proprio Re. I maghi continuavano a pronunciare formule arcane, i sacerdoti a benedire, i musici suonare, tutti volevano essere pronti nel caso le discussioni concitate dei due Re avessero portato allo scontro.

L’Aran di Ondolinde aggredì subito Sire Isilmahtar e gli puntò il dito al petto accusandolo di non agire nel modo corretto; a tutte le parole che gli venivano pronunciate contro, siano state esse di infamia o meno, l’Aran di Rotiniel rispose pacato senza mai sbilanciarsi. Non era sua intenzione, infatti, cadere nei trabocchetti degli Alti Elfi e muovere le sue armate per primo.
Quanto l’Aran della Splendente parlò di rapporti tra le città eliche, fu la Senatrice Lindel a intervenire chiedendo a costui cosa intendesse per rapporti tra le cittadine. La Senatrice utilizzava un linguaggio tagliente e quindi tutto l’esercito prese atto che presto risarebbe potuto dar inizio alla carica.

Tuttavia i discorsi andarono avanti per molto. Tutti gli elfi dell’Alleanza insultavano i Rotirrim, ma costoro invece stavano in rigoroso silenzio poiché solo Senatori e Re avevano diritto di parola in quella situazione. Le uniche cittadine di Rotiniel che si intromisero nei discorsi furono Kiya e Lilith Calie, poiché il loro passato riaffiorava in quella situazione.
Dopo molti dialoghi, parole, magie inutilizzate, evocazioni scomparse, l’Aran di Ondolinde decise di ritornare da dove era venuto e di lasciare, almeno per il momento, Ceoris nelle mani di rotiniel.
Il ritorno degli Alti alle loro terre fu caratterizzato da frasi ridicole e gesti poco consoni alla loro grandezza. Uno di loro lanciò a terra delle monete asserendo di aiutare un popolo che comprava tutto con il denaro anche arrivando a compromesso con degli eretici. Il gesto non fu apprezzato dai Rotirrim, ma l’Aran e i Senatori sapevano tenere a bada i loro uomini, al contrario dei Generali Tiondini e di Ondolinde che non riuscivano a essere ascoltati da nessuno.

Sire Isilmahtar invitò tutta la Cittadinanza all’interno del palazzo e la fece accomodare al grande tavolo del secondo piano. Qui diede indicazioni a tutti sul comportamento che essi avrebbero dovuto tenere nei tempi a venire e si decise di mantenere una guarnigione stabile presso Cerois per difenderla da eventuali ripercussioni dell’Alleanza.

Infine vennero affissi gli stendardi di Rotiniel su tutti gli edifici del paesino a testimonianza dell’attuale presa di posizione della Perla.

Rotiniel estende così i propri territori, augurandosi di poter far rinascere Ceoris dalle proprie ceneri.
Chiudi l'evento
Lo staff di The Miracle Shard (The Miracle)
non si assume alcuna responsabilità sui contenuti di un evento. A priori ogni
abuso di utilizzo del sistema di anteprima verrà punito . Segnalate gli abusi nell'apposita sezione del sito. .
|