La fine di Quentin Valinor
Scritto da : Brelagoth in data : 11/05/2007 02:33:11

Era ormai giunto il momento. Nel pomeriggio era stato avvistato uno degli esseri al servizio di Quentin Valinor nei pressi del Monastero. Era ormai chiaro che non avrebbe tardato molto a fare la sua comparsa personalmente, per tentare nuovamente di impadronirsi del cristallo. Il Gran Maestro fece radunare tutti i membri dell'Ordine,in modo da essere pronti per qualsiasi evenienza. In molti erano ansiosi di vedere finalmente Alba sul campo di battaglia e l'occasione non tardò a manifestarsi.



Quentin Valinor fece la sua comparsa, accompagnato da un'orda di esseri scheletrici. Guardò tutti con disprezzo e minacciò di mettere fine all'intero Ordine se non avesse avuto indietro il cristallo. I Fratelli si strinsero attorno al Maestro, pronti a donare la loro vita e attesero che lei parlasse. Ciò che disse fece rimanere perplessi i più, in quanto il Gran Maestro si disse diposta a trattare. Ci furono numerosi sguardi stupiti tra i più giovani e velati sorrisi da parte dei più anziani dell'Ordine i quali si resero subito conto del bluff del Gran Maestro. Ingannare Quentin, renderlo il più vulnerabile possibile, far sì che Alba potesse conficcarsi nel suo cuore nero, questo era lo scopo finale. Quentin evidentemente non credeva ci potesse essere qualcosa da temere, nulla nella sua mente gli lasciava immaginare la creazione di Alba. Il desiderio di impossessarsi del cristallo era troppo forte, aveva evidentemente aumentato la sua impazienza e la sua imprudenza. Il Gran Maestro Hickaru e Sir Brelagoth, il Cavaliere scelto per maneggiare Alba nello scontro con Quentin, si recarono nella piccola cappella dove la spada attendeva: pulsava più che mai, "sapeva" che il suo momento era giunto.



Sir Brelagoth la impugnò, la mise nel fodero e la nascose sotto il mantello; il Gran Maestro nel frattempo, raccolse i frammenti rimasti del cristallo. Si guardarono, rivolsero una preghiera agli dei ed annuirono decisi: il momento era giunto, quella sera si decideva il destino di Ardania...
Gli altri Fratelli si erano intanto disposti nella radura, dove Quentin, sicuro e spavaldo, attendeva l'arrivo del tanto agognato cristallo. Giunsero infine Hickaru e Brelagoth.
Quentin guardò avido il Gran Maestro piazzarsi davanti ai suoi Fratelli, ma rimase perplesso quando Hickaru iniziò a disporre i frammenti rimasti del cristallo, a formare una runa sul terreno. L'espressione sul suo viso, seppur putrefatto non lasciò dubbi: non si rese subito conto di cosa stesse accadendo e quando iniziò a capire, era ormai troppo tardi.


Quentin per l'effetto delle preghiere amplificate dal potere del cristallo venne paralizzato. Brelagoth scese velocemente da cavallo e sguainò Alba: il volto di Quentin si contorse in un'espressione mista di odio e terrore. Furono pochi attimi, ma interminabili. Aprrofittando della momentanea paralisi di Quentin, Brelagoth vi si scagliò contro, conficcando Alba nel suo cuore. Per il Traditore ormai era finita: emise un ultimo, assordante lamento e si accasciò al suolo, ormai privo di quella non-vita che lo teneva legato a questo mondo.



Ma la battaglia non era ancora finita: i generali del suo esercitò si scagliarono contro i Cavalieri. La lama di Alba si fece sempre più luminosa e guidò l'Ordine intero alla vittoria, dopo una lunga, estenuante battaglia: centinaia di esseri non morti caddero sotto i suoi colpi; tutti si voltavano nella direzione dove Sir Brelagoth brandiva Alba e la sua luce dava coraggio ai Cavalieri, che combatterono senza risparmiarsi, riuscendo così ad avere la meglio sull'orda malefica.



Le grida di vittoria riecheggiarono nella vallata dove si era combattuta una battaglia fondamentale, anche se all'insaputa di gran parte di Ardania. I Fratelli si abbracciarono, incuranti delle loro ferite, consapevoli di aver cancellato dal mondo un Nemico che rappresentava tutto ciò che era contrario ai loro ideali.
Chi aveva ancora la forza di reggersi in piedi si mise in viaggio: tutte le città dovevano sapere, tutti dovevano venire a conoscenza di come i Cavalieri dell'Alba si erano opposti al dilagare del male su Ardania. Dopo che tutti ebbero fatto ritorno al Monastero e dopo che i feriti ebbero ricevuto le giuste cure, i Cavalieri festeggiarono, assieme, uniti come lo erano stati durante quella battaglia. La loro forza era stata nel credere l'uno nell'altro e Alba aveva rappresentato questa loro unione. A notte fonda, i Cavalieri ancora svegli si recaorno nella cappella per ringraziare la spada che li aveva resi ancora più uniti e più forti.


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