VI. Il Martello Giustizia - La fine dei Cavalieri
Scritto da : Mirgal in data : 14/02/2007 15:03:50

Le notti si susseguirono dopo la consegna delle giare con le anime dei Cavalieri Neri a Kuranes.
In attesa di notizie da parte del Signore dei Ghoul, i Cultisti scrutavano l’orizzonte dalla sommità della Torre Nera, nella speranza che egli riuscisse a soggiogare entro breve i loro nemici nonmorti.
Temevano infatti di vederli riapparire tra le rovine di Edorel, pronti ad attaccare la loro sacra dimora per appropriarsene, come era da sempre nei loro desideri.
Ricordavano bene cosa era accaduto nel loro ultimo scontro e sapevano che affrontare quegli esseri, in un disperato tentativo di fermarli, questa volta li avrebbe condotti allo sterminio.



Sembrò trascorrere un tempo interminabile ma infine uno dei Cavalieri Neri, Silenoz, fece la sua comprarsa, giungendo alle porte della Torre.



A spingerlo da solo fin là non erano state però intenzione ostili.
Era stato mandato infatti da Kuranes per invitare i fedeli dell’Oscuro a raggiungerlo nella sua fortezza, mostrando contemporaneamente che i loro temuti nemici erano ora sotto il suo totale dominio.
Un portale creato da lui li attendeva nel piazzale antistante la Torre e, attraversandolo, giunsero al suo cospetto accompagnati dal tetro messaggero.



Il Signore dei Ghoul rivelò loro che durante la battaglia di Forte Fenice il martello Giustizia, brandito dal Cavaliere Nero Iscariah, era caduto nelle mani dei Cavalieri dell’Alba.



Guadagnare il controllo dei cinque servitori nonmorti di Ireuel non era quindi servito a riottenere da loro l’arma in cui era stato imprigionato il suo Custode Tjodalv, sebbene essi nelle loro attuali condizioni non costituissero più un pericolo per la Torre Nera.
I fedeli dell’Oscuro erano riusciti a sconfiggere i loro nemici ma il loro era stato soltanto un parziale successo poiché ora l’arma si trovava in mani infedeli.
Kuranes, dal canto suo, aveva invece ottenuto tutto ciò che desiderava e fin dal principio aveva accuratamente pianificato: il paladino Magnus restava ancora sigillato nel martello e i potenti Cavalieri Neri erano ora al suo servizio.
Che il Gotterdammerung non sarebbe avvenuto in quelle condizioni sembrava non preoccuparlo eccessivamente poiché, dal suo punto di vista di essere immortale con tutta l’eternità a disposizione, prima o poi la situazione si sarebbe risolta a favore della prosecuzione della Guerra degli Spiriti.
Attualmente egli sembrava avere invece altri piani e non si mostrò interessato alle proposte dei Cultisti di impiegare i Cavalieri Neri per il recupero immediato dell’arma.
Tornati nella loro dimora dopo aver lasciato la fortezza di Kuranes, essi ricevettero la visita del demone stregone Senoy che, come loro, era ormai a parte del destino del martello.



La sua venuta aveva il fine di portare ai fedeli dell’Oscuro le parole di Samangelof riguardo le sue volontà per il futuro, dopo la vicenda appena conclusasi.
Avendo tutti i mortali sulle sue tracce pronti a fermarlo in un modo o nell’altro, il Signore dei Neri Cancelli aveva deciso di uscire di scena e di lasciare che con il tempo venisse dimenticato, insieme alla minaccia del suo desiderio di venire in possesso del martello Giustizia.
In seguito, quando gli si fosse presentata una situazione migliore per appropriarsi dell’arma, si sarebbe rimanifestato e, una volta ottenuta, avrebbe distrutto Tjodalv e quindi risvegliato Ireuel, ridando il via alla Guerra degli Spiriti.
Dopo aver parlato, Senoy si congedò e scomparve nello stesso rilucente portale vermiglio da cui era emerso, lasciando che l’oscurità tornasse a regnare nella Torre Nera.



La fine di Ardania era stata soltanto rimandata…


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