Il prezzo dell'eternità - Capitolo III
Scritto da : Mirgal in data : 07/09/2009 02:51:20

IL PREZZO DELL'ETERNITÀ

CAPITOLO III - IL SACRIFICIO DELLA TORRE NERA



Giunse il tempo in cui vennero convocati alla Torre Nera, dinnanzi al loro Principe, tutti i più puri seguaci mortali di Vashnaar, uomini e donne che presi singolarmente avevano il valore di un intero esercito e che insieme erano riusciti a soggiogare le terre degli Umani precipitandole nell'oscurità, a sfregio degli Dei che fino ad allora le avevano governate.
Essi erano consci che ora una grande minaccia incombeva sulla loro fede e su tutti i suoi esponenti poiché innumerevoli infedeli si stavano unendo per muoversi contro quel potere a cui per anni erano stati inconsapevolmente sottomessi ma sapevano che il più vicino all'Oscuro aveva un disegno per permettere alla sua Chiesa di non soccombere, nonostante i desideri delle altre divinità indegne.
Ne avevano intuito la portata assistendo all'evocazione di una Potenza appartenente alle tenebre più profonde e avendo ascoltato il loro Principe affermare che le avrebbe chiesto i mezzi per non dover più temere avversari tra i mortali. Conoscevano meglio di chiunque altro l'Oscurità e quindi immaginavano che il prezzo che avrebbero dovuto pagare per quella concessione sarebbe stato enorme ma, avendo giurato di dedicare la loro esistenza al servizio del Signore dei Dannati, erano pronti a qualunque sacrificio pur di compiacerlo.
Tuttavia non potevano prevedere quel che il trono della Torre Nera avrebbe preteso da loro questa volta.
A tutti era stato ordinato di recarsi nei sacri domini di Edorel, l'ultima roccaforte del culto di Vashnaar rimasta nelle terre degli Umani, portandosi appresso i tesori arcani più preziosi che possedevano, affinché in quei giorni non si rischiasse di vederli cadere in mani altrui. Era loro noto soltanto che, giunti là, con quelli e con la propria fede avrebbero contribuito al compimento del piano del loro Signore per rendere inestirpabile il potere dell'Oscuro e, al calar della notte, le terre arse li videro adunarsi.





Ai piedi della Torre Nera, egli esplicitò per la prima volta i suoi progetti ai suoi seguaci, tacendo tuttavia quel che avrebbero comportato per loro. Concluse spiegando che, per realizzare quanto predisposto, avrebbero dovuto raggiungere un'altra dimensione, dove risiedeva la Potenza che avrebbe soddisfatto il desiderio del possessore della Pergamena del Patto.








Poi, a gran voce convocò di nuovo il Demone Burocrate al suo cospetto, affinché aprisse il varco planare necessario a rendere quel viaggio possibile.





Pochi istanti più tardi, erano tutti presso l'imponente trono vuoto dell'entità incorporea dinnanzi a cui il Principe, all'insaputa degli altri, le aveva precedentemente promesso di portarli affinché fossero immolati.





Quegli uomini e quelle donne erano la sua prima offerta poiché il loro valore e la loro devozione costituivano il suo avere più prezioso: essi erano infatti gli strumenti attraverso cui aveva acquisito quel potere di fronte a cui tutti i suoi nemici tremavano e le colonne portanti del suo impero oscuro.





Quando la Potenza, di fronte ai presenti, disse al loro sovrano che il sacrificio dei suoi più importanti seguaci era un congruo principio del pagamento del prezzo che si era impegnato a corrispondere per ottenere l'esaudimento del suo desiderio, con orrore essi compresero il motivo per cui erano stati condotti là.
Fu tuttavia troppo tardi per reagire poiché in quel momento una forza invisibile pervase la stanza, immobilizzandoli tutti.
Distanziandosi da loro con un passo in avanti, l'uomo in cui avevano riposto la propria fede spiegò che la loro morte era parte di quel che gli era stato chiesto affinché il suo desiderio venisse esaudito ed era quindi necessaria per raggiungere il suo obiettivo: la sopravvivenza di ciò che rappresentava.





A quelle parole, Nathoth, l'uomo più caro al Principe, rispose per primo accettandone la volontà, con la consapevolezza che le fiamme delle loro vite, perdendosi, avrebbero alimentato un fuoco immensamente più grande, che sarebbe stato in grado di divorare quel che loro, singolarmente, non avrebbero mai potuto nemmeno lambire.
Invece Lhoru Khundharr, il più forte ed indomito della Torre Nera, si sentì tradito dall'uomo a cui aveva concesso la sua obbedienza molto tempo addietro, vedendo nelle sue azioni soltanto lo scopo di salvare sé stesso dai propri nemici, e fino all'ultimo cercò di liberarsi dalla morsa sovrannaturale che frenava i suoi movimenti per opporsi al destino che era stato scelto per lui.





Tuttavia, mentre tutti i suoi compagni attorno a lui si accasciavano a terra prosciugati della vita, comprese che era un'impresa al di là delle sue possibilità ed infine, come loro, cadde. Prima di spegnersi per sempre, riuscì però a proferire un'ultima minaccia contro il suo Principe, avvertendolo che ne avrebbe atteso l'arrivo nell'Abisso, dove a breve la sua anima sarebbe precipitata, per prendersi la sua vendetta.





Quella notte, come gli astri di una costellazione che estinguendosi uno ad uno provocano la scomparsa del suo disegno nel cielo, tutti i seguaci del Signore della Torre Nera svanirono portando con loro il Culto di cui erano stati parte.
Di fronte a quella strage, l'uomo che l'aveva provocata rivide tutto ciò di cui era stato testimone negli anni precedenti, gesta che ormai era rimasto l'unico a custodire nella sua memoria.
Ricordò le più grandi battaglie di Lhoru Khundharr, il Signore del Massacro: quella in cui aveva distrutto lo spettro del Demone Zerghor Mahnistad su suggerimento del Signore dei Ghoul Kuranes; quella in cui aveva sconfitto il Signore delle Menzogne e dell'Inganno Shamusiel, uno dei Sette Spiriti in competizione per scatenare il Gotterdammerung, approssimandone l'avvento con la sua morte; quella in cui aveva schiacciato il Necrarca Pryder, il creatore degli Ulah Kreen, imprigionato per aver peccato contro il Re Nero; quella in cui da solo aveva tenuto testa ed infine ucciso il terribile Drago di Tenebra che possedeva la spada malefica Vendetta.
Ricordò i prodigi ineguagliabili di Naavre, la Signora della Magia Nera, di quando il suo potere oscuro aveva dato vita alla progenie abissale che il Signore delle Pestilenze Armisael aveva recato in dono al Culto per ricompensarne i membri per la loro collaborazione nel suo tentativo di sottomettere Ardania; di quando, seguendo le istruzioni del Demone Stregone Senoy, servitore del Signore dei Cancelli Neri Samangelof, aveva tessuto vesti che indossate consentivano di fondersi con le tenebre; di quando nei mari del Nord aveva permesso l'imprigionamento del Signore dei Ghiacci Tjodalv nel martello Giustizia del Paladino Magnus; di quando insieme al Dracolich Olthvannel, servitore e cavalcatura di Kuranes, aveva plasmato le inviolabili difese magiche dei sacri domini di Edorel.
Ricordò gli oscuri portenti di Djerseth, il Signore delle Cripte, il più alto esponente del clero della Torre Nera, a cui Vashnaar aveva conferito il privilegio di poter attraversare la porta dell'Oltretomba e fare ritorno, riverito dai vivi e dai morti per la sua grandezza, che molti aveva condotto e guidato al servizio della sua divinità, compreso addirittura il seguace di Aengus Harlock Konradin che, attraverso un rito appreso dal Signore dei Ghoul, aveva ridestato dalla morte e reso un suo schiavo nonmorto potente quanto gli inarrestabili Cavalieri Neri del Signore degli Incubi e della Paura Ireuel, affinché li sconfiggesse e riconducesse al suo Principe il martello Giustizia che essi gli avevano sottratto.
Ricordò le astuzie e le insidie di Nathoth, il Signore dell'Inganno, che nelle ombre innumerevoli vittime aveva colpito come veicolo della vendetta dell'Oscuro; che confondendosi con le Lame Silenti ne aveva occultamente provocato la distruzione; che con le sue menzogne aveva condotto Hammerheim lontano dal trovare un rimedio alla pestilenza con cui Armisael la stava flagellando, prolungando a dismisura le sofferenze della sua popolazione; che aveva indotto molti a credere che fosse Sakalesh in persona e che si fosse risvegliato dal suo sonno per condurre il mondo alla sua fine, affinché il terrore si diffondesse; che, penetrato nel Reame dei Sogni, era riuscito a rubare al suo sovrano Ireuel le giare che custodivano le anime dei Cavalieri Neri, per consegnarle poi a Kuranes affinché divenissero suoi schiavi e non potessero più costituire una minaccia per la Torre Nera.
Ricordò l'ascesa al trono di Hammerheim compiuta con l'inganno e la manipolazione da Fey'ra, la rosa nera di fatale bellezza, la più preziosa tra le sue amanti, i suoi occhi, le sue orecchie, la più letale dei suoi sicari.
Ricordò di come Kelsh'ra aveva tradito la Legio Khimaira di cui era membro, provocandone la fine, e di come grazie alla distruzione del sogno di quegli uomini aveva ottenuto il prestigio che gli aveva consentito prima di salire ai vertici di Amon e poi di radunare nelle proprie mani tutto il potere proclamandosi Imperatore.
Ricordò gli intrighi attraverso cui Ka'Shyrun era stato nominato Sultano di Tremec in seguito alla deposizione del suo predecessore ad opera del clero dell'Oasi, da lui manovrato per raggiungere i suoi scopi.
Ricordò come i tre avevano trasformato gradualmente quei regni, secondo le sue direttive, in tirannie assolute, in cui i sudditi soffrivano schiacciati dal potere incontrastato dei loro sovrani e ogni opposizione veniva soffocata spietatamente con arresti, esecuzioni, esili e bandi.
Ricordò ogni occasione in cui Sheral Nor gli era stata accanto, contribuendo ad ogni sua vittoria come sua arma e suo scudo infrangibili, tenendo sempre fede al giuramento, pronunciato anni prima, di dedicargli la propria esistenza e affiancarlo fino all'ultimo nel suo cammino. Ricordò anche tutte le imprese che aveva condiviso con gli altri che per tanti anni avevano costituito la spina dorsale del suo esercito e del suo potere: Shuar'ress, uno dei guerrieri più valorosi di quelli al suo servizio, la cui lama aveva trionfato persino su un avversario come il Signore Celestiale dei Canti; Vrah'Laythar, il temibile arciere a cui aveva affidato il controllo di una porzione delle sue forze armate; Hra'Tasakra, l'inesorabile necromante mietitore di vite che ne costituiva il cuore pulsante; Coorshathe'ra, che era sempre stata tra i suoi incantatori più micidiali; Naapher, l'insostituibile apostolo del verbo divino e guida spirituale di molti giovani devoti dell'Oscuro; Vi'Kasher, uno dei più grandi sapienti di Ardania, che aveva trasmesso al Culto conoscenze di inestimabile valore; Kar'Thress, il sacerdote che si curava di dotare i suoi membri di efficaci strumenti di morte per la loro guerra contro i nemici della fede.
Ricordò inoltre eventi lontani, delle uccisioni di infedeli compiute dallo sfuggente Vylish, il primo Signore dell'Inganno; di quando Lodhren aveva varcato le porte della Fortezza del Sacro Verbo, mescolandosi con i Cavalieri dell'Alba per spiarli e riferire alla Torre Nera ogni loro movimento; del giorno in cui, secondo gli ordini del suo Principe, Sothro'dess senza discutere ne aveva affrontati e sconfitti cinque da solo nel deserto di Tremec; della trappola in cui Ran'Vesthar, la donna che aveva abbandonato la luce degli Dei indegni, aveva attirato l'allora Priora di Hammerheim rendendone possibile il sacrificio in onore dell'Oscuro; della consacrazione, effettuata da Sathe Nadar con il sangue di quell'infedele, di un santuario in territorio hammin dedicato alla Suprema Potenza e del suo affidamento in custodia a Vrahon'ra; di come Luthaliss, propria amante e allieva prediletta di arti bardiche, aveva sedotto il Console e Sommo Templare di Amon rendendolo inconsapevole fonte di informazioni di fondamentale importanza.
Ricordò infine tutti i cimenti affrontati da quelli che, pur essendo al servizio del Culto, prima di morire quella notte non avevano ricevuto un nome di fronte all'Oscuro, non avendo ancora completato il cammino necessario per diventarne degni.
Era vanto della prima di loro, l'unica tra le sue amanti a cui aveva consentito di restargli sempre accanto e che fino ad allora non aveva considerato sacrificabile, aver ucciso presso il tempio di Crom di Amon il Priore di Hammerheim esiliato dalla sua regina e, portando dinnanzi alla Torre Nera il suo cuore come le era stato ordinato, aver permesso al Re dei Lich Volker il Magnifico di creare il portale che aveva causato la terribile invasione di spettri nella Splendida.
Il secondo era invece l'uomo che, uccidendo un Cavaliere dell'Alba e consentendo l'arrivo del suo cuore nelle mani ossute dello stesso sovrano nonmorto, aveva provocato l'apertura del portale da cui era emersa la moltitudine di Nonmorti che aveva assediato la Fortezza del Sacro Verbo. Entrambi addestrati dal Principe stesso senza che ne fossero consapevoli, come anni prima era accaduto per Nathoth e Fey'ra, erano diventati assassini eccezionalmente efficaci e spie di cui andava fiero.
La terza era la devota che aveva impedito che il bastone del Signore delle Mummie Azazel, simbolo della sua autorità, cadesse nelle mani degli infedeli amoniani, sottraendolo loro dopo la sua sconfitta nella piramide sepolta in cui dimorava, per consegnarlo infine alla Torre Nera affinché ne divenisse custode.
L'ultima era la donna che, pur di riguadagnarsi il favore dell'Oscuro dopo averlo deluso, non aveva esitato a rinunciare al possesso della propria anima e a cederla ad un suo emissario, affinché in cambio le venisse concesso il potere di cui difettava per servire gli scopi divini, restando profondamente segnata nel fisico da quella privazione.
La profonda voce della Potenza al cui cospetto si trovava distolse il Signore della Torre Nera dai suoi pensieri, ricordandogli che le anime offerte costituivano soltanto una parte del sacrificio che si era impegnato a compiere.
Egli allora rispose che presto, attraverso il fuoco, si sarebbe privato di tutti i tesori che erano giunti nelle sue mani dopo essere stati protagonisti di storie caratterizzate da intrighi, sofferenze e morti. Infine avrebbe immolato l'impero che, seguendo gli insegnamenti dell'Oscuro, aveva creato dal nulla in pochi anni, trasformando un villaggio insignificante nella più temuta potenza di Ardania, che in alcuni momenti aveva raggiunto un'estensione e un'influenza senza eguali negli ultimi secoli.
Soddisfatta da quelle promesse, l'entità demoniaca si congedò, lasciando al Burocrate il compito di verificare che venissero rispettate.





Allora il Principe lasciò quel luogo dimenticato dagli Dei e tornò alla sua dimora, dove avrebbe compiuto il passo successivo del cammino che aveva scelto.
Come aveva promesso, portò sulla sommità della Torre Nera tutti i tesori di cui ormai era l'unico possessore, affinché fossero pronti per essere distrutti, e là il suo sguardo si posò per l'ultima volta su ciascuno di loro.
Contemplò a lungo Requiem dei Dannati, la lira creata da Naavre distorcendo la magia di un antico cristallo elfico per punire lo spettro di Zerghor per i suoi fallimenti da vivo e da morto, uno strumento senza pari tra quelli conosciuti, la cui musica era in grado di piegare anche la volontà dei Nonmorti superiori, imponendo ai loro spiriti una quiete più profonda della morte che aveva fallito nel placarli.
Ammirò poi la Lama d'Ombra di Kirowon, l'arma che Lhoru Khundharr fino ad allora aveva degnamente impugnato in battaglia in qualità di condottiero delle forze armate della Torre Nera, appartenuta in origine all'Antipaladino che anni addietro aveva messo a ferro e fuoco Ardania secondo il volere del Re Nero Surtur e che, ribellatosi infine alla sua autorità, era stato distrutto nell'Abisso dopo aver sfidato il suo immenso potere.
Nera come la notte era la Spada Vendetta, cercata da molti in tutta Ardania durante il regno oscuro di Shaital poiché ritenuta la lama che avrebbe salvato il mondo dalla sua fine, secondo quanto affermava una falsa profezia creata ad arte per fuorviare i nemici del Demone, proprio dall'uomo ai cui piedi l'arma stava ora.
Guardò la Verga dell'Apostolo Ludmilla, il Corvo di Fuoco, che anni prima aveva tentato di conquistare la Torre Nera e, a tale scopo, aveva creato i terribili cavalieri nonmorti che, sopravvissuti alla sconfitta delle sue armate e alla sua morte per mano del Principe, guidati da Iscariah successivamente si erano messi al servizio di Ireuel, diventando tristemente famosi in tutta Ardania.
Fu di seguito la volta del Bastone di Shamusiel, custodito in segreto da Naavre da quando il suo proprietario era stato sconfitto nelle giungle dei Qwaylar che al culmine del suo potere aveva tentato di conquistare, insieme alle terre circostanti.
V'era anche la pergamena contenente le Memorie di Pryder, rinvenute nella cripta in cui il potente Necrarca era stato confinato da Surtur secoli prima, affrontato e distrutto dai Cultisti quando si era mostrato intenzionato a sottomettere il regno che dominavano.
Nei suoi pressi si trovava il Cifrario Oscuro, il manoscritto appartenuto al Re Redual Asterot che celava i segreti della Lingua Nera e che Vi'Kasher, sfruttando la sua magia, aveva rubato nel Castello di Amon dove si trovava da tempo per farlo giungere nelle mani dei seguaci di Vashnaar, a cui apparteneva di diritto.
Osservò la Campana del Silenzio, condotta alla Torre Nera da Kelsh'ra e appartenuta allo Spettro Zaeldan Semarak che attraverso i suoi rintocchi aveva maledetto gran parte della popolazione di Amon privandola della voce, dopo essere giunto dal Luogo degli Spiriti tramite il portale che Volker aveva aperto nei pressi della Guerriera, sfruttando il cuore di un suo Templare consegnatogli dall'Imperatore che ne aveva ordinato l'esecuzione con il pretesto del tradimento. Vide il Bastone aureo di Azazel, la potente Mummia che era stata risvegliata tra le Gole di Surtur da un suo cultista e che là aveva tentato, con il proprio esercito nonmorto, di fare strage degli Amoniani e dei Loknariani che si erano addentrati nella sua tomba per esplorarla.
I suoi occhi incontrarono poi Celerin Cu, l'arco bianco di Ondolinde, di cui era il segreto possessore da quando, anni addietro, il Primo Falco della Splendente, per il quale era stato creato, se ne era liberato per rivalsa dopo aver abbandonato le mura dei suoi padri, in seguito al suo abbraccio della fede in Luugh.
Indugiò su Vento del Deserto, la leggendaria scimitarra di Tremec tramandata per secoli di Sultano in Sultano, fino alla salita al trono di Ka'Shyrun che, quando abdicò fingendosi impazzito per potersi allontanare dal suo popolo che reputava troppo debole e quindi inutile da governare, la portò via con sé alla Torre Nera in omaggio al suo Signore.
A terra stava anche il Gladio di Agravian, la lama che il primo Re di Amon aveva impugnato in battaglia contro gli Ulah Kreen del Re Nero, nel vano tentativo di difendere il Continente degli Uomini dalla loro avanzata: recuperata di recente dagli Amoniani nelle terre del Re degli Orchi Kattlekah dopo una sanguinosa battaglia contro l'esercito di uno dei suoi figli, l'arma aveva poi raggiunto in segreto la Torre Nera per volontà dell'Imperatore.
Nei pressi spiccavano il Bastone del Serpente Rosso e l'Anello dello Stregone Rosso, oggetti dai grandi poteri in origine posseduti dal Sommo Sardaucas e successivamente donati a Naavre, per la stima e la fiducia che nutriva in lei, ignorando la sua vera natura.
Nella polvere giacevano infine i resti di Harlock Konradin, vomitati dal Reame dei Sogni dove aveva incontrato la sua fine scontrandosi con il Cavaliere Nero Ashtennu e sottratti per sempre sia all'ultimo abbraccio della donna che lo aveva amato, il Gran Maestro dei Cavalieri dell'Alba, che ad una degna sepoltura nella luce del loro Dio.
Uno ad uno, il Signore della Torre Nera raccolse da terra quegli oggetti di incommensurabile valore e li precipitò nel lago di lava sottostante, rimanendo a guardarli fin quando il fuoco non li consumò completamente.





Ormai soltanto una promessa gli restava da rispettare e il Demone Burocrate, nella dimora della Potenza che serviva, aveva già iniziato a destare dalla pietra chi avrebbe attuato il necessario affinché ciò fosse avvenuto.




Chiudi l'evento

Lo staff di The Miracle Shard (The Miracle) non si assume alcuna responsabilità sui contenuti di un evento. A priori ogni abuso di utilizzo del sistema di anteprima verrà punito . Segnalate gli abusi nell'apposita sezione del sito. .