III. Il Martello Giustizia - Tjodalv e Magnus
Scritto da : Mirgal in data : 13/01/2007 23:25:49

Era una notte gelida quando una dozzina di figure nere sbarcò su una silenziosa isola dei mari del Nord.
Avanzando nella neve, esse giunsero in una piana, in attesa di chi erano venute ad incontrare.
Di lì a poco, come gli era stato chiesto, dinnanzi a loro apparve Tjodalv, il Signore dei Ghiacci, Custode del Signore dei Sogni Ireuel.



Ai suoi piedi poggiarono il martello Giustizia e, ingannandolo con false promesse, lo indussero a possederlo per renderlo uno strumento dell’Oscuro.



Quando il demone fu nell’arma, le figure nere si disposero in cerchio attorno ad essa versandovi sopra il sangue di una creatura extra-dimensionale ed eseguirono un rituale per sigillarlo al suo interno.
Il loro scopo era quello di rendere la possessione permanente indipendentemente dalla volontà di Tjodalv.









Dopo il rito, il martello risultò però talmente carico di potere oscuro da non poter neppure essere sollevato da terra.
Prima ancora che le figure nere potessero chiedersi come trasportarlo lontano da lì, tre presenze inaspettate però le distrassero.



Come molto tempo addietro aveva predetto Kuranes ai Cultisti da lui in visita, il Paladino Magnus era giunto sull’isola attirato dall’aura demoniaca di Tjodalv e con sé aveva portato due Cavalieri dell’Alba.



Invano tentò di farsi riconsegnare il suo martello dai seguaci dell’Oscuro e, quando gli fu chiaro che lo scontro sarebbe stato imminente, ordinò ai suoi seguaci di andarsene poiché altrimenti avrebbero perso le loro vite.
Egli sarebbe rimasto da solo a tentare di porre rimedio a quanto stava accadendo.



Mentre i Cavalieri dell’Alba si allontanavano, uno spaventoso portale oscuro si originò all’improvviso dal martello che giaceva nella neve.





Vedendolo, Magnus anticipò qualunque mossa dei suoi avversari e vi entrò correndo, provocandone la chiusura immediata.
Tornato il silenzio, con prudenza le figure nere si fecero di nuovo intorno all’arma che a terra pulsava di potere.
Chi le guidava tentò di sollevarla, questa volta riuscendovi.



Sia il Paladino che il Demone si trovavano ora all’interno del martello e la presenza delle loro due forze contrastanti ne aveva equilibrato il potere.
Con l’arma in loro possesso, le figure nere fecero ritorno alla loro nave e si allontanarono poi dalla candida isola, sparendo nell’oscurità della notte.


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