Cronache del Popolo Djaredin. "Surtur"
Scritto da : Thorreg GridoPossente in data : 29/12/2004 17:12:11

Cronache del regno di Djare. Kard Dorgast 23 Thorreg, anno primo dalla liberazione. Quest'oggi, una spedizione di djaredin si è incamminata alla volta della città sotterranea dei morti. Anch'io Thorreg, detto il GridoPossente, ho partecipato alla spedizione, desideroso di vedere il mio popolo in battaglia, ed anche, lo ammetto di riassaporare il gusto della battaglia.
Con mio sommo piacere, al drappello si è unito anche Drakkar, un giovane djaredin desideroso di riscattare il suo onore.
Dopo esserci equipaggiati ci dirigemmo alla volta del luogo maledetto, noto in Ardania col nome di Surtur, crogiolo di malvagità ed orrori. Un tempio, o meglio una fortezza immensa, abitata da creature non-morte, purulente ed immonde, custodi di grandi tesori.
Attraversammo le foreste selvagge, il grande deserto che circonda Tremec, ed infine il pericoloso labirinto di roccia, in cui più di un avventuriero ha trovato la morte.
Alle porte del luogo maledetto, detti disposizioni ai miei nani: un sacerdote avrebbe aperto la fila ed un altro l'avrebbe chiusa, ci si doveva muovere lungo le pareti, ed in caso di difficoltà ripiegare in maniera diligente, affinché una ritirata non si trasformasse in una disfatta.

Da subito, all'odore pungente della morte si mescolarono i lamenti delle anime vaganti, i cui scheletri infestavano i corridoi e le stanze della fortezza. Senza timore, gli djaredin avanzavano, frantumando ossa e lacerando carni ormai decomposte e putride. Tordek Squotiferro, con le sue melodie esaltava i compagni, e disorientava il nemico, che più volte si fermava ammaliato dalle note del musico.
I sacerdoti curavano i feriti, e resuscitavano chi, non curante si era battuto fino alla morte, ed invocavano la protezione degli dei sui propri compagni, aumentandone le forze ed il coraggio.

Intere orde di non morti venivano vomitata dai cunicoli sul nostro drappello, altre ancora erano evocate dai Signori dei Non-morti, i lich, che rivolgevano contro di noi formule arcane.
Ma alla fine, le urla immonde delle creature oscure tacevano, e lasciavano spazio al rifiatare degli djaredin, ed alle loro esultanze. Il campo di battaglia ben presto diventava un misto di sangue malato e carni già putrefatte, ossa e brandelli di stracci.

Due demoni ci attaccarono. Due demoni perirono. Creature enormi fatte d’ossa di cadavere ed animate da chissà quale arcana ed immonda magia. Con un colpo erano in grado di ridurre uno djaredin in fin di vita, e la loro superbia era tale da resistere anche alle preghiere dei sacerdoti più anziani.
Più volte io e gli altri djaredin, messaggeri di korg, sprigionammo un pallido fuoco purificatore con le nostre preghiere. Le creature cominciavano a vacillare, scheletri e lich iniziavano a cadere attorno a loro. Mazze da guerra ed asce pesanti dapprima scalfivano soltanto le ossa, poi iniziarono ad ammaccarle, ed infine a frantumarle.
Gli djaredin avevano vinto.

Ma il male ha varie forme, e noi dovevamo ancora vederne una.
Un immenso drago fatto d’ossa ci si scagliò contro, le fauci sputavano un pallido fuoco pestilenziale. Ma questa creatura, a differenza del demone, era animata dalla forza che da vita ai non-morti, una forza che non può resistere al potere degli dei giusti. Noi sacerdoti la scacciamo, e gli demmo il colpo di grazia. Tre di queste creature, trovarono la pace per mano nostra. [] Volsi lo sguardo nelle gallerie e nei corridoi, ovunque lo spettacolo era il medesimo: pile di scheletri ammucchiati, corpi che si polverizzavano, brandelli di vesti vecchie di secoli. Drakkar, incaricato di raccogliere il bottino, aveva lo zaino e le tasche piene, tanto che tracimavano.
Gli djaredin si erano battuti bene, era tempo di tornare a Kard Dorgast, e raccontare la nostra avventura. Ma prima, resi grazie a Korg per averci dato la vittoria e per aver fatto sì che tutti potessimo tornare a casa interi, o quanto meno sulle nostre gambe.




Ma non era ancora finita, un ultima fatica ci attendeva: i festeggiamenti in locanda!


Qui si cantò, si bevette, e si danzò fino a tarda sera. Ci spartimmo il bottino, senza gerarchie e senza privilegi.



E qui decisi di riscattare l'onore di Drakkar, che indomito si era battuto nel regno dei morti, aveva custodito il bottino, e più di una volta non si era fermato davanti alla morte. Lo Djare gli rese onore davanti ai suoi cugini, ed in segno di rispetto, gli offri la sua parte di bottino.

Di seguito riporto i nomi dei temerari, su di essi si scrivano canzono. E la loro storia si diffonda in tutto il regno del sottosuolo!
Torak Bergrand, Thorek CipiglioDiFerro, Tordek Squotiferro, Rabrindhanat Tagore, Drakkar , Morgrim SventraDraghi, Boltar SpaccaScudo Thorreg il GridoPossente.

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