La creazione del Gong
Scritto da : Testenio De Lyoness in data : 21/06/2008 15:00:23

Da giorni, Ardania era sconvolta. Amon, così come Helcaraxe, Hammerheim, e tante altre città, era invasa da Non Morti. Lich, Spettri, Scheletri di vario genere, abominii che, arrivati attraverso ad un portale analogo a quello comparso sull'Isola dei Ghiacci Eterni, da giorni tormentavano l'Urbe. Qui, a differenza di altrove, un non morto aveva maledetto molti cittadini amoniani presenti agli scontri. Una campana, il cui suono toglieva la voce a chiunque lo udisse, era lo strumento con cui era stata messa a tacere gran parte della Guerriera. Il Primo Senatore Raimond Lamber, sua moglie e Legato Imperiale Charis Lamber, il pretore Shalit, il Tribuno Guerriero Adriel, e tanti altri erano stati colpiti. Tra questi, vi era anche il Sommo Templare Testenio de Lyoness, di ritorno da uno dei suoi lunghi viaggi, maledetto assieme al fratello Gregor Sorbec. Fu dai Templari che ci fu il primo risveglio, il primo tentativo per rendere la voce agli Amoniani. Inizialmente fu chiamato Ultor, abile fabbro amoniano, anch'egli rimasto muto, e il fratello Silea Fortebraccio, Templare d'Oriente e fiera spalla di Testenio, umile servitore di Aengus.

Grazie a loro, fu forgiato un Gong Dorato, sull'immagine del Risplendente di Crom.

Dopodichè, la popolazione fu temporaneamente sollevata dal suo incarico di guardia alle mura, per recarsi in cattedrale. Nei preparativi alla sede dei Templari d'Oriente, il Sommo istruiva Silea su cosa avrebbe dovuto dire e fare, nell'unico modo in cui gli fosse ancora possibile parlare, cioè scrivendo su di un libro.

La cerimonia iniziò. I Templari entrarono portando il Gong nella navata principale della Cattedrale di Crom, davanti a molti fedeli, alcuni impauriti, altri speranzosi.

Furono chiamati alla benedizione del Gong i sacerdoti presenti in sala, e oltre ai due Templari vi erano Harin, promettente novizio Templare, e il confratello della Fortezza del Sacro Verbo Haradion, giunto in aiuto dei Templari per la cerimonia.

Nel mentre i fedeli seduti pregavano, Testenio scese i pochi scalini dell'altare. Invocò la benedizione degli Dei per aumentare le sue capacità fisiche, imbracciò un martello, benedisse anch'esso, e si fermò per un attimo. Qualche respiro, uno sguardo in alto, poi gli occhi fissi sul centro del Gong, e tre martellate, fortissime, che risuonarono in tutta la cattedrale.

Per un attimo, la gola dei presenti sentì di nuovo vibrare nell'aria, le corde vocali risvegliate.... Ma fu questione di un attimo, un lieve soffio. Nella Cattedrale tornò il silenzio. Silenzio di sconfitta, silenzio di desolazione. La voce non era ancora tornata ai cittadini amoniani. Tra lo sgomento, la rabbia, e la sconsolazione, Testenio vergò velocemente due righe, che Silea prontamente ripetè alla folla.

"Il Sommo ritiene che la motivazione del non funzionamento del Gong sia data dalla presenza, su territorio amoniano, del portale. Sarà necessario sconfiggere il portale, chi lo ha creato, e tutto ciò che vi è attorno, per far sì che questo Gong funzioni. Il suo potere infatti è contrastato, dobbiamo quindi togliere l'ostacolo al suo effetto per far sì che i cittadini possano tornare a parlare. Alla folla, leggeremente rincuorata dalle parole di Silea, fu chiesto poi di posare la propria arma sull'altare sacro dal novizio Harin, che procedette alla benedizione, aiutato da Testenio e Silea, di modo che potessero esse distruggere le malvagità che solcavano il suolo amoniano.

Conclusa anche questa benedizione, i fedeli uscirono dalla cattedrale, e corsero alla porta Ovest, dove i non morti ancora non davano tregua, ma con la speranza che questa sconfitta potesse comunque essere di aiuto.

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