[HLX] Lo Jol
Scritto da : Laric Ulfingar in data : 04/02/2009 13:33:23

Yenene era già sveglia quando i primi raggi di sole cominciarono ad insinuarsi dentro la sua capanna presso il Picco dell’Aquila. Pochi attimi dopo ella era già in piedi a preparare la colazione per lei e per il suo anziano padre, colui che l’aveva istruita nell’arte della conciatura fin da infante. Il vecchio, anziano e malato, era ormai infermo da tempo; non gli era più data la gioia di calcare la neve con i suoi piedi, ne di osservala con i propri occhi. Il tempo ed i malanni lo stavano consumando come il mare che erode una dura roccia, ma la mente ancor lucida ritardava il naturale susseguirsi degli eventi. Quando la giovane si avvicinò al suo giaciglio egli afferrò con la sua mano tremolante il braccio di lei e parlò: “dimmi dello Jol. Non l’ho potuto vedere con i miei occhi, raccontami ciò che hai visto, in modo che io possa vederlo con gli occhi della mente.”


Sorridendo ed accarezzando i grigi capelli del suo anziano padre, ella cominciò a narrare:


“Immagina lo spiazzo davanti a Kaek Valdar agghindato a festa.. pieno Fratelli ed amici di Helcaraxe radunati in attesa dell’arrivo del grande Jarl. Lasciate le cavalcature tutti si muovono verso l’antico circo di pietre.. un fantoccio gigante si parava di fronte a noi.. frutto dell’instancabile lavoro dei Turas.. Una cosa mastodontica.. Solo la Roccaforte di Helcaraxe lo superava in altezza!”





“Quando tutti furono radunati il Grande Jarl ha dato inizio alla cerimonia, lasciando la parola alla giovane Godar di Helcaraxe. Dopo una sua introduzione allo Jol, dopo aver sfilato il nostro copricapo per battezzare nuovamente il nostro capo con la neve del nuovo inverno, è toccato al vecchio Skald Bragi parlare.. egli ha composto una splendida ode al Nord.. ricordando Ragnar, il giovane Jarl defunto. E’ stato un momento toccante, seguito da tutti i presenti in religioso silenzio.”


“Lo Jarl era davvero impaziente, ed appena l’Yggdrasil ha concluso il suo canto egli si è fatto passare da una Zanna una grossa fiaccola. Il momento era giunto. Finalmente le ceneri del grande fuoco dell’anno precedente avrebbero alimentato le fiamme per il nuovo inverno. L’enorme fantoccio bruciava.. il calore scottava quasi la pelle anche a diversi piedi di distanza. Una scena che mi ha lasciata a bocca aperta, padre.”





“La serata tuttavia era ancora lunga, finalmente era il momento di iniziare i giochi! Lo Jarl lasciò che un giovane Vargos conducesse Fratelli ed ospiti presso lo spiazzo di Kaek; qui presentò a tutti un antico e ormai dimenticato gioco di carte. In molti hanno partecipato, tutti scommettendo una ingente quantità di danaro. Fratelli, Corsari, Amoniani e Raminghi si sono sfidati fino all’ultimo rilancio per accaparrarsi le carte vincenti.. immagina la tensione generale quando il Vargos ha mostrato al pubblico le carte vincenti!”





“La serata è andata avanti fino a tardi, per questo motivo sono tornata a casa in piena notte senza venire a salutarti. Giusto il tempo di dormire qualche ora e prepararti la colazione per poi tornare di corsa ad Helcaraxe. Oggi dobbiamo terminare i preparativi della Grande Fiera e per il torneo di Testa di Troll che si svolgerà domani!”





Diversi giorni dopo i Capitani di due navi mercantili ricolme di ogni genere di ricchezza si ritrovano in una fumosa locanda del Nuovo Mondo. Uno dei due, vestito con un abito di finissima stoffa merlettata, racconta con enfasi al pari grado di come ha vissuto lo Jol nelle terre di Helcaraxe:


“Invero vi dico che raramente mi è capitato di partecipare ad una fiera così; sontuosi banchetti con prelibate cibarie e squisiti nettari hanno fatto da cornice ad aste di preziosa mercanzia e bancarelle ben allestite da mercanti provenienti da regni alleati. Molti erano gli svaghi.. gli astanti hanno preso parte ad un singolare torneo detto Testa di Troll.. oltre a quello si sono anche sfidati l’un l’altro ad un particolare gioco di abilità ed equilibrismo su un’immensa trave verticale cosparsa di grasso di tricheco.. Lo Palo lo chiamavano…”


L’altro, sorridendo da dietro i suoi curatissimi mustacchi, commenta ironico:


“Interessante.. potrei inventarmi un passatempo simile con i miei mozzi…”











Nel tardo pomeriggio del terzo giorno dello Jol, prima dello svolgimento del Torneo dei Valorosi, un guerriero Huathbàn percorre insieme a quattro dei suoi giovani figli il sentiero inerpicato di una ripida montagna; all’imbrunire riescono a raggiungere un punto panoramico tra le rocce che sovrastano le abitazioni e l’arena di Grandinverno. Mentre il torneo prende il via tra le urla festanti di Turas e Vargos, il ribelle fa sedere i propri pargoli a cavalcioni di una grossa rocca in modo che possano osservare al meglio i combattenti dall’alto.


“Osservate attentamente questi combattimenti figli miei; quelli che lottano al vostro cospetto sono i migliori guerrieri di tutta Helcaraxe. Osservateli bene.. perché un giorno dovrete diventare forti quanto loro. Se ce la farete, se li ucciderete, la vittoria sarà nostra.”














Un gruppo di curiosi è assiepato davanti ad un piccolo teatrino ambulante nei pressi di Eracles: tre bardi goffamente vestiti come uomini di Helcaraxe cantano e ballano sopra un palchetto di legno logoro. Uno di loro, il più anziano, suonando con grazia un piccolo liuto, si produce in un canto inventato sul momento:



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