Era il 29 Nòrui, giorno in cui i fratelli della Verde erano giunti alla Splendente per partecipare numerosi ad una cerimonia di ringraziamento ai Valar per la liberazione della città dall’orribile ombra di Mefistofele.
Approfitando di quell’occasione di gaudio l’Aran Mahel Eruannon annunciò una decisione meditata da tempo, la deposizione sul capo di Ritolla della Seconda corona dell’Ovest, la corona di Ninque Heri.
Anche il Sommo Sole Alfhyr diede il suo benestare e la sua benedizione alla futura Regnante della città millenaria, consigliandole, come sempre sapeva fare, quali aspetti sottolineare nel discorso che con passione e tenacia stava redigendo: l’idea di doversi confrontare con tutta la cittadinanza riunita e chissà quali altri popoli la metteva per la prima volta a disagio, essendo lei abituata a lavorare per la città restando in disparte, a non essere direttamente coinvolta nelle scele politiche che il peso della corona porta con sè.
Passarono i giorni e con loro finì anche la preparazione del discorso, la sistemazione del banchetto e della sala grande a palazzo Reale, sala che da sempre custodiva il Tulip.
Non poca attenzione fu data alla difesa di quest’ultimo infatti Khelavaster e Khia come rappresentati dell’arma Ondolindelore diedero apposite istruzioni alle guardie affinchè il simbolo in terra dei Valar fosse tenuto al sicuro senza creare disagio agli ospiti.
Era l’8 Cerveth, il momento di presentarsi ad Ardania, Ritolla fu chiamata ad entrare nella Sala Reale dove molti sguardi la seguivano ammirati. Quel giorno Ondolinde tornava ad avere come riferimento la sua Ninque Heri!
Si susseguirono i discorsi beneauguranti di Mahel e di Alfhyr seguiti dal Discorso di Ritolla.
Infine la corona le fu deposta sul capo.
Ecco quindi giunto il momento di festeggiare! Uno splendido banchetto era stato allestito appositamente per quella giornata, ospiti e regnanti avaveno i loro tavoli, non restava che brindare alla Ninque Heri!
Il Cantore della città, Gori Gengaior, diede prova della sua abilità di fronte a tutti, componendo un sonetto in tema con la serata.
Prima del termine della festa Ritolla ricevette un dono da parte della Sua città,un dono che rappresentava la sua fragilià e il suo incommensurabile valore a detta dei toronin, un dono che avrebbe tramandato ai suoi posteri.
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