4237° Ciclo Solare
Varr Nadarunn – Regno di Djare
Dalla liberazione del popolo djaredin, avvenuta quattro anni prima,
molti erano stati i tentativi di intrusione all’interno del territorio sotterraneo del Regno di Djare.
Tanti gli attacchi. Varr Nadarunn da sempre ha un significato molto importante per i nani
e riporta i loro pensieri indietro di quattromila anni.
Si decise così di ampliare e rinforzare il vecchio avamposto militare.
La ventisettesima rotazione del mese di Formeghet si diede inizio ai lavori di ampliamento e fortificazione dell’avamposto.
I nani si riunirono per raggiungere l’isola con un grosso carico di attrezzi e risorse.
Prima di iniziare i diversi viaggi, per trasportare tutto il materiale necessario, come di consueto,
si recarono tutti insieme presso il Tempio cittadino, dove venne benedetto il primo mattone dal
Rodolan di Korg, Sergor Norogkorl.
Cominciarono, così, i vari viaggi dalla Gemma all’ avamposto.
Per prima cosa si provvide a montare un accampamento, grazie alla maestrìa del cugino Salfarur Spezzastelle.
Le due tende sarebbero state utilizzate come magazzino per le risorse e come luogo di riposo e ristoro per i lavoratori.
La direzione dei lavori fu affidata al cugino Dalain Arthendaim, il quale spiegò dettagliatamente
e con competenza il progetto ai cugini, ai quali diede disposizioni per le varie fasi dei lavori.
Il Morgat, Khazador Teiwar, presente ai lavori, riunì intorno a sé i sacerdoti e tutti gli altri cugini operai, artigiani,
affinché disponessero tutti gli attrezzi da lavoro sul prato per invocare la
benedizione di Korg, Custode della Fucina Eterna.
Si procedette alla fase successiva, ossia, la tracciatura dei confini e il disboscamento della zona per fare spazio al nuovo avamposto.
Tutti i nani, come formiche operose, si adoperavano, alacremente e incessantemente,
per gettare le basi di ciò che, dopo diverse rotazioni, sarebbe divenuto il nuovo avamposto:
una cittadella fortificata e fornita di ogni necessità per rendere più agevole e consolidata la loro
presenza e il loro potere in superficie.
I lavori proseguirono quasi fino a notte fonda, allietati dai canti e dal cibo offerti dal cugino Kasrid Venadoro,
che col suo tamburello sembrava scandire il ritmo dei picconi e delle pale.
Tenaci e instancabili, i djaredin, continuarono verso est, per creare l’area che avrebbe accolto la
fattoria e i campi coltivabili. Ormai tutto era pronto e predisposto per il proseguimento dei lavori,
e per quella sera potevano ritenersi soddisfatti.
Come da tradizione, si riunirono tutti alla Locanda della Zitella Inacidita
per festeggiare il lavoro iniziato, tra boccali di ottima birra di radice e grasse risate di soddisfazione.
Altre rotazioni di duro lavoro attendevano i nani, prima che l’opera potesse definirsi completata.
Come sempre, Berzale illuminava i suoi figli con la conoscenza delle tecniche più avanzate;
mentre Korg sosteneva le loro braccia, così tenaci e sempre preparate ad affrontare qualunque tipo
di difficoltà si presentasse sul loro cammino.
Arrivò il giorno che l’ultimo mattone fu rifinito e l’ultima impalcatura sollevata per poter ammirare soddisfatti un’altra opera del Popolo della Roccia.
Finalmente si poteva ammirare il germogliare degli alberi da frutto all’aria aperta,
e questo riempì di soddisfazione non solo i coltivatori, ma tutto il Popolo della Gemma.
La ventottesima rotazione del mese di Puste i nani si riunirono nuovamente per assistere alla
benedizione del nuovo avamposto, a Varr Nadarunn, officiata dal Rodolan Durzlan Fortemaglio.
Un'altra opera dei Figli di Korg era compiuta.
Un segno imperituro della potenza e della maestria del Popolo Djaredin ora si erge in superficie.
Un monito per i popoli ostili, che come dura roccia è posta in difesa delle porte del Regno.
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