
Era una serata tranquilla ad Amon, i Milites e i Cives discorrevano in piazza senza troppe preoccupazioni, quando un uomo dall’aria stanca e piuttosto impolverata si inserì nella conversazione per chiedere di poter conferire con l’Imperatore.
L’imperatore, arrivato pochi istanti prima, decise di concedere l’udienza al nuovo venuto per sentire quali erano le sue richieste.
Dopo poco tempo Sharendar e il forestiero uscirono dal Mastio, e l’Imperatore ordinò a Milites e Cives di raggiungerlo a Palazzo, dove si sarebbe tenuta una riunione riguardante ciò che aveva detto lo straniero.
Una volta che tutti si furono seduti nella Sala delle Riunioni del Palazzo, l’imperatore spiegò che l’uomo era un archeologo di nome Blaz Druknak, e che aveva rinvenuto ciò che parevano i resti di un’antica piramide in una delle gole di Surtur.
L’archeologo si era rivolto agli Amoniani per avere protezione dai predoni del deserto, sempre interessati a possibili guadagni, e ad eventuali pericoli celati all’interno della piramide.
Dopo che ogni Amoniano presente ebbe esposto la propria opinione, l’Imperatore decise che la Legione si sarebbe mossa per aiutare l’archeologo, per poter trarre vantaggi dalla fama che il ritrovamento avrebbe garantito.
La sera del 9 Nembonume la Legione, accompagnata da alcuni Civis si mosse da Amon sino ad arrivare al guado del fiume Dulnar, dove aspettavano i Loknariani, a cui l’Imperatore chiese il permesso di transito in quei territori ed un appoggio bellico.

I due eserciti congiunti cavalcarono nelle strette gole rocciose di Surtur, facendosi largo tra una miriade di predoni, che stavano cingendo d’assedio la zona vicina allo scavo. Giunti lì di fronte l'archeologo Braz condusse gli eserciti verso una caverna dove ad attenderli vi era un tremecciano.

L’archeologo lo presentò come Sontsanugh, uno studioso di antichi culti e religioni, che era a conoscenza delle leggende relative alla piramide appena riscoperta.
Egli aveva spiegato a grandi linee ai due eserciti ciò che conosceva sulla storia del culto che aveva in tempi passati animato quei luoghi, portandoli verso la fine del tunnel degli scavi.

Con cautela venne posto dell'esplosivo davanti ad alcuni rocce, facendo attenzione a non far crollare l'intero cunicolo gli eserciti riuscirono ad aprire un varco per calarsi con una fune nella Piramide.

Lì vennero accolti da un folto gruppo di enormi scarabei e scorpioni, che, trovandosi a loro agio nell’antico edificio, lo avevano eletto a loro dimora, incuranti del passare dei secoli.

Uccisi tutti quanti gli insetti, Sontsanugh spiegò che gli antichi erano soliti porre molte trappole all’interno delle antiche tombe: secondo i suoi studi infatti la piramide era il luogo dell’ultimo riposo dell’antico re tremecciano Azazel, un re empio che aveva compiuto una moltitudine di atti efferati durante la sua vita terrena.

Il riferimento alle trappole venne confermato poco dopo, quando una gigantesca ascia calò da una parete, sibilando pericolosamente vicino al volto di uno degli Amoniani; con calma e sagacia ogni tranello venne reso inoffensivo, fino ad arrivare ad una stanza con un’apertura nel pavimento, in cui faceva bella mostra di sé una scala, attraverso cui gli uomini si calarono con circospezione.

Proseguendo nella nuova zona, la Legione si trovò di fronte uno spettacolo grandiosamente macabro: una sequela di antichi guerrieri mummificati, tutti disposti a guardia della sala dove riposava il loro signore, vegliando su di esso persino da morti.

Seguendo ancora il tremecciano Sontsanaugh e Braz l'archeologo Amon e Loknar si trovarono davanti a un altro cunicolo, un buco che si apriva nel terreno. I due eserciti si calarono giù arrivando con grande stupore in una sala dalla quale "apparentemente", come aveva detto loro Braz, non vi era uscita. Gli eserciti così stipati nell'angusta sala udirono a un certo punto dei rumori al di là delle mura che li tenevano prigionieri, e d'improvviso a terra una runa si illuminò, facendo letteralmente sparire chiunque la calpestasse.

I due eserciti umani proseguirono attraverso varie sale e passaggi segreti, sino ad arrivare in un’ampia sala decorata da rune luminescenti.
Esse, spiegò lo studioso Tremecciano, erano la chiave per accedere alla camera mortuaria interna di Azazel, sarebbe bastato pronunciare le parole arcane “Uus An Corp” per farlo. Gli arcani e i conoscitori del flux presenti si resero conto del pericolo che quelle parole potevano significare, ma non vi era altra scelta.

Per evitare spiacevoli sorprese, Amoniani e Loknariani si disposero in assetto di combattimento innanzi l’entrata della sala tombale, sotto lo sguardo spento degli antichi guerrieri, ma quando l’antica formula arcana fu pronunciata, l’inaspettata risata di Sontsanugh risuonò nell’antico salone.
Il vecchio tremecciano era sì uno studioso di antichi culti, ma soprattutto faceva parte di un culto che venerava l’empio Azazel, e la formula pronunziata poco prima era quella per ridestarlo dal suo sonno millenario e assicurarsi la sua benevolenza; purtroppo per lui, l’unica cosa che si assicurò Sontsanugh fu una morte rapida sotto i colpi degli Amoniani.
Il piano dell’antico cultista era però giunto a compimento: dall’antico sarcofago si erse in tutta la sua vanagloria Azazel, il signore dei Sepolcri, e con lui il suo intero esercito riprese forma umana e attaccò il nemico.

Gli antichi guerrieri ritornati alla vita si trovarono di fronte non un gruppo di profanatori qualsiasi, ma la Legione Amoniana in assetto di guerra, e il loro assalto si infranse contro le armi e le magie degli uomini della Guerriera, che insieme ai Loknariani rimandarono nell’oblio l’esercito appena risorto.
Azazel però ancora viveva, unico superstite, e anzi con lui la battaglia fu ben più combattuta, visti anche i poteri maligni che egli possedeva; ma dopo uno scontro agguerrito il suo corpo trafitto, ghiacciato e bruciato cadde a terra per non rialzarsi mai più.

La camera mortuaria dell’empio sovrano e i tesori che essa conteneva vennero prese come spoglie di guerra dagli eserciti umani, mentre i comandanti affrontavano Blaz, reo di essere stato complice involontario di Sontsanugh e di essere vigliaccamente fuggito di fronte al pericolo.

Per espiare le sue colpe l’archeologo venne lasciato al suo destino nella caverna dello scavo, mentre gli Amoniani salutarono i Loknariani appena fuori dalle gole di Surtur per poi tornare alla Guerriera da vincitori!
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