Rivoluzione di Hammerheim: le grandi battaglie
Scritto da : Hangius in data : 02/03/2005 11:17:46

Un grande scontro si avvicinava ormai inesorabilmente. Per giorni avevano pianificato nel dettaglio ogni cosa, ogni tattica possibile per portare un attacco deciso e di spessore al palazzo reale. Mancavano poche ore ormai e il momento della battaglia si avvicinava sempre più.

Hangius e Charis si recarono così al tempio, per portare agli Dei le loro preghiere, invocando la benedizione per la popolazione e la protezione per gli eventi che si sarebbero verificati di lì a poco.












Stettero diversi minuti in silenzio, mano nella mano, uniti nella stessa preghiera. Perchè la vita di tante persone non fosse stata vana, perchè la pace tornasse a splendere nuovamente ad Hammerheim.

Tornati al campo cominciarono i preparativi per la battaglia che era alle porte, ogni soldato venne equipaggiato al meglio e dopo pochi minuti tutti si riunirono in caserma, nella grande sala delle riunioni, dove Hangius tenne un discorso ai suoi uomini, prima di dare il via all'azione militare.



Il destino di Hammerheim dipendeva da loro, dalle gesta compiute quella sera. Le sorti di un conflitto durato innumerevoli giorni, potevano decidersi in questa battaglia.

Ognuno si alzò lentamente e si diresse all'esterno, sellarono i cavalli e si disposero in riga.

"Ci dirigeremo verso la piazza e ivi resteremo, finchè non arriverà il momento propizio per attaccare. In marcia!"

Brevemente arrivarono in piazza, disposero i muli con le scorte in un posto sicuro e si misero in formazione. Mariner venne mandato in ricognizione.



"Le truppe di Grifis sono poco più avanti, barricati dietro un muro di barili. E' l'unica via, le altre sono sbarrate" comunicò Mariner una volta tornato.

Passò più di un'ora, i tentativi di assalto furono tutti pressochè vani, Grifis aveva elaborato una strategia ottima e i rivoluzionari non riuscirono a passare in alcun modo. La tensione si fece alta, nessuno dei due schieramenti aveva il coraggio di attaccare. Infine un ordine giunse da Hangius.



"Lasciate il passaggio al centro, guerrieri sui lati. I maghi lancino evocazioni e tempeste per poi arretrare. Avanziamo!"



Una pioggia di frecce e ghiaccio si abbattè sui rivoluzionari, impossibilitati ad arretrare a causa degli incantesimi avversari. In pochi istanti vennero decimati e dopo qualche attimo l'esercito di Grifis partì alla carica, annientando i superstiti.
La sconfitta era così giunta, impetuosa e devastante sugli animi dei rivoluzionari.



Le guardie al campo alzarono una barricata e tutte le forze vennero concentrate alla difesa dello stesso. Nessuno riuscì a penetrare al suo interno e i lealisti dopo poco tornarono a palazzo, consci di una importante vittoria, ma non la definitiva. I curatori lavorarono tutta la notte per riportare in vita le anime dei caduti e lenire le ferite.

Appena possibile fecero una riunione, bisognava capire gli errori e riorganizzarsi per un nuovo scontro. Lo sconforto giunse nel cuore di molti, ma non portò via la voglia di combattere ancora. Non poteva finire in quel modo, avrebbero combattuto ancora.

Si riorganizzarono in tempi brevissimi, il giorno seguente vennero organizzate sortite in luoghi remoti di ardania per acquisire materie prime e quant'altro potesse esser utile per la battaglia. Tocco lavorò incessantemente alla forgia per due giorni interi e nuovi armamenti furono pronti in breve tempo. Costruirono nuovi archi, armature e rifornimenti di ogni sorta. Durante la notte elaborarono ogni possibile tattica e studiarono a fondo la città e ogni possibilità di attacco.

Due giorni dopo l'ultima battaglia tutto era pronto.

Stanchi ma determinati si organizzarono per condurre un attacco la sera del secondo giorno. Questa volta non erano impreparati, ognuno di loro aveva un compito preciso. A Mariner ed Hunk fu affidato il compito più importante: uccidere i loro sacerdoti.



Le truppe di Grifis erano sicuramente pronte, i movimenti in città difficilmente rimanevano segreti, per questo bisognava agire con cautela e non incappare negli errori passati.

Gli uomini si ritrovarono nuovamente nella piazza principale, più preparati della volta precedente e pronti a sacrificare tutto nella battaglia che stava per iniziare.



Il solito Mariner tornò dalla ricognizione, comunicando al Comandante la posizione dei lealisti. Si trovavano all'estremo nord della città, barricati tra la locanda e l'edificio del banditore. Un'altra barricata di dimensioni ridotte si ergeva più ad est, vicino al ponte.

Avanzarono lentamente, giungendo in prossimità del magazziniere. Da lì cominciarono ad arrivare le prime freccie, scagliate dai lealisti da dietro la barricata. Ispezionarono la zona, arrivando fino alla barricata Est. Lì le forze nemiche erano notevolmente ridotte, ma il passaggio era stretto e impossibile da percorrere senza esser facile bersaglio dei lealisti.

Tentarono invano di condurre attacchi frontalmente. La maggioranza delle forze nemiche era concentrata lì e anche i più incapaci imbracciavano un arco e scagliavano frecce per tenere a distanza i rivoluzionari. Ci furono scontri di poco spessore per le vie, ma il grosso dei due eserciti mantenne la posizione, in una estenuante attesa, fatta di sporadici tentativi di attacco. Attaccare di fronte era impossibile.

"Sbarrate le vie alle nostre spalle con muri magici e dirigiamoci ad Est. Non devono aver modo di aggirarci mentre concentreremo i nostri attacchi lì."

Muri magici vennero eretti lungo le vie, impedendo ai lealisti di condurre un attacco dalla zona principale. I rivoluzionari si disposero così ad est e cominciarono ad attaccare. I maghi aprirono la strada con piogge di ghiaccio, sbaragliando la modesta difesa della barricata. Furono così tolti i barili e i guerrieri tentarono di irrompere.
Vennero colti anch'essi da piogge avversarie e costretti ad arretrare nuovamente. Il passaggio strettissimo permetteva al massimo a due persone di passare. I maghi ripresero così a tessere incantesimi, per poi ripiegare immediatamente. Alcuni caddero, altri resistettero provocando ingenti danni al nemico. Dopo diversi minuti la difesa dei lealisti era pressochè annientata.

"Irrompiamo, ORA!"

Con non poca fatica riuscirono a penetrare all'interno e per pochi minuti infuriò una breve quanto violenta battaglia in corpo a corpo. I lealisti riuscirono ad opporsi per poco tempo, dopodichè caddero uno ad uno. Un grido si levò nell'aria.

"VITTORIA!"

"Andiamo al palazzo ora, muoviamoci!"

La difesa al palazzo era notevole, le guardie rimaste al palazzo reale cominciarono a scagliar frecce dalle mura, rendendo impossibile l'avvicinamento. Le forze dei rivoluzionari del resto, erano notevolmente ridotte e un attacco condotto in quel momento avrebbe avuto effetti disastrosi. Tornarono così al campo, dove cominciarono i festeggiamenti.

Non era ancora finita.

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