Gara di Poesia di Hammerheim
Scritto da : Sephyol Aelkis in data : 07/02/2007 16:38:34

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Dopo lungo tempo,molte armi spezzate e molto sangue versato, è dolce quietar l’animo con dolci parole che cullano la mente di ognuno,la rifocillano con la loro soavità e la risvegliano.

Cantori di ogni dove si riunirono alla Splendida per decantar le lodi del più tenero ma allo stesso tempo forte dei sentimenti, colei che nei tempi più oscuri rinnova la luce del cuore e risveglia le forze più insite in ognuno di noi: ovviamente sto parlando di Lei: La Speranza

Molti Cantori si esibirono sul palco del Teatro della Capitale,non per sminuire i canti degli altri poeti riporterò qui solo quelle poesie che destarono la meraviglia negli entusiasti spettatori.
Per prima riporterò la poesia di Madama Vesedra:



Molte battaglie vissi,ed in ogni breve tempo
Incuneato tra la prova e l’attesa
Sentti la tua forza accanto a me,sul campo
A volte sparisti,condannandomi alla resa:
Oppure arrivasti,inaspettata,nel cuore come un lampo,
A togliermi dall’angoscia e la sua gelida presa.

Mia compagna tu solo ora mi sei sorella:
Fra me e la quiete v’è una tal distanza
Che ti potrei dir vana,e perciò più bella.
Tra mille ostacoli la mia anima a stento avanza:
Unica guida tu,che Danu fece la mia stella,
Viva finchè vivo,tu dolcissima Speranza."



Ora il soave sonetto di Eiden,Cantore di Loknar:




“ Speranza,viltà dell’uomo triste e onesto
Ciò che più si aggrappa all’amor di vita
Riflessa di luce ormai assopita
Ma immensa che t’accoglie con un gesto.

Presenza ormai tracciata nel profondo
Di chi vuol restar a galla senza impiccio
Perché la sola scelta ne fu inizio"


E poi fu il turno,della novella cantata da Gaerandir,l’elfo poeta:



“Signori e Signore dinnanzi a me seduti
Preparatevi ad avere gli occhi ben bagnati.
Che se dopo la mia storia Voi non piangerete
Voglio sapere per cosa vi commuovete.

Quella che vi canterò è la triste storia
Di due giovani sposi,di cui si è persa la memoria.
Che per colpa dei destino crudele
Vissero un tempo amorose pene.

Ma quello che è della poesia l’Argomento
Non sono i Baci,le carezze o il tradimento,
Bendì quella virtù che mai deve andare in vacanza,
Sto parlando ovviamente della Speranza

Ma data la serietà dell’Argomento
E il suo tema ceh mai sarà spento
Vi prego di trattener applausi e lacrime,
Almeno fino alla fine delle mie tristi rime..

Erano anni di pace nel Doriate Inferiore
Quando implacabile scoppiò l’Amore
Tra Arwen,dai capelli color dell’Oro
E Syon,che vedeva nella sua bella un tesoro

Non perderò tempo dicendo il quando e il come
Per Amore loro persero la ragione
Dirò solo che del loro Sentimento
Fu Awen,Dio dei matrimoni, ben Contento
Ma la loro Fortuna purtroppo cessò
Quando tra i Continenti una guerra scoppiò

E il giovane Elfo fu richiamato
A prestare servizio per il Doriath tanto amato
Partì triste per l’Umano Continente
Con l’anima cupa e l’armatura lucente.
E vide la sua bella da lontano
Che per l’ultima volta salutava con la mano,

Passarono giorni tremendi per l’innamorata,
Poiché nessuna notizia dal fronte era arrivata,
Finchè un giorno arrivare vide
Le navi veloci dalle vele candide
Corse veloce la bella innamorata.
Ma nessuna notizia per lei era arrivata
Che le desse nota del suo Amato,
Ne vivo ne morto lo avevan trovato.
Le dissero invero “Mai tornerà!
E’ questa la dura ma triste Realtà!”

Ma lei d’animo non si perdette
E in riva al mare,ad aspettare il marito si sedette
Aspettò di fila notte e giorno
Che il suo amato facesse ritorno,
Ma nonostante fosse solita molto girare
Il Marito ahimè non vedeva tornare
E nonostante ciò siede ogni giorno
Sperando che il suo Amato faccia ritorno,
Alternano a volte piangenza e ridanza,
Ma mai perdendo la Speranza

Spero dunque Signori e Bambini
Guerrieri,Maghi,Ladri e Ragazzini
Di avervi degnamente narrato
La storia di una bella e del suo Amato
E proprio a voi in ultimo mi rivolgo
Amatori nobili e del volgo
Che sempre Amore possiate donare
E che non perdiate la dote dello Sperare

Lo spettacolo è finito,Signori spettatori,
E dal mio conto non cerco ne soldi ne onori,
L’unico premo che voglio ben presente
Sono i Sorrisi e gli Applausi della Gente.."


L’ultima canzone che ora vi reciterò,fu quella che vinse il premio della Gara e lasciò a bocca aperta gli spettatori: il gentil canto fu composto da Arianne D’Yreen,giovane poetessa di Hammerheim e recitava così:



“Vagavo da giorni con un pensiero,
Di descrivere la speranza,in modo vero.
L’ispirazione non è semplice da trovare
Quando il buio ti prende,e non sai che fare.
Ma percorrendo le vie della Capitale.
Osservavo la gente,che con fare vitale
Mi mostrava ciò che cercavo,
E che con cura come una trava tessevo,
Questi veri,dunque,ora io vergo
Narrando dove essa trovi albergo

La speranza non si scrive,ma si legge
Nello sguardo di chi,ogni giorno,la vita regge.
Speranza risiede in coloro
Che nulla hanno,neppure un lavoro.
E’ guardare il sole lentamente assopire.
E’ una notte senza incubi,è il dolce dormire.
E’ il campo di grano,che rigoglioso cresce,
E’ la rete in mare,stracolma di pesce.
E un sospiro delicato,sollevato,adirato
E’ la voce squillante di un bimbo appena nato.
E’ la macchia di sangue sulla lama del cavaliere
Che tutto sempre da,senza nulla avere.
E’ la luce negli occhi di un ognugno di noi.
E’ un canto di gioia,è tutto,se lo vuoi.”


Con questa novella si concluse la gara,gli spettatori tornarono alle loro case serbando le emozioni provate nell’ascoltar le dolci novelle,perché mai più potessero scordarle.

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