[OdO]La Razza Dominante
Scritto da : Sheireen Irmael in data : 08/08/2008 02:54:29

Una giornata come tante altre era iniziata nelle profondità del Treiw Kulg. I vendicatori si sottoponevano ai loro duri allenamenti quotidiani, i sacerdoti erano immersi nella meditazione e gli altri membri dell’Ordine si muovevano silenziosi controllando che nessun esterno turbasse la loro quiete. Ma questa volta il nemico non era un infedele troppo sicuro di se o uno stolto alla ricerca della pregiata chitina della Sacra Prole… Tutti drizzarono le orecchie, voltandosi in direzione dell’entrata della caverna Terathan, e si mossero veloci come il vento per capire cosa stesse succedendo.Ancora una volta le viscide serpi del deserto attentavano alla vita della Prole, così l’Ordine delle Ombre corse in aiuto degli alleati, distruggendo il nemico.
Un Terathan si avvicinò loro e spiegò come stavano le cose. Gli Ofidiani avevano scavato fino ad arrivare alla caverna, ed ora l’avevano in pugno. Gli elfi avevano combattuto valorosamente ma, anche essendo pronti a tutto, erano troppo pochi per affrontare un intero esercito Ofidiano, pur al fianco dei Terathan.
Degli ordini secchi e precisi diede quindi l’Aracnomante. Si sarebbero divisi ed avrebbero aiutato i loro alleati dall’esterno, raccogliendo più informazioni possibili... ed avrebbero iniziato dalla piramide nel deserto di Tremec.
Montarono a cavallo e si mossero compatti, fino ad arrivare a destinazione.Senza perder tempo si fecero strada tra gli ofidiani alla ricerca del loro capo, ma una volta arrivati nella stanza principale fu la Regina stessa ad accoglierli, seguita dalle sue guardie.Con tono arrogante spiegò che il loro compito era di sterminare i Terathan, ma sarebbero stati solo i primi di una lunga serie… Non volevano il loro regno, volevano la supremazia sull’intera Ardania, in nome di Sharishar e del loro Dio.“Vi do la possibilità di aver salva la vita, quindi andate immediatamente via dal mio regno.”
Ma ciò non smosse gli elfi da quella sala, così la Regina li guardò tutti, poi scuotendo il capo alzò lo sguardo verso il soffitto. Un sibilo assordante echeggiò nell’aria e subito file di ofidiani affollarono i corridoi e corsero contro gli intrusi, che si videro costretti ad abbandonare la battaglia. Anche senza aver combattuto, avevano conquistato una piccola vittoria…avevano un nome, e dovevano subito scoprire a chi appartenesse.
Così tre di loro fecero tappa a Tremecc in cerca di altre informazioni, mentre gli altri tornarono alla Nascosta, dove riferirono ad un vendicatore Terathan l’accaduto.Il giorno dopo lo stesso vendicatore raggiunse gli elfi chiari, per informarli degli sviluppi interni.La situazione diventava sempre più delicata, così altre due elfe furono mandate a Tremec.
Veloci e sicure si mossero con il favore delle ombre, fino a raggiungere la città. Subito pensarono di andare in biblioteca alla ricerca di un libro utile. Parlando con il bibliotecario scoprirono però che l’ultima copia di un libro sugli Ofidiani era stata venduta pochi giorni prima.Ma si sa che gli umani si corrompono con poco, e con qualche moneta le due riuscirono a scoprire che lo scrittore del libro era un anziano mago stabilitosi da anni a Winyandor, l’isola a nord dell’Hildoriath.
Senza perder tempo andarono a recuperare una barca sull’isola degli Ilythiiri e navigarono verso la meta. Girarono l’isola in lungo e in largo, finché non trovarono un vecchio elfo nel bosco, occupato a studiare la fauna del luogo. Il suo nome era Varnosh Vernosh, e si scoprì essere davvero lo scrittore di quel libro tanto agognato.Loro chiesero informazioni su Sharishar, nominata il giorno prima nella piramide Ofidiana. Varnosh a sentir quel nome sbiancò, poi iniziò a raccontare…
“Circa sessant’anni fa riuscii ad entrare nei meandri più oscuri del loro regno: una grande città in una valle sotterranea… lì sotto c’era il grosso della loro popolazione. Grazie alle mie arti magiche riuscii a non farmi notare per diversi giorni. All’epoca regnava sugli ofidiani Sarastar, madre di sette figlie tra cui anche Sharishar. Non so di preciso cosa successe, ma avvenne una specie di rivolta. Sharishar uccise tutte le sue sorelle e catturò la madre minacciando di ucciderla se il popolo non l’avesse iniziata a seguire. Iniziò un periodo di terrore, o almeno questo è quello che vidi...”
Ascoltarono in silenzio fino alla fine, memorizzando ogni parola detta dal mago.
“Colpiteli nel cuore del loro regno… Uccidendo la regina madre non avrebbero più una guida, le sue figlie si azzannerebbero per succedergli.”
Il mago aggiunse di ricordare di un’entrata insolita. Un passaggio che portava nella Baronia, molto meno affollato di quello della tana nel deserto elfico, proprio a causa delle basse temperature. Un sorriso soddisfatto si stampò sui volti delle due elfe… Ora sapevano come avrebbero dovuto agire, quindi dopo aver terminato la conversazione salutarono l’elfo e tornarono velocemente alla loro tana. Speranzosa fu l’espressione di colui che incontrò l’Aracnomante quando comprese che erano riusciti a scoprire un passaggio che li avrebbe condotti nel cuore dei loro territori, la fortezza, dove la sanguinaria regina degli ofidiani aveva radunato i suoi eserciti e organizzava le strategie per assicurarsi la vittoria.
Nella Valle, la situazione aveva preso una piega inaspettata, la fortezza della Regina della sacra prole era sotto assedio da giorni ormai e le fila degli Ofidiani si ispessivano raggiungendo una numerosità preoccupante.
L’esercito dei terathan respingeva con determinazione le avanscoperte degli ofidiani, che cercavano di avanzare sperando di conquistare una posizione migliore, intanto un vendicatore terathan era stato inviato presso il Treiw Kulg per acquisire le informazioni che l’Ordine delle Ombre si era incaricato di raccogliere. Speranzosa fu l’espressione di colui che incontrò l’Aracnomante quando comprese che erano riusciti a scoprire un passaggio che li avrebbe condotti nel cuore dei loro territori, la fortezza, dove la sanguinaria regina degli ofidiani aveva radunato i suoi eserciti e organizzava le strategie per assicurarsi la vittoria.
In breve tempo l’Aracnomante radunò un gruppo di elfi ben equipaggiati e pronti alla battaglia, avevano una missione importante, che forse avrebbe cambiato le sorti della guerra che stava per consumarsi nella valle. Ancora una volta l’Ordine delle Ombre prendeva le armi per difendere la prole della Figlia ed ogni fratello era disposto ad immolare la propria vita per tale causa.
Con gli sguardi fieri e in groppa alle proprie cavalcature varcarono il portale che li avrebbe condotti nei freddi territori del continente umano. Da ciò che erano riusciti a scoprire infatti vi era una caverna, nei territori noti come Baronia nelle terre nevate, che conduceva attraverso dei corridoi e successivamente attraverso umidi cunicoli in una valle sabbiosa. Incastonata in una conca formata dalle rocce, sorgeva l’enorme struttura dalle bianche mura, l’enorme fortezza di quelle creature striscianti, solo un muro eroso dal tempo li separava dall’enorme palazzo, ma presto con l’aiuto di una mistura alchemica sapientemente dosata da mani esperte, provocarono un’esplosione che apri una breccia dalla quale avrebbero fatto irruzione..

In pochi minuti irruppero a palazzo eliminando con un’azione precisa e letale le prime guardie che gli si pararono davanti e avanzarono nei grossi androni illuminati da torce. Il caldo umido e i forti sibili di una miriade di creature rettiliformi rendevano ancora più insopportabile e carico di tensione l’ambiente ostile che li aveva accolti. I passi leggeri degli elfi si confondevano in quella disarmonia di sibili e fischi e solo di tanto intanto si sentivano rimbombare i suoni metallici delle armature, che però si perdevano in quegli spazi cosi aperti. D’un tratto furono avvistati, uno di loro li vide e corse subito a chiamare rinforzi, era giunto il momento di combattere.

Quei corridoi vuoti presto si riempirono di una moltitudine di ofidiani che sbucavano da ogni lato e la battaglia iniziò senza alcun preavviso, gli elfi si scagliarono sulle prime fila e li colpirono con lame ed incanti avendo la meglio. Nonostante fossero solo in dieci sbaragliarono con estrema facilità le prime truppe, permettendogli di avanzare fino a quello che sembrava il centro della fortezza e dove una possente voce incitava l’esercito a prepararsi allo scontro finale. A quelle parole l’Aracnomante diede ordine di avanzare, ma ciò che li aspettava era prevedibile. Sharishar la sanguinaria Regina Ofidian troneggiava, avvolta nelle sue spire, sul tetto di un grande palazzo e già pregustava la fine degli intrusi mentre rideva a squarciagola incitata dai suoni che i suoi soldati producevano. Con fredda e calcolatrice inflessione annunciò che nessuno avrebbe potuto fermarla e che da li a poco gli sforzi fatti finora dagli elfi si sarebbero trasformati in un vano tentativo, ancora una risata e poi quell’urlo agghiacciante…in pochi minuti il gruppo di elfi era circondato mentre la Regina si allontanava ghignando sicura di aver risolto il suo “piccolo” problema. La battaglia fu lunga e sanguinosa e anche tra gli elfi vi furono delle perdite, ma le antiche parole mistiche degli anacoreti si alzarono possenti nell’aere invocando il potere del Perfetto, ogni spirito venne riportato in vita ed ogni combattente venne benedetto. Il ritmo dei tamburi e le note dei liuti dei cantori si intrecciavano in solenni melodie che riempivano gli animi e infervoravano le menti dei guerrieri che cominciavano a riorganizzarsi, mentre gli stregoni plasmavano il flux recitando le loro arcane formule, un ultimo sforzo e forse tutto sarebbe finito…ma fu proprio allora che accadde qualcosa di inaspettato. In una delle sale incontrarono un ofidiano, un vecchio arcimago che voleva un dialogo. Egli veniva per conto di una delle sette sorelle che Sharishar aveva sottomesso, strappandole la possibilità di governare diventando essa stessa regina e voleva proporre agli elfi un patto che avrebbe aiutato entrambi a spodestare la regina sanguinaria. L’arcimago propose agli elfi di unirsi al loro piccolo esercito per uccidere Sharishar, in cambio loro promettevano un armistizio di sei mesi, periodo nel quale né l’una né l’altra parte avrebbero potuto muovere qualunque azione violenta nei confronti dell’altro, in più avrebbero ritirato immediatamente le truppe stanziate nella Valle terathan.

Dopo qualche perplessità, nell’espressione dell’Aracnomante balenò una strana luce, come se avesse in mente qualcosa. Sconfiggere Sharishar era un’impresa non da poco con un numero cosi esiguo di combattenti inoltre, sei mesi erano un tempo sufficiente a permettere all’esercito terathan di riorganizzarsi e magari prepararsi al meglio per sferrare un’eventuale attacco.

Quella proposta era la miglior cosa che poteva capitargli in quella particolare situazione, perciò fu accettata e in poco tempo la truppa dell’arcimago e il gruppo di elfi capeggiato da Zarathos avanzarono dritti al cuore della fortezza dove la regina non si aspettava di trovarsi di fronte dei combattenti ancora fedeli ad una delle sue sorelle e per di più alleati con gli intrusi che avevano osato rovinarle i piani.

A quella vista, la temibile regina li guardò con estremo odio e alzando le braccia squamose verso l’enorme volta della sala invocò in suo aiuto orde di serpi di ogni dimensione e cominciò a recitare arcane formule, che pronunciate da tale creatura sembravano ancora più pericolose. Ad un cenno dell’Aracnomante gli elfi combattenti si scagliarono su Sharishar, supportati dalle preghiere degli anacoreti e dai potenti incantesimi degli stregoni, mentre le truppe dell’arcimago ofidiano, insorte contro la regina, tenevano a bada i suoi seguaci che tentavano invano di difenderla. La musica dei bardi incitava gli elfi e ad uno ad uno i corpi degli ofidiani cadevano esanimi sotto i colpi dei loro nemici mentre la regina sembrava quasi invulnerabile, la sua potenza era tale da resistere all’impeto di chi tentava con tutte le forze di sconfiggerla, ma quando tutto sembrava perduto ella cominciò a cedere…mentre Shanrisahar, sua sorella, colei che aveva organizzato l’insurrezione, usciva allo scoperto per godersi la fine di un Regno e pregustare la gloria del suo avvento. Ormai giunta alla fine, Sharishar, tentava rantolando di usare i suoi poteri per salvarsi…inutilmente, la sua morte era imminente e da li a poco, un’ascia la colpì violentemente in pieno petto e si accasciò al suolo.

Per un attimo vi fu un lungo silenzio, poi l’esultanza dei presenti si diffuse per le immense sale rimbombando come un tuono in una calma notte…un vendicatore tra gli elfi si avvicinò al corpo della regina e le strappò dal collo un medaglione in pirite che diede subito all’Aracnomante. Era proprio quell’oggetto che Shanrisahar desiderava avere, solo cosi avrebbe potuto rivendicare il comando sulle altre sorelle e sugli ofidian che fino ad allora avevano seguito la sanguinaria. Era proprio cosi…il medaglione raffigurante un serpente che si morde la coda, è per tradizione un simbolo di comando nella loro cultura, qualunque femmina della loro razza che lo possiede è inevitabilmente considerata di diritto la loro Regina; un informazione utile…che l’Aracnomante non si fece sfuggire. Siglato verbalmente l’armistizio, il manipolo di eroi si preparò al rientro nella Valle presso la fortezza dei terathan, per accertarsi di persona del ritiro delle truppe ofidian e per riferire il loro successo alla Regina.

Ella fu compiaciuta delle buone nuove e del risultato ottenuto dall’Ordine, dimostrando tutta la gratitudine che una madre elargisce per chi difende la propria prole, ancora una volta i figli dell’Unico avevano dimostrato la loro supremazia e la loro devozione…ora non restava che attendere la fine dei fatidici sei mesi, durante i quali, avrebbero tessuto le loro trame metodici e pazienti…con l’aiuto delle tenebre.

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