Chi sbaglia, deve pagare...
Scritto da : in data : 09/12/2006 12:52:12

Chi sbaglia, deve pagare... Questo, il giovane umano, lo sapeva... gli era stato detto sin dal principio. La foresta dei briganti era silenziosa come sempre: la fitta vegetazione avvolgeva i possenti alberi e sembrava abbracciare la nebbia che cominciava ad alzarsi, lenta ed inesorabile, fino alle case che dall’alto dominano la foresta. Nibbio era da poco tornato, dopo essersi impegnato in ciò che il Consiglio delle Ombre aveva lui ordinato. Veloce, rapito, silenzioso... ma aveva commesso un errore: piccolo, veniale, ma fatale nella sua semplicità. Uno sbaglio che aveva avuto tremende conseguenze; un errore di calcolo che aveva compromesso le fondamenta di tutta l’operazione. Avrebbe potuto pensarci prima, prevedere, tutelarsi... avrebbe dovuto farlo, se la sua poca esperienza e l’emozione della prima missione non lo avessero tradito. Avrebbe voluto tornare indietro, correggere gli errori che ora, con tanta sofferenza, si vedeva costretto a pagare. E ad ogni frustata che lacerava il suo dorso, quei pensieri affollavano la sua mente, rendendo ancora più insopportabile l’umiliazione. “Tu hai tradito la tua famiglia... tu sei responsabile di aver condotto alla morte, con le tue azioni sciagurate, il nostro Portavoce: un fratello, un capo, un amico...”

La voce fredda della mezz’elfa risuonava nella cella. Le catene sfregavano ad ogni sussulto di Nibbio che, nonostante gli sforzi per non urlare, sembrava ormai cedere al dolore. Pochi colpi, secchi e decisi, indirizzati con maestria... pochi attimi e i sensi dell’uomo cominciavano a perdersi nell’umidità della stanza. “Non lasciate che svenga” disse Vipera ai suoi fratelli. “Deve restare cosciente ed assaporare gli ultimi istanti della sua vita... comprenderà meglio la gravità dei suoi errori”. I due bloccarono la testa di Nibbio e con forza ne aprirono la bocca. Afferrata la lingua, Vipera la recise di netto. “Questo, per eliminare ciò che troppo ha rivelato”. Nibbio si agitava emettendo suoni gutturali; tentava di divincolarsi dalla stretta dei due, ma poteva ben poco contro le catene. D’un tratto, le forze gli vennero a mancare. Si fece docile, quasi rassegnato e disposto ad affrontare di petto ciò che a cui il destino lo aveva condotto. Con la lama ben salda tra le mani, Vipera guardò negli occhi Nibbio ed afferrata la sua mano destra la tirò verso di se. “La mano che ha scritto, la mano che ha compromesso, ora verrà recisa!” Stanco, debole e rassegnato; Nibbio non tentò nemmeno di sottrarsi allo straziante dolore. Socchiuse gli occhi, in attesa che la sua carnefice facesse scempio del suo corpo, e ripensò ancora alla stupidità dei suoi errori.

Chi sbaglia deve pagare... mai si sarebbe aspettato di doverlo fare con la propria vita. La lama affondò nella sua carne, separando la mano dal corpo, spaccandone le giunture che la ancoravano al braccio. Nibbio cadde all’indietro, appoggiandosi al muro e scivolando a terra esausto. “Ora il suo corpo ha pagato il suo debito”. Vipera si voltò verso Istrice, fece alcuni passi verso di lui, verso il fondo della stanza. Fece cenno a Scorpione e a Vashien di abbandonare il corpo straziato. Poi, prese una torcia, incendiò una freccia e si preparò a scagliarla verso l’uomo esangue. “Perchè ogni cosa va portata fino in fondo, e la tua redenzione non sarà completa finché anche la tua anima non avrà conosciuto la vendetta che muove la mia mano...”. La freccia si conficcò nel petto dell’uomo, uccidendolo. Le fiamme divorarono il suo corpo, consegnandolo all’oblio. Il Portavoce era stato vendicato.

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