Lo Jol: la festa dell'Inverno
Scritto da : Fenrir Valdarsen in data : 05/02/2008 21:37:24

Come da tradizione, nella prima settimana d'inverno, le genti del nord si sono riunite nella città di Helcaraxe per celebrare la festa d'inverno, lo Jol. Nelle settimane precedenti il popolo dei ghiacci si era impegnato per allestire, tra la città e il villaggio Kaek Valdar, un ring per il torneo "testa di troll" e “Lo Palo” per la competizione di destrezza.

Nel giorno stabilito, in apertura alla festa, la gente di Helcaraxe e alcuni ospiti si riunirono nella piazza per ascoltare l'annuale discorso dello Jarl, Rone Ravenlock.



Nonostante la tensione, soprattutto alle parole dello Jarl rivolte al ricordo del Godar, Van Anarkand, il discorso fu "ravvivato" dai singhiozzi dell'Yggdrasil, Mastro Birraio, Bjorn Hjorvaror, alticcio ancor prima dell'inizio della festa. Proprio mentre i fiocchi di neve iniziavano a cadere al suolo, lo Jarl invitò i presenti a sfilare i copricapo dalla loro testa che, come da tradizione, sarebbe rimasta scoperta per l'intera durata delle celebrazioni: il capo scoperto, infatti, avrebbe permesso alla neve di posarvisi, a simboleggiare la presa di coscienza e il rinnovamento per l’anno a seguire. Dopo, ci si diresse verso il Circolo di Pietre, dove fu accesa una grande pira, sulla quale fu dato alle fiamme il caratteristico fantoccio, simbolo degli eventi negativi dell'anno trascorso, insieme alle ceneri dello Jol precedente.







Davanti allo spettacolo delle fiamme danzanti, il Barone Claus Von Kessel, insieme al Rumenal Aemish Von Kessel, investì i meritevoli del titolo di Vargos o Valchiria, consegnando loro la Runa rappresentativa della propria personalità.



Conclusa la cerimonia, i presenti si recarono fuori delle mura di Helcaraxe per sfidarsi nel gioco del palo, vinto da Alan Mc Hallen, e nel torneo Testa di Troll, tra scommesse, grida di incitazione e fiumi di birra.

Nel secondo giorno di Jol è stato celebrato il funerale ai caduti. Al calare della sera la popolazione si riunì per recarsi verso una nave ormeggiata alle porte di Helcaraxe e designata per accogliere i doni per le anime dei compagni caduti in battaglia e destinata ad esser data alle fiamme.



Il terzo giorno lo Jarl, dopo aver riunito in piazza turas e vargos, s’iniziò a spogliare insieme al barone, per rimanere, come da tradizione, coperto dal solo kilt.

Immediata fu la reazione concitata dei cittadini, mentre gli aspiranti ed ospiti rimasero stupidi dal singolare gesto: l’annuale corsa attorno all’isola stava per cominciare. Per dimostrare il proprio valore ogni partecipante avrebbe dovuto compiere un giro completo attorno al massiccio centrale dell’isola, sfidando la neve ed il freddo.

Alla conclusione della corsa ci si riunì attorno al falò per chiudere l’anno gettando tra le fiamme un oggetto appartenente al passato, simbolo di un augurio per il futuro o dell’intenzione di lasciarsi alle spalle i fatti spiacevoli verificatisi nell’anno precedente.

Quando tutti ebbero dato alle fiamme qualcosa di loro proprietà, lo Jarl gettò, per primo, della neve per spegnere il falò, imitato subito dopo dal resto dei presenti.

Inoltre il barone, come ogni anno, raccolse un mucchietto di cenere dalle braci ormai fredde: sarà utilizzato all’accensione del falò dello jol dell’anno a venire. Ormai era rimasto l’ultimo rito per considerare l’anno concluso: la danza del sangue.

Ogni uomo del nord, degno di tale nome, avrebbe affrontato senza armatura e con l’uso delle proprie forze qualsiasi creatura ostile che sbarrasse la corsa verso il villaggio dei troll dei ghiacci a nord dell’isola, che avrebbe visto tingersi di rosso la neve sotto l’Yggdrasil. Sterminati quindi i troll, l’euforia e la furia dei combattenti viene placata dal bagno nel sangue dei nemici sconfitti e dal pasto delle loro carni crude.

Infine si tornò tutti in piazza e lo Jarl dichiarò concluso lo Jol.

Realizzato da: Fenrir Valdarsen e Hidelweiss

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