Il 28 Postapritore Amon si ritrovò insieme per celebrare una festività di unione cittadina e di divina invocazione.
L’occasione fu la vigilia della Rievocazione Storica che il neo Prefetto Xandra Phem aveva organizzato, per riportare alla coscienza storica amoniana le gesta della Legione di Frontiera, e di Re Agravain, durante la Grande Guerra contro gli orchi, dell’anno imperiale 191, quando i pochi superstiti riuscirono a salvarsi grazie al sacrificio dei Legionari e del Re che trattennero l’orda permettendo ai reduci di mettersi in salvo.
L’indomani il Prefetto avrebbe guidato la Legione nelle terre orchesche per riscattare la memoria dei Padri defunti, per far ricordare agli amoniani da chi discendono e per invocare infine il favore dei Legionari di Frontiera, e del Re, dai Campi Elisi, onorando le loro gesta nell’eterna lotta contro gli orchi.
Avrebbero banchettato insieme, celebrando l’unione del corpo armato legionario che aveva il suo simbolo, per l’occasione, nei grappoli d’uva, frutto composto da tante parti insieme.
Il banchetto fu preceduto dalle rituali celebrazioni religiose, per invocare il favore e la benevolenza di Crom e degli déi.
Si riunirono così nell’Arena, lì dove veniva versato il sudore di chi si allena e combatte per difendere gli alti valori amoniani. In quel luogo la Novizia dei Templari Nefrem, orgogliosa guerriera di fede, celebrò il suo rituale sulle scene di due abili guerrieri di Amon che simulavano un combattimento dinnanzi alla Legione schierata.
Affinchè il clangore delle armi giungesse a Crom, affinchè la battaglia fosse rituale propizio di fede ed onore, i due combattenti si scontrarono mentre Nefrem ricordava le gesta del Re e della Legione di Frontiera, fino all’invocazione finale di benedizione delle armi che discese sugli amoniani, presenti in armature ed armi da guerra, quelle che il giorno dopo li avrebbero accompagnati nella spedizione.
Ebbe così inizio la seconda celebrazione, questa volta dinnanzi al castello di Amon, dove un altare era stato allestito per l’occasione.
Lì ad attendere gli amoniani il Novizio Xavier e l’Accolito Gregor, guide religiose di Amon e guerrieri di fede.
Fu offerta l’uva, il simbolo fecondo dell’unione del popolo guerriero, ognuno degli amoniani si alzò e lasciò i grappoli sull’altare dinnanzi ai Templari mentre gli occhi divini di un messo di Altea li osservava immoto.
I Templari chiamarono allora il Prefetto, guida e rappresentante della Legione tutta, perché offrisse un’arma che fosse il dono agli déi, a ricordo e simbolo di tutte le armi usate e sacrificate per le cause di giustizia e gloria, dal popolo amoniano.
Xandra consegnò con solennità una spada dalle preziose incisioni runiche e Gregor stesso consegnò l’arma al messo divino lasciandolo poi libero da ogni legame perché vagasse fino alle alte corti degli déi e raggiungesse la madre Althea con il dono simbolico.
Fu la volta della benedizione di Danu, Xavier invocò la luce della dea delle stelle sugli amoniani riuniti con solennità.
Il Prefetto ringraziò i giovani Templari che stavano percorrendo il loro cammino spirituale per divenire effettivi dell’Ordine e innalzò gli animi dei presenti invocando le virtù e l’unione amoniana.
Ai Campi Elisi! Fu il grido di battaglia e di vicinanza spirituale al divino padre Crom regnante di immensi campi di grano ove solo i valorosi vivono nella beatitudine con lui.
Conclusi i rituali sacri, come antichi eroi, gli amoniani si riunirono in un giardino di viti per desinare insieme ed alzare i boccali in adamantio al cielo, bevendo il vino dei frutti d’unione e preparandosi, tra sorrisi e feste, al giorno successivo, alla battaglia, al ritorno al passato della più solenne ed alta storia dell’Antica Amon.
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