4 Ninui, anno 269 secondo gli uomini. Davanti le bianche mura di Ondolinde, l’Antico Popolo si raduna, con le armi in mano, per muovere alla volta dei luoghi dove dimorano gli impuri Drow.
Oggi sarà giorno di battaglia, affinché i veri dèi siano celebrati degnamente: davanti al ponte d’ingresso si alza l’urlo dei Quenya!
Gli elfi corrotti attendono tramando nelle loro grotte; le schiere dei servi di Luugh sono numerose ma cadono pian piano per mano dei Luminosi, i quali procedono uniti e saldi attraverso l’oscurità, brandendo lame e fiamme.
I fortini capitolano, le linee difensive Drow stentano a reggere l’attacco fulmineo e mortale.
Il nero sangue degli impuri bagna la terra.
E nella lotta, un grido si alza e riecheggia, vibrando sulle pareti di roccia scura: la luce dei veri dèi balugina assieme alle vampe dei maghi, i chierici innalzano le loro preghiere e scuotono la terra coi lori martelli.
E cadono gli elfi oscuri, inesorabilmente, seppur nuovi contingenti arrivino di continuo a rafforzare le schiere. Uno ad uno cadono, gli elfi oscuri.
Un giorno intero, dedicato alla guerra. La grotta giace gonfia di corpi senza vita, Drow accatastati come foglie morenti. E nulla resta, se non il severo giudizio dei Quenya: un grido si invola verso le enormità del cielo, “Lode alla Città Splendente, Lode all’Antico Popolo!”
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