Path e lo stregone folle
Scritto da : Anyndel Ju'eivra in data : 22/03/2008 13:42:47

Alla bacheca di Paranor furono affissi due messaggi. Il primo di questi recitava di uno spiritello, della sua disperata richiesta di aiuto per salvare le sorelle e gli innocenti animali dalle mani di uno stregone corrotto da perversa volontà. Il secondo era un invito, l’invito per i druidi di giungere, quando la Madre l’avrebbe permesso, alla baita a nord del Trivio. Cosi` fu che il giorno 13 macinale, le vie di alcuni si incrociarono dinnanzi al fuoco che ardeva quieto tra le pietre accanto ad essa.
Eredrik, Ghijas, Holcolleth e Anyndel ivi si incontrarono con il Sommo Gerofante Rosie. Dopo aver brevemente discusso le piu` recenti nuove che ciascuno aveva appreso dal proprio vagare, decisero di chiamare lo spiritello, Path, per poter con il suo aiuto trovare il sentiero da percorrere.


Riuniti in cerchio essi invocarono il suo nome. Path, danzando tra le correnti, svolazzo` fuori dal proprio arboreo nascondiglio, posandosi sulla spalla di Ghijas, per poi conferire con i druidi. La meta venne decisa: il bosco sopra Tiond, in un luogo dove il fiume si incurvava, alla ricerca di ulteriori tracce tra i fauni che vi risiedevano, e che avevano cacciato un loro simile, ora servo dello stregone. Viaggiarono dunque, percorrendo strade ai piu` interdette, fino a trovarsi nel continente elfico, ove vennero raggiunti da Abadon Zashar, detto il Papalagi, dardo di druir il quale, tra l’altro, aveva assistito all’apparizione dello spiritello stesso. Passarono un guado sopra Tiond, inoltrandosi nel bosco. Subito creature d’indole distruttiva tentarono di aggredirli, ma prontamente furono respinte. Uno dei fauni ivi presenti, sul punto di cadere anch’egli dopo aver aggredito il gruppo, chiese loro cosa cercassero.


Fu l’occasione giusta per spiegargli del fauno corrotto di cui inseguivano le tracce. Vedendovi forse una rendita anche per se, il fauno li condusse ove i suoi compagni suonavano assieme. Questi pero`, sorpresi alla vista dei visitatori, tentarono di aggredirli, e dovettero ugualmente esser ricondotti alla calma, prima di riuscire a parlarvi. Oltre al nome del primo fauno, Bal, tuttavia non si scopri` molto. Il servo dello stregone infatti, andava e veniva comparendo dal nulla, per mezzo di un portale, e non si aveva idea di dove conducesse. I ragionamenti del gruppo, al quale s’era aggiunto fratello Alafer, furono interrotti dalla fortuita apertura di un tale portale proprio innanzi a loro. Ne uscirono alcuni uomini con pesanti armature, che senza esitazione si avventarono sui presenti, avendo pero` la peggio. Si decise quindi di varcare quel portale, unico appiglio a cui rivolgersi per trovare il covo dello stregone. Il gruppo si ritrovo` in uno stretto stanzino, anguste mura ed una porta di ferro battuto al di la` della quale si udivano rumori metallici. Si prepararono al meglio ed aprirono la porta, solo la prima delle tante porte di quel sotterraneo, gremito di guardie in armature ed automi.
Evitata una stanza denominata “Esperimenti Falliti” da un cartello sul muro, attraversata a larghe falcate una ove cadaveri erano grossolanamente dati in pasto alle fiamme,


giunsero ad un ampio salone. Circondato da portali luminescenti vi era un tavolo, su questo, pezzi di cadavere, dietro, un individuo in ampie vesti che li stava ricucendo. Talmente intento nella propria assurda opera che non si accorse dei druidi finche` Alafer non gli rivolse la parola, chiedendogli cosa stesse facendo. Completamente preso dai propri intenti, egli spiego` che il suo intento era creare una creatura assolutamente perfetta: forte, agile, resistente ed in grado anche di maneggiare il flux. Una definizione di perfezione basata solo sulla brutalità in combattimento per un’opera che costituiva grave offesa all’Equilibrio.
Alafer tento` di ricondurre Alanthur, questo il suo nome, alla ragione ed a mostrargli l’oscenita` del suo operato. Ma le sue parole ottennero un risultato alquanto imprevisto.



“…una creatura dotata di tale capacita` di parola sarebbe ancora meglio… ma certo!”

La battaglia con lo stregone ed il demone che egli aveva richiamato a se impegno` per lunghi minuti i druidi, ma la Madre concesse a loro ed ai loro compagni animali il vigore di controbattere. Lo stregone era sempre piu` stanco, i suoi attacchi sempre piu` scoordinati. Quando stava per cedere, Alafer lo intrappolo` nella pietra, ancora cercando di dissuaderlo dai suoi intenti. Lo stregone parve ascoltare queste parole, ma fu solo un attimo. “Certo! Rimandero` il mio esperimento! Ma sappiate che voi non ne uscirete vivi!”
Mentre pronunciava queste parole lo stregone svani` in uno dei cerchi di luce. Poco dopo ne emerse, agitato, lo spiritello. Il luogo dove conduceva il portale pareva esser stato rivelato, ma non era ancora tempo di abbandonare quel labirinto di pietra, bisognava prima trovare le prigioni e liberare gli animali che lo stregone aveva ghermito per i suoi piani. La stanza accanto ospitava un forziere, di certo uno dei possibili luoghi ove nascondere delle chiavi, ma controllarlo non fu possibile. Avvicinatisi allo scrigno i druidi furono sorpresi da un violento sussulto del terreno. Sottili crepe cominciarono a dipingersi tra le pietre che costituivano le mura. Abbandonati i propositi del forziere, il gruppo prese a cercare le prigioni. Nonostante le scosse non accennassero a diminuire, altri mercenari tentarono di bloccare la loro cerca. Giunsero infine ad una porta di solido metallo sprangata. Nessuna delle guardie aveva la chiave, nemmeno il fauno corrotto, caduto in quella stessa stanza. Path si offri` di cercarle in quel forziere e volo` rapidamente via, insensibile ai tremiti del terreno. Torno` rapidamente e fortunatamente aveva con se una chiave di rame. Approfittando di un momento di quiete della terra, Alafer apri` le porte. Il piccolo corridoio che si apri` dinnanzi ad essi aveva tre porte. Le spalancarono tutte, ed ecco ritrovati gli spiritelli, un fauno terribilmente impaurito ed un gruppo di animali ormai esasperati dalla prigionia in quell’angusto luogo.
Un forte scossone allargo` ancora i disegni delle crepe nella grigia pietra. Correndo per il terreno dissestato,


schivando crepacci e pezzi di pietra che con secchi suoni si staccavano dal soffitto, raggiunsero infine la sala dei portali, varcando con decisione quello che lo stregone aveva scelto. L’oscurita` notturna mista all’aria del bosco fu come un calice di quiete servito ai loro animi. Path li ringrazio` piu` volte


e svolazzo lietamente via, per tornare in fretta dalle sorelle. Lo stregone era sfuggito alla morte e forse avrebbe tentato di replicare i suoi piani, ma se questo fosse davvero accaduto la brezza ne avrebbe portato notizia alle orecchie dei druidi, ed egli sarebbe stato fermato, definitivamente.

“Abbiamo salvato numerose creature, ma altrettante in ogni angolo di Ardania stanno soffrendo.
che Ella ci conceda la forza e la capacita` di giungere la dove e` necessario e la dove ella ci indica”

Cosi` si congedo` il Gerofante dai fratelli, e cosi` ognuno si avvio` al proprio riposo.
Meritata quiete per lo spirito e per le membra, che rigenerasse entrambi al fine di riprendere il cammino all’indomani di quell’intensa serata.

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