
Con il martello Giustizia nelle loro mani, i Cavalieri Neri ottennero un potere ancora più terribile di quello che avevano in precedenza.
Dopo averne saggiate le potenzialità distruggendo i cancelli di Ondolinde, i suoi nuovi possessori decisero di rivolgere la loro attenzione al Regno degli Uomini. Conquistarono Forte Fenice e ne fecero la loro roccaforte, pianificando di sottomettere Edorel e di far della Torre Nera la loro dimora.
Nei loro movimenti, a loro insaputa, essi erano però stati seguiti dal nonmorto Harlock Konradin, tornato dall’oltretomba al servizio dei loro nemici per individuare i loro punti deboli.
Egli riuscì a scoprire che l’esistenza dei Cavalieri Neri dipendeva da alcune giare che custodivano le loro anime. Ottenendole, si sarebbe potuto guadagnare il controllo su di loro. Esse non si trovavano però in questo mondo ma nel Reame dei Sogni del loro Signore Ireuel, a cui essi potevano accedere tramite un particolare portale percorribile soltanto da loro.
Questo fu ciò che Harlock riferì al Signore della Torre Nera e ciò che egli raccontò a Senoy.
Il demone rispose che con la sua potente stregoneria avrebbe però potuto creare un varco anche per i Cultisti ma la presenza dei Cavalieri Neri in quel Reame avrebbe facilmente causato il loro sterminio.
Sarebbe stato necessario quindi un diversivo per mantenerli impegnati altrove e dare modo così ai loro nemici di appropriarsi delle giare. L’occasione propizia si ebbe grazie ai Cavalieri dell’Alba e agli eserciti dei Regni degli Uomini che decisero di attaccare Forte Fenice, per liberarlo dalle armate nonmorte dei Cavalieri Neri.
Unendo i propri poteri a quelli dell’arpa Voce dell’Abisso, Senoy creò un portale oscuro per il Reame dei Sogni e i Cultisti lo attraversarono, accompagnati da Harlock Konradin e dalla demone che tempo addietro si era unita a loro dopo essere nata da un uovo consegnato alla Torre Nera da Armisael.


Gli intrusi nel regno di Ireuel si trovarono di fronte un mondo alieno e misterioso, in cui le leggi fisiche normali non avevano più senso.






Vagando attraverso gli strati di quella dimensione, dovettero affrontarne i numerosi pericoli e comprenderne i segreti prima di riuscire a raggiungere ciò per cui vi erano entrati: la fortezza in cui i Cavalieri Neri dimoravano quando si trovavano in quel Reame.
Gli esploratori del Culto, inviati in avanscoperta al suo interno, si trovarono innanzi uno spettacolo terribile. Un enorme esercito di nonmorti infatti la presidiava, rendendo folle anche il solo pensiero di introdursi al suo interno con la forza.


Mentre uno tornava a fare il resoconto al suo Signore su ciò che aveva visto, l’altro ardì ad avventurarsi da solo alla ricerca delle giare.
Sfuggendo al vigile sguardo dei loro guardiani, le trovò su cinque piedistalli di freddo marmo candido e se ne appropriò, per dileguarsi poi nel nulla.

Poco più tardi, raggiunse i suoi compagni e consegnò al suo Signore ciò che aveva rubato.
In quel momento, sulle soglie della fortezza, inaspettatamente apparve uno dei Cavalieri Neri.
A differenza dei suoi compagni che stavano combattendo contro gli eserciti degli Uomini, egli era rimasto di guardia alla loro dimora nel Reame dei Sogni.

Affrontarlo là, dove regnava il suo Signore Ireuel, sarebbe stata un’impresa al di là della portata umana e, quindi, per permetter la fuga ai Cultisti, il loro servitore Harlock Konradin si frappose tra loro e il loro nemico.

Mentre i due potenti nonmorti si scontravano incrociando le loro armi in una battaglia devastante, i fuggitivi tornarono nella Torre Nera attraverso il portale di Senoy.
Il demone disse loro che sarebbe stato ora necessario portare le giare a Kuranes, affinché attraverso loro potesse ottenere il controllo di tutti i Cavalieri Neri.
Così accadde ma, per assoggettarli al suo volere, al Signore dei Ghoul sarebbero stati necessari alcuni giorni.

Quando i Cultisti fecero ritorno alla Torre Nera, sulla sua sommità, dove si era aperto il portale per il Reame dei Sogni, trovarono a terra i resti del Revenant che avevano creato.
La sua missione si era conclusa e con essa la sua esistenza in questo mondo.

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