Il prezzo dell'eternità - Capitolo I
Scritto da : Mirgal in data : 07/09/2009 01:38:15

IL PREZZO DELL'ETERNITÀ

CAPITOLO I - LA PERGAMENA DEL PATTO



Il calore infernale del sangue ribollente del mondo saliva lungo le pareti innaturalmente gelide della torre che, nera come una notte di luna nuova, sorgeva silenziosa sulla carcassa martoriata di Edorel, la città che la mano di Vashnaar aveva trascinato nell'Abisso quando aveva ghermito Ardania anni addietro.
Sulla sua sommità, una figura indistinta, che sembrava tutt'uno con il buio circostante, osservava i domini delle divinità inferiori, dove da tempo i loro seguaci si stavano adoperando per dissipare l'oscurità che dalla Torre Nera vi si era estesa.





Essi credevano di agire contro quel nemico a sua insaputa ma i suoi occhi erano da sempre in mezzo a loro, poiché in molti gli obbedivano e molti altri erano al suo servizio senza nemmeno sospettarlo. Temendo il suo potere, si stavano coalizzando per muoversi uniti contro di lui, affinché potessero sperare di vederlo definitivamente sconfitto. La sua caduta avrebbe infatti significato per le forze oscure la perdita del loro più importante esponente di questo mondo, che in innumerevoli occasioni era stato di fondamentale importanza nella loro avanzata per la sua conquista.
Ciò che però i suoi avversari non sapevano era che non sarebbero mai riusciti nel loro intento, poiché egli aveva previsto le loro mosse ed era pronto a vanificarle, ricorrendo alle risorse ben al di là della loro immaginazione di cui disponeva.
Gli era noto infatti che in mani mortali si trovava un antichissimo manoscritto appartenente ad un'epoca perduta, conosciuto come Pergamena del Patto, attraverso il quale era possibile evocare una potente entità demoniaca dimenticata e ottenere da lei l'esaudimento di un qualunque desiderio, in seguito alla soddisfazione di una sua richiesta. Con quello in proprio possesso, avrebbe quindi avuto a disposizione ogni mezzo per porsi al di sopra di qualunque minaccia e, in questo modo, avrebbe potuto garantire all'Oscuro Signore la prosecuzione dell'attuazione del suo volere nel mondo mortale.
Non sarebbe stato difficile poiché chi lo aveva in quel momento ignorava la reale natura dell'oggetto, considerandolo semplicemente un prezioso prodotto di eccezionale valore artistico, con suggestive dicerie a suo riguardo utili ad elevarne ulteriormente il prezzo. Egli era infatti un mercante di rarità famoso in tutta Ardania che, interessato unicamente al proprio guadagno e incurante delle possibili conseguenze dei suoi commerci, da tempo lo proponeva per l'acquisto ai ricchi avventori che gli facevano visita, insieme alle altre bizzarre mercanzie di cui disponeva e che vendeva per cifre esorbitanti. Ciò nonostante, fino ad allora, nessuno se ne era appropriato, poiché in cambio veniva chiesta una cifra che avrebbe potuto ridurre un intero regno alla miseria, ossia 20.666.000 monete d'oro. Nessuno comunque avrebbe potuto verificare la veridicità delle voci che lo circondavano, poiché per convocare in propria presenza l'entità collegata al misterioso testo, ammesso che fosse possibile farlo, occorreva conoscerne l'identità e quella nozione, in questo mondo, si era persa attraverso i millenni.
Tuttavia alla figura silenziosa sulla sommità della Torre Nera qualcuno proveniente da altrove molto tempo addietro aveva promesso di svelarla, in cambio della sua collaborazione nel proprio tentativo di assoggettare Ardania. Quell'essere, pur essendo riuscito a farla precipitare in una gelida oscurità privandola della luce degli astri, infine era stato sconfitto dall'umanità che si era prefisso di estinguere e ora giaceva dormiente in un luogo remoto, al di fuori dei confini del mondo materiale.
Nondimeno, era per lui giunto il tempo di pagare il suo debito nei confronti di chi aveva contribuito alla realizzazione del suo breve ma terribile regno di tenebre.





La notte successiva, mentre Ardania dormiva ignara, nel silenzio sepolcrale di Edorel sublimi note d'arpa iniziarono a levarsi inattese dalla sala sulla cima della tetra dimora degli eletti di Vashnaar. A produrle erano le nere corde di Voce dell'Abisso, lo strumento demoniaco donato anni prima dalla Principessa Lyrgalsis al suo favorito tra i mortali.
La musica suonata da quell'artefatto di inaudito potere era in grado di varcare i confini della realtà e di raggiungere, attraversando il Reame dei Sogni, le menti dei dormienti ubicati ovunque nell'esistenza e consentiva al suo padrone di plasmare, secondo i suoi desideri e la sua abilità di musico, visioni oniriche per comunicare con loro.
Quella notte, la melodia dell'arpista era per Shaital, il Signore delle Ombre.





Il susseguirsi delle note creò un ponte di comunicazione che dal mondo materiale si estese nell'altrove in cui risiedeva la coscienza del Demone sopito. Ricordando la voce che lo aveva raggiunto, appartenente a chi gli era stato alleato, egli accettò di rivelare l'identità dell'entità legata alla Pergamena del Patto, come molto tempo prima aveva promesso di fare.





Si trattava del Burocrate, un Demone leggendario dal potere talmente vasto da essere temuto persino da Shaital, che ne parlò raccontando a chi aveva intenzione di evocarlo che era rimasto inattivo da quando, in tempi immemori, una civiltà ormai scomparsa aveva creato il manoscritto che ne consentiva il richiamo.





Il Signore delle Ombre non poté essere di ulteriore aiuto poiché Ireuel, Signore del Reame dei Sogni e uno dei Sette Spiriti in competizione per scatenare il Gotterdammerung, scoprì ben presto la violazione dei confini dei suoi domini costituita dalla comunicazione che stava avvenendo. Il suo intervento per porle fine fu rapido e la coscienza del Demone, tra le sue urla di sofferenza, venne a forza ritrascinata nel sonno profondo da cui la musica di Voce dell'Abisso l'aveva sollevata temporaneamente.





Tuttavia ormai l'informazione per cui era stato disturbato era stata rivelata.
Essendo quel manoscritto l'oggetto magico probabilmente più potente di Ardania, venne allora convocata Naavre, la Signora della Magia Nera, e le fu ordinato di mettere a disposizione le sue sconfinate ricchezze al fine di ottenerla dal suo attuale proprietario.
Nathoth, il Signore dell'Inganno, venne invece incaricato di appropriarsene senza che l'acquisto fosse riconducibile ai seguaci dell'Oscuro.
Così una nave insospettabile salpò dalle coste arse delle rovine di Edorel, con talmente tanto oro nella stiva che qualunque pirata, se lo avesse saputo, sarebbe stato disposto anche a vendere la propria anima soltanto per tentare di abbordarla e vederlo.
Dopo un lungo viaggio, il trasporto si concluse sulle coste di una piccola isola dei mari tropicali, sovrastata da un'imponente fortezza: la dimora di Jalabar Xo'Hlar, considerato da molti il più grande mercante di Ardania.
Al suo interno Nathoth, sotto mentite spoglie, incontrò il celebre Tremecciano e, approfittando subdolamente della sua ignoranza a proposito del manoscritto che possedeva, gli fu facile sottrarglielo consegnandogli in cambio l'enorme carico d'oro che aveva portato con sé, come era stato pianificato.





Fu così che la Pergamena del Patto giunse infine nelle mani di Na'Landor, il Signore Supremo della Torre Nera.

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