La Festa della Fertilità
Scritto da : Deerhat Asalar in data : 13/03/2009 02:04:29

Il 21 Dodecabrullo è ormai passato da tempo, ma la neve non cessa di cadere. Il popolo prescelto non cammina più sulla calda sabbia; no, per un capriccio di gente dall’animo corrotto e dal mantello nero ciò non accade più da oltre un anno.
Forse costoro ignorano che si può battere mille volte la verga sulla schiena di uomo senza poterne spezzare l’animo?
Forse davvero sperano che l’Unico abbandoni la Stirpe Nera?
Forse davvero credono di aver battuto l'Onnisciente Akkron?
Il Suo popolo sa per certo qual è la risposta a queste domande, il Suo popolo sa bene come si superano le difficoltà, il Suo popolo non smetterà mai di venerarlo! E nel farlo si adatta alle terre che lo accolgono, ed anche se la neve ed il clima diverso dall’usuale Kamshin caldo del deserto mettono in difficoltà le Vestali nel trovare il giusto momento per celebrare il rito, esso si compie ugualmente.
Alla Festa della Fertilità è impossibile dare una data di nascita, la sua esistenza ha la stessa incredibile longevità del culto nell’Unico Dio, provare a stabilirne la data esatta ha la stessa probabilità di riuscita del trovare la giusta risposta all’eterna domanda su chi sia nato prima tra l’uovo e il coccodrillo.
Attraverso i secoli non si è perduto però il suo significato; in questo mistico rito, nella notte più buia dell'inverno, vengono risvegliate la vitalità della natura e dell’uomo, nella speranza di raccolti copiosi e prole numerosa all'arrivo della primavera, per il giusto prosperare del popolo di Akkron.
Dopo la preghiera del tramonto, le Ancelle della Prediletta....




....fecero ardere un grande fuoco attorno al quale invitarono i fedeli a presenziare alla sacra funzione. La radura intorno al falò e il sentiero per arrivarci venne disseminato di lanterne, mentre tutti i fratelli e sorelle si adoperano per allestire tavoli imbanditi per consumare l'oro nero di Tremec, il cioccolato, alimento tipico della festa.


Nell'ora più buia della notte, dopo un breve discorso della Gran Sacerdotessa Udeen, le vestali benedirono il bestiame e le genti accorse al loro cospetto, con acqua benedetta aspersa con rami di khaab.

Ad uno ad uno e nel massimo rigore e silenzio, i beduini portano poi ad ardere nel grande falò i ramoscelli di khaab e quando tutto ciò ha fine e le vestali ringraziano l’Immenso per averle ascoltate tutte le genti esultano e gioiscono nella gloria dell’Unico!



Anche quest’anno il rito è stato compiuto, sotto la guida del Giusto Sultano ed Ezzedin il popolo prescelto continua a crescere, continua a pregare, continua a credere!




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