[Rot] Rito di Purificazione Postapritore 274
Scritto da : Fhyldren in data : 24/01/2010 17:53:44

12 Postapritore 274
12 Narwain della 36° parte della 21° Fioritura del Tulip,

La serata era tersa, fredda ma luminosa e serena. Gli elfi e tutti gli invitati, fedeli, studiosi e curiosi da ogni parte di Ardania, si affollavano lentamente nella piazza antistante il Tempio di Earlann e Morrigan.

Ben presto confluirono entro le sale del Tempio, e bastò poco tempo affinchè fossero gremite di persone, tanta era l'affluenza. Vi erano tanti elfi da Tiond e Ondolinde, anche molto eminenti, e tanti concittadini, ovviamente; il tutto contornato da curiosi, teologi e fedeli di regni lontani. Ad officiare c'era i Sacerdoti Nendur Menel e Fanie Miriel, devoti al Sempre Saggio Earlann e Patrono della Città, nel cui culto affondavano le origini del Rito che si sarebbe tenuto di li a poco. A coordinarli, anche lei in una elegante tunica blu brillante, la Somma Sacerdotessa Midne Merwen, cardine e guida della Via della Fede dell'Ordine del Tempio.





Dopo la distribuzione delle consuete tuniche azzurre e delle fiaccole ai fedeli, il corteo si formò e cominciò la sua lenta ma maestosa processione. Si fermò quasi subito sul piazzale dinanzi il tempio: la sacerdotessa di Earlann Fanie Miriel fece dono di una polla di acqua consacrata proveniente dalla vasca del Tempio proprio a Fhyldren; poi si proseguì verso il Palazzo sull'Acqua, sede della Flotta, dove fu l'Ammiraglio Earendur a ricevere la benedizione in rappresentanza del suo Ordine; infine si giunse al Palazzo della Lega e delle Arti e dei Mestieri, dove il Ministro Flora Majere accolse a sua volta il dono purificatore.












Infine, dopo quelle parole di augurio e di benevolenza, il corteo si mosse, iniziando a risalire il Fiume Raggio di Luna: era davvero un grande spettacolo vedere quella moltitudine di calde e fioche luci che, stagliandosi nella notte, avanzavano lentamente salmodiando antiche e melodiose preghiere, forse inspirate da Earlann stesso.





Giunsero finalmente alla fonte di fiume, alle pendici dei monti Elvenquist: una maestosa e frusciante cascata immetteva l'acqua nel piccolo bacino, per poi incanalarsi lungo il fiume; le luci delle torce e dei bracieri li disposti si rifrangevano sugli schizzi, mentre fiochi bagliori si riflettevano sulle statue e sui rilucenti orpelli di pregiata fattura elfica, illuminando la scena di toni mistici e quasi surreali.





Proprio quando però stavano per cominciare, avvenne l'inaspettato. Dalle ombre delle fioche e fino a poco prima gradevoli luci si materializzarono creature oscure, apparendo d'improvviso seminando sgomento tra gli ignari e gli inesperti.





In pochi minuti tutto finì, e le altre creature caddero prima di riuscire a ferire seriamente nessuno. Si era trattato del solito espediente intimidatorio, e il sindar si premurò di rassicurare e di spiegare ai presenti l'accaduto.

C'era chi tra i presenti che si mostravano lieto dell'accaduto: dopo tutto qual'era miglior occasione di una importante cerimonia, con rappresentanti di tutta la Collettività elfica, per ricordare a tutti che vi è un nemico più insidioso e più importante delle dispute tra fratelli?

Il Rito, com'era giusto e inevitabile, proseguì, non appena gli animi si furono tranquillizzati. Vi furono le toccanti parole di Nendur, e il discorso conclusivo di Midne, che condussero i presenti fino al gesto più toccante e intimo, quello di comunione con le limpide acque. Sfilando lentamente e con ordine lungo il piccolo pontile, piano tutti i fedeli bevvero da quella immacolata fonte, concludendo così tutto il percorso di sacra purificazione.







La processione finale infine riportò tutti nella piazza della Perla, per rendere omaggio allo Spirito, che si era sempre creduto leggenda, da poco palesatosi agli occhi dei Rotinrim. Ci fu una piccola preghiera di invocazione officiata insieme ad alcuni sacerdoti della Verde, e l'Antico Spirito elfico emerse dalle acque del monumento. Soddisfatto della venerazione ricevuta nell'occasione, fece dono al Ninque Roquen di Ondolinde, Filhen, di una sfera contenente il potere dell'"Antica Magia Quenya", spiegando che sarebbe servita per proteggere il Doriath per un breve periodo.
Dopo aver lasciato agli stupefatti astanti altre indicazioni sulle minacce che avrebbero dovuto affrontare, si inabissò nuovamente, semplicemente tornando acqua, e lasciando i rotinrim, soprattutto i teleri, ancora più consapevoli della ricchezza delle proprie origini e delle proprie leggende; e qualcuno anche molto colpito e affascinato.



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