[HLX] Helgar Vant - Festa d'Autunno A.I.274
Scritto da : Jennifer Dhorvan in data : 30/10/2010 19:13:51

Quando l’Orso ha preparato la tana e i campi donano l’ultimo raccolto, giungono i Giorni degli Ogham, quelli in cui ogni cosa riposa e il vasto fluire dell’Onda trasporta i sussurri degli Spiriti al Mondo dei Vivi. Così Helcaraxe saluta l’arrivo dell’Autunno, stagione in cui il silenzio fa eco ai freddi venti che spirano da Nord. L’Acqua primeggia come elemento vitale e trasporta nel suo grembo i segreti delle Rune, simboli sacri che rivelano la Voce di Jurth. *********************** Era la sera del 20 Orifoglia. I nordici avevano appena terminato di fare omaggio agli Dei e ai fratelli defunti. Quando la Drakkar che trasportava le offerte per i fratelli caduti fu ormai una sagoma sull’orizzonte, Jennifer si rivolse ai suoi fratelli, e con grande gioia disse che in cielo aveva scorto l’ Orsa con i Cuccioli.

Tale simbolo di buon auspicio indicava che ci sarebbe stato un periodo in cui la fratellanza si sarebbe risaldata e la famiglia, Helcaraxe tutta, avrebbe ritrovato la tranquillità sperata. Gli Spiriti avevano accettato quell’offerta fatta di coraggio e valore, e ora i nordici potevano festeggiare l’arrivo della stagione autunnale. I Gael così si diressero alla fonte che sgorgava proprio fuori al tempio del Signore della Forgia, e lì raccolsero l’acqua necessaria per il rito dell’Helgar Vant. Uno ad uno riempirono le loro ampolle e accompagnati dagli altri nordici si diressero verso il porto, dove era attraccata la Drakkar cerimoniale che Mastro Borgath aveva costruito per l’occasione. Salparono quando ormai la notte dominava sul giorno. Lentamente le Drakkar si diressero al centro delle due isole, e quando furono calate le ancore parve che anche il mare si fermasse in attesa. Jennifer posò sul ponte una ciotola di legno e invitò tutti i Gael a versare la loro acqua raccolta. Quando fu il suo turno terminò l’opera gettandoci frammenti di perla nera, la pietra legata a Laukaz, e di ambra, simbolo di Algiz e del legame tra il nordico e la natura. Richiamò poi su quell’acqua la benevolenza di Jurth, e a quelle parole le onde iniziarono come a svegliarsi, ribollendo di nuova vita. Lentamente delle bianche luci affiorarono dalle acque intorno alle due Drakkar …. Erano Spiriti del Nord, venuti per benedire quel rito.

I presenti meravigliati e incantati da quelle presenze furono invitati a bere il fluido consacrato a Jurth, e a turno tutti accolsero l’invito purificandosi e legandosi a ciò che avevano di più caro: le pure terre del Nord.

Quando le acque tornarono quiete le due Drakkar navigarono fino al Sacro Frassino, e su quelle coste Jennifer invitò tutti a sbarcare e combattere ancora una volta i nemici come avevano fatto i Padri alle origini.

I nordici insieme così sconfissero i Troll del Teschio Rosso, e sotto l’Yggdrasill lasciarono i trofei di guerra conquistati: asce, carne e pelli. Jennifer infine si accinse a cospargere le bianche radici di nuova argilla, e con gioia poté comunicare a tutti che l’Yggdrasill era forte e vitale come il giovane orso, e esultando i nordici salutarono l’arrivo dell’Autunno.

Era giunto il tempo di festeggiare, con lo spirito purificato dall’energia dell’onda del Nord. La sera del 25 Orifoglia tutto era pronto. Il Porto dove erano attraccate le Drakkar della Flotta dei Ghiacci era stato abbellito a festa, e i nordici attendevano l’arrivo di degli amici del Nord. Lentamente la piazza della Rocca si riempì di gente venuta da tutta Ardania. C’erano i Raminghi conoscitori esperti dei segreti delle selvagge terre, i mezzelfi di Eldor, i Tremecciani del deserto e i nani che avevano risalito i profondi cunicoli. Giunsero perfino due cittadini della Perla, e la presenza elfica turbò non poco i nordici; e infine i Corsari provenienti dalla lontana Tortuga. Quando ormai la piazza era un pullulare di voci e colori Jennifer insieme al Capitano Adain invitarono tutti a recarsi sulle coste dove sarebbe partita la grande Regata degli Avi. Lì spiegarono che tale evento non era una semplice competizione, ma un modo per ricordare le valorose gesta degli Avi che conquistarono le bianche terre, sbarcando dopo un lungo viaggio in mare pieno di ostacoli e insidie.

Il Capitano Adain ricordò a tutti i partecipanti le regole della regata e Jennifer infine distribuì i costumi da antichi barbari che avrebbero dovuto indossare gli equipaggi. Tutto era pronto e le Drakkar si allinearono sulla costa, in attesa della partenza. Quando Adain diede il via le Drakkar spiegando le vele lentamente si fecero guidare dai dolci venti del Nord. Gli spettatori intanto guardavano allontanarsi quelle morbide sagome, e il cielo si tinse di mille fuochi colorati, frutto dell’ingegnosa opera nanica.

Tutti furono invitati a raggiungere il Porto militare, dove attendere l’arrivo dei vincitori. Lì era stato allestito un grande tavolo per il banchetto, e sul molo posizionati gli sgabelli su cui i pescatori avrebbero dovuto cimentarsi ne “Le Chiappe e l’esca”, una gara di pesca a cui parteciparono il Mastro d’Ascia Borgath dei Valdar e il Kunnigr Laric. Sui tavoli Jennifer servì le migliori pietanze a base di pesce dei mari nordici, accompagnate dalla Birra Troll, la migliore rossa di tutta Ardania. Pesci Spada, piovre e quant’altro poterono assaporare gli ospiti, e il tempo dell’attesa trascorse lieto e festoso.

Quando la prima vela svettò all’orizzonte tutti iniziarono ad esultare. La gente si accalcò lungo i moli per vedere chi per primo aveva raggiunto il porto, e intanto i nani con i loro fuochi variopinti accesero il cielo.

Nel giubilo generale anche i pesatori avevano terminato la loro gara. Il Kunnigr Laric aveva pescato numerosi pesci spada, e a lui Jennifer consegnò il premio del miglior pescatore del Nord.

Con l’ovazione generale seguì la premiazione ai vincitori della Regata degli Avi. I nordici Algatros e Gwyneth avevano infatti per primi raggiunto il traguardo, e ad essi venne consegnata una grande Drakkar con la stiva colma di Birra Troll.

Jennifer così richiamò l’attenzione di tutti i presenti, e chiuse la regata spiegando quanto impartante fosse stata per ricordare e omaggiare le gesta degli Avi che avevano dato vita al ridente Regno dei Ghiacci Stridenti. Con essa inoltre si era celebrato l’Helgar Vant, l’arrivo della stagione autunnale in cui il mondo dei Vivi si avvicina a quello degli Spiriti, e l’acqua pullula di forza vitale. Mentre la Gael parlava spuntò a Sud una vela. Tutti volsero lo sguardo su quella grande imbarcazione che lentamente raggiungeva il porto, e videro che era guidata da un gruppo di barbari ricoperti da bianche pellicce. Questi sbarcarono facendo riecheggiare i loro urli imponenti. Erano i barbari giunti per conquistare le terre ghiacciate!!

Il narratore spiegò che un gruppo di uomini quando Helcaraxe era ancora una terra sconosciuta giunse dalle Terre Verdi in cerca di fortuna. Erano barbari fieri e forti, pronti a sfidare la Sorte e le avversità della natura selvaggia dei ghiacci per conquistare una nuova casa. Il gruppo di barbari compatto si mosse verso ovest, attraversando tutta la città e richiamando l’attenzione dei presenti, che li seguirono formando un lungo corteo di volti e razze. Si incamminarono così nelle fredde distese ghiacciate, affrontando tutti i pericoli e le belve feroci che popolano ancora quella terra.

Non lasciarono nulla indietro. Raccolsero pellicce per vestirsi, carne per sfamarsi e armi per continuare a mantenere il primato sugli abitanti dell’isola. Uniti e decisi avanzavano, fino a giungere al Circolo di Pietre dove incontrarono il primo Troll, avanguardia dei Teschi Rossi. Non ci volle molto per sconfiggerlo, e urlanti i barbari proseguirono la loro marcia verso il villaggio di quel clan di Troll, un tempo signori dell’isola. Quando giunsero nei pressi del villaggio lo scontro ebbe inizio. Numerosi Troll giunsero a contrastare l’avanzata dei barbari, ma a nulla servirono le loro asce. I fieri barbari infatti combattevano con coraggio e uniti dalla voglia di conquistare una nuova dimora.

Raggiunta la collina dove svetta l’Yggdrasill con le sue bianche fronde, si fece avanti un enorme Troll dalle fauci grandi come l’Abisso e le braccia possenti come forte quercia. I barbari però non si fecero prendere da sconforto, ma anzi uniti urlarono il loro grido di guerra e si scagliarono contro il nemico.

La battaglia fu terribile. Il grande Troll continuava a combattere senza sosta, quasi accecato dall’odio per quei piccoli esseri che erano venuti ad invadere il suo territorio. I valorosi guerrieri però continuarono a scagliare i loro colpi con la furia che forte li guidava in quello scopo, e alla fine il bestione cadde esangue sulla neve. I barbari fieri osservarono il risultato della loro vittoria, e insieme tinsero i loro mantelli nel sangue di chi avevano abbattuto, dimostrando a tutti di esser diventati i Signori del Nord!!

Il cielo così si accese di mille colori grazie ai fuochi degli Djaredin, e tutti esultarono per quella vittoria che se pur solo rappresentata dai giovani Learling ricordava quanto era stato compiuto dagli Avi che con coraggio riuscirono a conquistarsi una nuova casa, dando vita a Helcaraxe, la terra dove la neve lenta cade e tutto ricopre.

Quando il silenzio tornò a vegliare su quella piana innevata i nordici insieme agli invitati si diressero verso Helcaraxe , e davanti alla rocca gli Djaredin regalarono un ultimo spettacolo, che per meraviglia poteva eguagliare l’aurora dei ghiacci.

Infine tutti raggiunsero la Birreria il Troll Ubriaco, e li terminarono i festeggiamenti tra grasse bevute e risate festose.

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