Decadenza e Rinascita
Scritto da : Delerion Lynneth in data : 30/03/2007 15:06:10

E' nel buio della notte che arrivò la Piaga. Nubi verdastre e innaturali si addensarono su Tiond, facendo sorgere sospetti negli elfi ancora svegli.

Dopo poco dall'ammasso di nubi, iniziarono a piovere detriti, gettando nel panico la popolazione e svegliando gli elfi dormienti.

Insieme alle rocce un liquido viscido e melmoso, acido, cadde incessante. Da esso si originavano mostri melmosi e putridi, assaltando qualunque cosa capitasse loro vicina. Nur Laeg e Abis, il gerofante, vi si confrontarono per primi, mentre Tiond si armava.

Rapida fu'la reazione nel distruggere quelle creature. Ma la Melma continuava a cadere, le nuvole non sparivano, e alcuni dei massi non si erano distrutti all'impatto....








Fu solo il giorno seguente che i toronin della Verde ebbero modo di comprendere davvero cosa lentamente stava accadendo.

Verdastre pozze dalle intense esalazioni acide erano come trasudate dal suolo, 4 in tutto, due da principio ed altre due a distanza di ore e nel frattempo una pioggia altrettanto acida lenta ed inesorabile si abbatteva implacabile su Tiond e su tutta la Foresta sacra al dio Earlann.

Sgomento ed angoscia albergava nel cuore di tutti d’innanzi al triste spettacolo che si parava loro innanzi, la Verde Tiond, un tempo florida e rigogliosa come nessun’altro luogo Ardano iniziava a mostrare segni di decadenza; gli alberi presero a seccare e gli animali ad ammalarsi.




Le prime vittime furono gli uccelli a contatto con la densa e malsana nebbia che quelle pozze esalavano e poi gli spiritelli che erano soliti danzare su di un piccolo laghetto, morirono e i loro corpi nella superficie divenuta ormai densa e mucosa attrassero i ratti il cui numero lentamente crebbe.






Ciò che stava accadendo aveva ben poco di naturale, la pioggia stessa così come il morbo che stava mietendo le creature della foresta era qualcosa di ben diverso e decisamente più temibile, i druidi forse avrebbero saputo cosa fare, fu cosi che Paranor venne avvisata assieme ai cugini della Splendente Ondolinde che ancora erano all’oscuro dell’accaduto.

I druidi, ligi ai compiti affidati loro dalla Madre, rapidi accorsero alla chiamata ma nel frattempo le condizioni s’erano fatte ben più gravi poiché nuove orde di creature ancor più pericolose erano fuoriuscite, alcune dalle dimensioni di un albero che ne vomitavano altre di minore entità, nel frattempo il cielo s’era fatto sempre più livido impedendo alla luce solare di giungere su Tiond.






Nulla poterono fare neppure loro eccetto arginare il futuro allargamento delle pozze, e fu così che il rituale fu compiuto e gli argini vennero a loro volta circondati da verdi germogli che grazie ai poteri benigni della madre crebbero forti e rigogliosi, stremati quindi i druidi presero congedo ripromettendosi di studiare il fenomeno e di tornare a soccorre la Verde quanto prima.




Oramai a Tiond lo stato di allerta era totale, come in guerra.
D'altra parte era una guerra, il popolo Sindar contro una minaccia oscura e apparentemente senza punti deboli.
Vari tentativi furono fatti, dal distruggere i massi della pozza di acido principale, a benedizioni e rituali...
Ma ogni notte dalle pozze prendeva vita una empia progenie putrida, volta solo alla distruzione.



Già si iniziava a disperare, quando una creatura fece la sua apparizione.
Sindar, ma solo dai lineamenti avrebbero potuto dirlo. Era chiaro a una prima occhiata che quell'elfo non era un elfo, o non più almeno.

La pelle verdastra e viscida, gli occhi rosso fiamma, cavalcava un destriero scheletrico camminando tra le schiere intente a combattere le creature melmose.


Non mostrò quasi di accorgersi dell'esistenza dei guerrieri, che urlavano contro quell'apparizione cosi maligna.
Parlava, ma con il nulla, inneggiava a un empio Signore, e alla decadenza a cui avrebbe portato Tiond.


Inutili furono ogni forma di attacco, poiché niente lo scalfiva e mentre spariva disse che sarebbe tornato...

Era giunta l'ora di scoprire Chi fosse, Chi servisse e soprattutto come renderlo vulnerabile.





Le ricerche e le ipotesi su Chi o Cosa fosse quella creatura, e su chi servisse erano numerose.
Demoni, Luugh, chiunque poteva essere. Vi era poco da fare per Tiond, se non attendere, pregare e combattere.
Si decise di tentare una preghiera, un invocazione a Earlann perché le sue acque sanificassero Tiond e il suo Bosco.
Ma la piaga non diede pace neanche al rito e lotta di nuovo fu', al termine della quale i sacerdoti presenti invocarono l'aiuto di Earlann.
Ma niente parve accadere, ne' la situazione migliorare...
Anzi attacco dopo attacco le creature sembravano man mano più forti, più numerose, più pericolose.









Pochi giorni dopo un altro strano avvenimento accadde...

Un misterioso profeta apparve alla Ninque Heri e alla sua scorta sulle gradinate del Palazzo sultanale di Tremec dove si erano recati, dietro invito, all’incoronazione del nuovo Sultano.
Sul momento le sue parole apparvero strane,ma, quando successivamente, lo stesso Profeta fece la sua comparsa a Ondolinde nella calma quiete della Valle e dinanzi al Tulip si espresse nella sua profezia, citandola in tal modo alla Bianca Dama, Limy’en :





" Un seme gettato a terra non rinasce e non dà frutto se prima non muore.
Le tenebre nascondono nel cuore di colui che fu corrotto.
Egli è l'immortale, l'eterna decadenza...
Solo un'arma intrisa di purezza ed incorruttibile ...può trafiggere il cuore nero....e il luogo in cui è custodito è un luogo di tenebra...
La chiave per avanzare nelle tenebre è la luce per trafiggere il cuore, per rendere mortale la decadenza...
E' la luce che illumina il volto dei defunti , là troverete il cuore nero..."

















Limy’en trascrisse prontamente la profezia su un libricino e si recò alla Verde per comunicare e commentare quelle enigmatiche parole di colui che diceva essere il Profeta della Rinascita.



Oramai molti erano i giorni di battaglia, su quei prati una volta fertili, ora ridotti a una massa di putrescenza.

Tutti cercavano un interpretazione possibile alle parole del Profeta della Rinascita e a quelle del Profeta della Decadenza.

Ma poco si intuiva di cosa fosse necessario fare, per seguire la "Via della Rinascita".
Ma come temuto e previsto, il profeta della Decadenza tornò, preceduto da un ondata potente, di creature marce.
Molto più chiare e esplicite furono le sue parole, Luugh il suo signore voleva Tiond, e i Sindar, come suoi nuovi servi.
A loro vita eterna, eternamente decadente, in cambio della loro conversione.
Lui, una volta Sindar, aveva scelto la via della Decadenza a differenza del suo Gemello. E per questo Luugh l'aveva reso forte e immortale.

Ignorando le grida furibonde dei Sindar, sconvolti dalla rivelazione e dall'empietà della proposta, promise il ritorno; per sapere la scelta compiuta. La rabbia dei Sindar era oramai al culmine, non vi era dubbio sulla risposta da dargli, ma dubbi su come riuscire a salvare Tiond c'erano. Apparentemente il profeta era immortale, invincibile. L'unica speranza era il profeta della Rinascita, che forse era il suo gemello, che forse poteva guidarci verso il suo punto debole.

Il profeta della Rinascita però non appariva a Tiond, l'unica speranza erano le parole riferite dagli Ondolindelore.

Il giorno dopo, dopo un estenuante battaglia, il profeta della decadenza convinto di aver fiaccato l'animo e il fisico del popolo Sindar, ripropose la sua empia domanda di conversione.

Unica fu' la risposta degli elfi, un No a ogni possibile conversione all'Orrido, la loro scelta era una sola.

Allora tentò un ultimo inganno, mostrando agli elfi la Sacra Reliquia del Drago Smeraldo, come a tentarli.

Ma chiaro era l'inganno e chiara la trappola e dopo lo stupore iniziale tutti rifiutarono con sdegno.

Il Profeta vedendo la fine dei suoi piani, gridò alla vendetta, che avrebbe raso al suolo Tiond e i Sindar con essa, punendoli.
Gli effetti di quella minaccia subito furono palesi, la forza delle creature aumentava ogni giorno, la nebbia malefica era sempre più fitta e gli elfi sempre più esausti...

Cosi Nestir L'Alta Kermyol, Wilwarin Giliath e Estel Morh si recarono al Tempio di Suldanas, per pregare e sperare che il profeta della Rinascita, udendole, apparisse loro.

E la chiamata fu udita, ma il profeta era debole e esausto poiché troppo vicino a Tiond.



Poche parole riuscì a dire, ma confortò i presenti poiché Tiond aveva già scelto la rinascita. Restava solo da scoprire l'Arma da usare...

Tutti insieme, i Tòronin dell’Alleanza, discussero a lungo su quale potesse essere quel luogo che ospitava una simile nefandezza, il cuore nero del Profeta della decadenza.

Dopo svariate ipotesi, giunsero alla conclusione di esplorare non lontano dal Doriath…nella caverna a nord-est, che ospitava orde di non-morti e dove una candela all’ingresso, se accesa, ne permetteva l’entrata...

La candela, ecco, poteva rappresentare la chiave per avanzare nelle tenebre, così come aveva citato il Profeta.
Pochi giorni dopo gli Ondolindelore, e parte dei Cugini alleati, per non lasciare Tiond sguarnita di protezioni sotto gli assalti del profeta gemello malvagio, si riunirono alla Celata per recarsi alla volta della Cava dei non-morti.









Qui, i valorosi Alleati, sconfissero tutte le orde di anime dannate per giungere incolumi al baule che custodiva il putrido cuore che rendeva immortale il Profeta malvagio.











Con estrema cautela aprirono il baule, restando attoniti e disgustati al tempo stesso per lo spettacolo orribile che si parò dinnanzi agli occhi dei più…

Con dei panni, onde evitare il contatto con quella putrida materia, l’Aran di Ondolinde raccolse il cuore e lo depositò in uno scrigno che successivamente avrebbe consegnato nelle mani del Profeta della rinascita.









Di lì a pochi giorni, come la Ninque si aspettava, il Profeta rifece la sua apparizione nella Valle, in attesa di un riscontro alle sue richieste.



Il Profeta sollevato dall’esito positivo di quell’eroica missione compiuta per la salvezza di Tiond, fece la sua ultima richiesta per poter compiere l’enorme sacrificio, nel tempio di Suldanas, che avrebbe aperto l’ultimo spiraglio per l’estrema salvezza.

Vi era bisogno di un’arma particolare per poter sconfiggere la putrescenza del male e della sua immortalità.

Un’arma intrisa di purezza che il profeta sapeva essere custodita da Lim’yen, la quale non esitò un istante a consegnarla nelle sue mani per consentirgli di compiere quel tremendo, ma necessario, sacrificio.





























Di nuovo una speranza, di nuovo una luce seppur fioca nello sguardo dei fratelli, la catastrofe poteva dunque essere fermata ed il malefico profeta definitivamente abbattuto, c’era dunque da organizzarsi e da cercare una soluzione ed una contro offensiva efficace, si decise dunque di incontrarsi a Tiond per raccogliere le idee.

Ironia della sorte o volontà di colui che celato osserva, fu proprio quella notte che la battaglia per la salvezza ebbe inizio, l’attacco fu di inimmaginabile portata, mai si vide un orda di creature cosi forti e così numerose, veri e propri giganti costituiti da marciume e putredine grondanti muchi densi ed urticanti, esseri in grado di spazzar via in un solo istante abili combattenti, capaci di controllare le arti magiche con incredibile forza distruttiva.







La battaglia fu terribile, uno scontro senza pari tra la vita e la morte, tra la salvezza e la dannazione ultima, più di una volta si pensava di essere giunti alla fine, di aver perso, di essere stati sconfitti, nonostante tutto però gli elfi stremati ed esausti continuavano a rialzarsi ed a contrattaccare con rinnovato vigore spinti unicamente dalla fede nei loro dei e dalla flebile speranza che tutto potesse avere un termine e che la verde potesse nuovamente tornare a splendere.







Ore sofferte, ore senza un solo momento di tregua ed infine giunse lui, il dannato, il Profeta della Decadenza, il servo dell’Oscuro, la sue parole furono di scherno poiché osavano tentare di evitare cioè che evitabile non era.

Lo scontro iniziò, l’esercito elfico composto da Sindar e Quenya si divise in due, una parte doveva contenere l’orda che via via aumentava, l’altra cercare di stroncare definitivamente l’origine stessa della piaga, il Profeta non era più invincibile ma restava dotato di forza e poteri senza confronto alcuno, i colpi della sua falce mieterono vittime tra i più abili guerrieri e lo scontro fu terribile oltre che logorante poiché appena sembrava stare per cedere si rialzava con nuovo e rinnovato Vigore.



Infine il miracolo accadde ed il profeta sconfitto e colpito a morte si accasciò al suolo privo di vita e con esso qualcosa iniziava a mutare, le temibili creature persero consistenza per poi sciogliersi, la luce della luna iniziava a fare breccia nelle oscure nubi che lentamente cominciavano a dissiparsi, la fetida nebbia venne spazzata via da una fresca breccia e la vita iniziò nuovamente a sbocciare un tenero germoglio a primavera, la putredine che ricopriva il laghetto venne assorbita dal terreno e nuovi spiritelli tornarono a danzarvi sopra, infine il suolo tremò e le immonde pozze vennero risucchiate via dalla potenza di Suldanas.













Tiond era salva, la vita e la rinascita come la profezia aveva detto avevano seguito la morte.




Delerion Lynneth

Estel Morh

Limy'en Areya

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