Matrimonio tra le nevi
Scritto da : Adain Tanaor in data : 19/02/2010 19:03:17

Era una fredda sera di Forense a Helcaraxe. Quel giorno però nessuno si interessava al freddo dell’Inverno, perché una sacra unione si sarebbe celebrata: il Maknar Bianco Hagnar Slanger e la Valdar Gerhilde Valdarsen si sarebbero uniti in matrimonio davanti agli Dei e davanti agli Avi. Tutti i nordici erano stati invitati, così come amici ed alleati provenienti da ogni dove su Ardania. Poco prima dell’inizio del matrimonio, la sposa e pochi altri fratelli si riunirono con il Rumenal nei campi coltivati di Helcaraxe. Lì il vecchio Wulfrik mostrò ai nordici il campo di fieno e parlò loro di un’antica tradizione risalente a moltissimo tempo prima. Egli raccolse il primo frumento dell’anno. Ne prese una manciata e, dopo aver estratto i semi, lì sotterrò nella terra e li innaffiò con l’acqua estratta dal Sacro Frassino, come buon auspicio per il prossimo raccolto. Prese un’altra manciata e disse che con quel grano si sarebbe cotto il pane per Helcaraxe, e che il Maknar e lo Jarl sarebbero stati i primi ad assaggiarlo.
Quando il gruppo tornò in piazza, erano già arrivati i primi invitati. Era giunto il momento di dirigersi al Circolo di Pietre per iniziare il matrimonio.



Gli invitati non dovettero attendere molto. Infatti poco dopo videro arrivare Hagnar che portava sulle spalle la sua futura sposa.



Quando Hagnar, e Gerhilde sulle sue spalle, raggiunsero il Rumenal in mezzo al Circolo di Pietre, la cerimonia ebbe inizio.
Fu il Rumenal a parlare: “Gerhilde Valdarsen, riconosci la forza del tuo uomo Hagnar, colui che vuole legarsi a te per il resto della sua vita? Riconosci che potrà mantenerti fino a che resterete insieme?”
“Riconosco la forza del mio uomo” fu la semplice risposta di Gerhilde.
“Se c’è qualcuno che vuole opporsi a questa unione, dovrà dimostrarlo con la forza. Contro Hagnar se egli è un uomo, o contro Gerhilde se è una donna. Se nessuno si farà avanti, ma continuerà a serbare rancore verso i due sposi, che egli sia maledetto per sempre.” continuò Wulfrik.
I presenti si guardarono intorno, certi che nessuno avesse motivo di opporsi al matrimonio. Invece furono tutti smentiti dalla figlia del Maknar, Aislif Slanger, che con la tipica audacia della sua famiglia si fece avanti senza esitare, e si portò davanti al Rumenal per parlare.



“Cosa ti porta ad opporti a questa unione?” chiese impassibile il Rumenal.
“Questa donna si appresta a sposare mio padre, e con questo pensa di poter diventare anche mia madre. Io contesto questo” rispose sicura di sé la giovane donna.
Hagnar, sicuramente il più stupito di tutti, guardò inferocito la figlia che aveva osato opporsi al suo matrimonio con la donna da lui amata.
Il breve silenzio che si era creato, fu interrotto dal Rumenal che pronunciò le seguenti parole: “Che sia allora Holmganga. Vi batterete sotto gli occhi di Aengus per decidere chi di voi due ha ragione. Tuttavia non sarà uno scontro all’ultimo sangue, perché oggi è sempre un giorno di festa. Quindi chi delle due non riuscirà a reggersi in piedi sarà dichiarata sconfitta e dimostrerà che l’altra ha ragione”.
Davanti alle due donne fu portata una capra, destinata ad essere uccisa e poi condivisa in un banchetto d’amicizia, perché nessun rancore può essere mantenuto in seguito ad un Holmganga. Lo sfortunato Hagnar si fece da parte, e si apprestò a guardare le due donne che amava combattere tra di loro. Poggiò la schiena su uno dei macigni che formano il Circolo di Pietre e se ne stette lì a guardare i riti che precedono l’Holmganga.



Wulfrik prese la parola: “Stasera saranno gli spiriti e gli Dei a decidere. Che nessuno osi opporsi al verdetto dell’Holmganga o sarà maledetto per sempre”.
Le due donne si misero l’una di fronte l’altra ed iniziarono a slacciarsi l’armatura. L’Holmganga è uno scontro puro tra due persone, senza aggiunte come protezioni o altro. Solo i due guerrieri e le loro armi. Inoltre si tolsero gli stivali, poiché i due guerrieri, mentre combattono, devono avere i piedi nudi a contatto con la neve.
Quando tutto fu pronto Wulfrik fece partire le due guerriere.



Il duello fu rapido. Aislif, la figlia del Maknar, fu subito presa da una furia incontrollabile e si lanciò contro Gerhilde, colei che voleva sposare suo padre. Con un paio di colpi, Aislif fece cadere al suolo Gerhilde, cosa che la rese la vincitrice dell’Holmganga.
Grande fu la rabbia di Hagnar, che aveva visto la propria figlia combattere contro la sua donna. Per questo si scagliò contro la figlia, inveendole contro: “Questa è la donna che ho scelto, è la donna che amo. Se non sei capace di accettare questo, vuol dire che non sei capace di accettare le mie scelte”. Fu quasi sul punto di ripudiare Aislif dal suo sept, di non riconoscerla più come sua figlia.
Fu a quel punto che intervenne Wulfrik, il Rumenal, ricordando che Aislif non voleva opporsi al matrimonio, bensì al fatto che Gerhilde diventasse sua madre ed accampasse i diritti che una madre ha su sua figlia. Quello che aveva sancito l’Holmganga era quindi che Gerhilde non si sarebbe mai potuta dichiarare madre di Aislif, pur essendo la moglie di Hagnar. Il matrimonio si poteva quindi celebrare.
Quando Aislif fu rientrata tra le fila degli invitati, i due futuri sposi si avvicinarono l’un l’altro e si misero davanti all’officiante. Wulfrik prese una ciotola, e con un coltello fece un taglio sui palmi delle mani di Gerhilde e Hagnar. Il sangue si mischiò nella ciotola fino a diventare una cosa sola. A quel punto i due presero a turno la ciotola e ne bevvero il contenuto per sancire una volta per tutte la loro unione. Fu il Rumenal a concludere la cerimonia intingendo le dita nella ciotola, e disegnando con il sangue mischiato la runa Mannaz sulla fronte dei due.



A questo punto i vari invitati portarono i loro doni. Il Guardiano dei Ghiacci Adain Tanaor portò davanti ai due sposi un grasso maiale, come segno di buon auspicio per il futuro. La fratellanza Ramjalar rappresentata da Rubina portò come dono del vino proveniente dalle Terre Selvagge. I corsari portarono in dono delle rare perle scovate nei mari del Sud, per simboleggiare la bellezza della sposa del Maknar. I cugini Vaderson, Eroth e Borgath, regalarono alla coppia un barile di una bevanda considerata molto afrodisiaca. Il Valdar Gaerrar regalò ai due sposi delle pellicce con cui coprire il giaciglio della coppia.



L’allievo di Hagnar, Alexi Amarth offrì come dono un’intera drakkar. Il dono della gael Jennifer Dhorvan furono due vasi di fiori rossi e azzurri, coltivati da lei in persona, che simboleggiavano uno il sangue e l’altro la Dea ed il mare. La valchiria Hidelweiss Kesselson offrì un destriero nato nei suoi allevamenti, bianco come il colore del Clan Valdar. Poi arrivò anche la figlia del Maknar, che tanto l’aveva fatto soffrire durante la cerimonia. Lei ed il Vargos Wulfgar Mjollnar regalarono ai due sposi due armi molto particolari: una era quella che aveva sconfitto il demone Antraxan e l’altra era un’arma fatta per portare la luce lì dove regnano le creature delle tenebre. Infine fu la volta del Vargos Hank Wolfang, più noto per i suoi tentativi con le donne che per i suoi successi, che regalò ai due quello che secondo lui era la fonte del suo successo con le donne: una collezione di varie erbe e polveri da fumare.



Fu così che ebbe fine il turbolento matrimonio di Hagnar Slanger, Maknar Bianco di Helcaraxe, e Gerhilde Valdarsen, sua sposa. Come ogni festa del Nord che si rispetti, gli invitati e gli sposti furono tutti condotti nella locanda del Troll Ubriaco, dove Hagnar diede il primo assaggio al pane cotto con il primo grano dell’inverno, e dove tutti gli altri conclusero la serata tra birra e maiali ben cotti.



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