[OND]Il mago della torre
Scritto da : Khia Gurth in data : 25/09/2008 13:27:43

Iniziò tutto nella tarda serata, un segnale di allarme proveniva dai campi
adiacenti alle entrate della valle celata, qualcosa stava minacciando la
tranquillità della Città di Ondolinde: un albero spoglio di foglie sorto
inspiegabilmente dal terreno si avventò contro i contadini che, stancati da
una dura giornata di lavoro, non riuscirono a scampare alle radici tentacolari
del tetro albero. Tempestivo fù l’intervento dei soldati e molti i contadini
tratti in salvo, tuttavia, avevamo perso dei fratelli. Il giorno dopo il
rapimento dei contadini la cittadinanza recatasi in raccoglimento al Tulip fu
colta da una visione di massa in cui una maestosa torre spiccava alla cascata
che dava vita all’elvenquistnen, nella visione sulla cima della torre si
notavano gli elfi rapiti, gli elfi prontamente iniziarono indagini su quel
luogo, persuasi dalla veridicità della visione, ma i loro occhi nulla
riuscivano a percepire, ma quello che gli occhi non vedevano era avvertito da
altri sensi, una zona ben definita in quell’area emanava miasmi nauseabondi
che impedivano a chiunque di procedere in quella direzione, le informazioni
erano ancora poche, gli elfi tornarono tra le alte cime della valle.
Giorni di terrore li aspettavano, il timore che altri fratelli sparissero era
grande , e assolutamente fondato, nelle tranquille notti un vento innaturale
spirava per le vie della bianca città, un vento che man mano
cresceva… prendeva forma e impeto, e diveniva un immensa tromba d’aria che
avventandosi sugli elfi li trascinava via, cosi perdemmo gli allevatori.. e la ninque heri.


In compenso se da un lato non riuscivamo a tenere testa a questi oscuri fenomeni
dall’altra le indagini svolte dagli elfi portarono a scoprire informazioni
importanti, la torre era celata agli occhi da un incanto e a tirare le fila
dall’interno della torre era un mago dalle sembianze umane che tutto osservava
da dietro uno specchio, a detta di codesto mago, tutto ciò che gli
interessava, era osservarci.
Scoperta la natura magica dei fenomeni gli elfi si armarono di armi capaci di
disperdere le energie magiche e di corazze dall’alta resistenza al flux , tali
accorgimenti ebbero i loro effetti, i mezzi magici con cui il misterioso mago
portava via gli elfi non avevano effetto contro le corazze, e le armi
riuscivano a sortire effetti positivi


Grazie a questa scoperta il popolo degli alti organizzò un piano di azione per
irrompere nella torre e salvare gli elfi rapiti, un mago utilizzando la
magia oscura da tempo proibita all’interno delle mura per le sue nefaste
influenze abbasso la potenza magica della barriera che celava la torre,
guerrieri con pesanti lame capaci di fendere il flux indebbolivano il
tessuto arcano, e infine sacerdoti richiamavano la benevolenza di Morrigan
su di loro affinchè riuscissero a dissipare quell’incanto


Le porte della torre sigillate dall’interno erano invalicabili al gruppo, che
come unica alternativa per entrare ebbero una fune accortamente lasciata la
in modo che qualcuno salisse in cima ad essa. Inizialmente gli elfi erano
titubanti sul da fare, consci delle possibilità di una trappola cercarono
altre strade, ma nulla: l’unica soluzione era quella e saliti sulla cima
esplorando la torre ebbero modo di esplorarla. La torre era apparentemente
disabitata, popolata solo di gatti di ogni razza . I gatti giravano attorno
ad un manoscritto, sul quale il mago aveva lasciato scritta la sua sfida:
difatti egli non aveva alcun interesse per la valle o per il doriath,
cercava solo lo svago e il divertimento, e lo cercava lanciandoci una sfida.
La posta in palio era la vita dei nostri fratelli e della nostra
Bianca Dama. Gli elfi scesero dunque nei sotterranei della torre come
chiesto nel manoscritto e si trovarono dinnanzi al primo enigma, “la stanza
della porta a combinazione”. In tale stanza 8 tavoli con otto teschi erano
le serrature che spalancavano la prima porta, l’unico indizio per la loro
apertura erano 3 cifre scritte uno specchio, che andavano però lette in
senso inverso per scoprire l‘esatta combinazione. Aperta la porta, il
gruppo si trovò davanti a un demonietto di piccole dimensioni e dalla pelle
di pietra, che in quel sotterraneo custodiva una stanza nella quale su
lunghi pilastri era scolpita la storia di un uomo e del suo triste viaggio:
era raffigurata la storia di un gruppo partito da un villaggio verso una
torre, ma solo una persona riusci infine ad arrivare a destinazione.
Passando oltre la triste storia scolpita sulla pietra, il gruppo si ritrovo
in un lungo corridoio una porta per tornare indietro e una che portava
avanti, ma ogni porta era un falso passaggio, che tramite incanti portava
una volta in una stanza, altre volte in un’altra: l’unica porta vera era
l’uscita che portava in una nuova stanza dimile alla precedente anche questa
aveva un custode di pietra, e delle steli con il continuo della storia,
dove narrava le sorti dell’uomo all’interno della torre


La prova successiva faceva cadere il gruppo in un labirinto di stanze, dove si
poteva trovare la strada giusta solo risolvendo gli enigmi che di volta in
volta venivano posti. Ogni stanza conteneva due oggetti, che indicavano la
strada: aprire una porta spesso portava ad una stanza identica, e gli elfi
quasi disperavano di poter uscire fin quando, risolto l’ultimo enigma, si
trovarono dinnanzi ad una enorme scacchiera sulla quale vi erano disposti
pezzi del gioco degli scacchi. Per superare la scacchiera era necessario
muoversi sui quadrati della stessa, come se si fosse un pezzo del gioco
stesso, con una conoscenza sufficiente del gioco degli scacchi per evitare
di essere vittima dei pezzi neri. Chi provava a usare il flux per passare
dall’altra parte veniva colpito da atroci tormenti: nella partita del Mago
della Torre le regole erano chiare: solo l’ingegno avrebbe permesso la
vittoria.





Scoperta la parola chiave e oltrepassata la porta il gruppo si trovò un buffo
individuo vestito da giullare il quale era li a ripetere in continuo
delle indicazioni, interpretate queste il gruppo si divise in due e entro in
2 diversi portali, scelta saggia e giusta un sistema di leve necessitava di
essere attivato in entrambi i lati per far giungere il gruppo al seguente
enigma. Tuttavia ormai la tensione era grande e la pressione per i fratelli
rapiti anche, uno dei due portali portava in un piacevole luogo pacifico e
privo di ombre, l’altro conduceva in un tetro corridoio nel quale tremende
ombre di demoni danzavano come al tremore di una candela .
Quando i 2 gruppi si riunirono avevano da scoprire come aprire una nuova porta,
stavolta nessun indizio avrebbe concesso loro il sicuro passaggio: la
soluzione era da cercare in una stanza adiacente, dove un indizio suggeriva
di cercare una luce innaturale. Una volta entrati nella stanza il gruppo si
trovò avanti una grande quantità di bauli, tuttavia solo uno sarebbe stato
quello giusto: intuitivamente l’idea fu quella di spegnere ogni tipo di luce
presente nella stanza, idea giusta, un baule tra tutti gli altri emanava una
luce




spostato quello l’enigma fu risolto, procedendo nel nuovo corridoio appena
aperto il gruppo fronteggio un nuovo demone che custodiva un altro pezzo di
storia, ivi vi era raccontato come l’uomo che precedentemente era giunto
alla torre stesse lentamente chiudendo il suo cuore prendendo il posto del
precedente signore della torre, abbattuto il nuovo ostacolo, e procedendo
ancora il gruppo si trovò davanti a un profondo precipizio apparentemente
senza fondo


Mentre il gruppo osservava incredulo la distanza fra le due sponde una luce
rivelò loro la strada: più tardi scoprirono che rimanendo fermi e immobili
un passaggio di luce e polvere si rivelava loro, per concedergli un sicuro
passaggio. L’ultima prova era passata, e davanti a loro vi era solo una
stanza maestosa e pregna di tranquillità e nel mezzo di questa su una sorta
di altare vi era posto un baule finemente decorato con all’interno una
scultura cristallina di un gattino, il trofeo che il mago aveva dedicato a
coloro capaci di seguire i suoi tortuosi enigmi. Afferrata la statua a
conferma che il gioco del mago era terminato entrarono nell’ultimo portale
che li avrebbe fatti sbucare in cima alla torre, dove gli elfi rapiti erano
rinchiusi in una gabbia inaccessibile. Fu allora che comparve il mago che
aveva organizato tutto questo, dall’aria divertita dal gioco si rivolse agli
elfi come seccato che gia tutto fosse finito, concesse loro la
liberazione dei loro compagni, esclamando che certamente sarebbe andato via
giacchè aveva esaurito ogni divertimento in quella zona. Lo scambio di
battute continuò ancora per un breve periodo, finchè gli elfi non
riportarono tra le bianche mura tutti i cittadini rapiti, assicurandosi che
stessero bene.




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