Fiera dell'artigianato di Hulborg
Scritto da : Bruck Aeglos in data : 23/02/2012 19:21:12



Le pell di tricheco erano state inchiodate su tutti gli alberi della baronia che avessero piu 30 anni di vita. Le bacheche di quasi tutte le città di Ardania affisse da manifesti accuratamente scritti, che riportavano una lunga lista di merci e artigiani.

Bruko se ne stava seduto su un tronco umido, compiacendosi con sè stesso del duro lavoro che aveva trasformato la piccola Hulborg. Da lontano i garzoni discutevano tra di loro dietro ai banchi, allestiti il pomeriggio che ormai giungeva al termine, le loro sacche erano state appena rifornite di di molte merci delle quali ignoravano ancora il prezzo.

Il freddo iniziava a posarsi sopra i cumuli di segatura sparsi sul terreno bianco….

*sniff* *sniff* … *huh?*

"Ma cos'è questa sublime passione che pervade le mie narici?"
Quel dannato Mastro Birraio stava sfornando a ripetizione croccanti sfilatini, focacce e pizze fumanti, ma a giudicare dal profumo anche un paio di porchette erano state rosolate per l'occasione…
"Aengus doni ai vegetariani un piacere equiparabile alla porchetta di Bjorn! Mangiarla nel panino per me corrisponde alla terza libidine su Ardania. La seconda è mangiarla nel panino mentre bevo della il torcibudella di Grotto, la prima è mangiarla nel panino mentre bevo il torcibudella di Grotto e rosolo una donna del sud".
Questi erano i dotti pensieri che attanagliavano la mente del Bruko, prima di sentire il suono metallico del cancello di Hulborg aprirsi:

*hey!*

Una serie di blatte in fila amoniana capitanate dai piccoli cugini Djaredin faceva il loro trionfante ingresso! In breve tempo i severi artigiani djaredin davano dritte e listini aggiornati ai garzoni, mentre un ordinato gruppo di Amoniani rigorosamente vestiti, faceva comparsa da Est. Forestieri e commercianti venivano accolti dai cittadini di Helcaraxe e invitati a spendere tutti i propri baiocchi ai ricchi banchi.
"Giochi d'azzardo al banco djaredin! Vinaccio, birra e formaggio sul telo da picnic di Bjorn!"
"Legnetti e pesci colorano il banco di Kadash, accorrete!"
"Il meglio delle forgiature al banco di Ultor!"
"Frutta esotica nella tenda mobile del Gran Visir appena giunto dalla lontana Oasi a bordo di un pollo! fumo e narghilè a volontà, ma che bontà!"



Lo spiazzo davanti all'opificio di Hulborg si era trasformato in un tripudio di mercanti strillanti, e proprio nel bel mezzo di questo gran fracasso si presentarono i Tortughesi: capitan Malandrino guidava la ciurma di quei furfanti mattacchioni dal mantello scarlatto, mentre la Grande Asta stava per avere inizio:
Bruko battè più forte il martello sopra l'altare ricavato da una roccia:

*urlo*

Dopo l'asta dei metalli ecco il momento del GALEONE!

*oooh!*

Il martello colpiva la pietra mentre dalla folla giungevano diverse offerte; in breve da 350.000 scudi di partenza si arrivò a 400.000!

*urla*

"Hank Wolfgang rilancia quattrocentodieci! Tariq Al Qadir risponde con quattrocentoventi baiocchi sonanti!" Il cresta controbattè, ma il gran visir lasciò tutti a bocca aperta esplodendo con un 450.000! Bruko chiamò la cifra tre volte aggiudicando infine il galeone all'uomo del sud.
"E Ora tutti sugli spalti delle mura per lo scoppiettante finale!"
Dopo diversi minuti di preparativi Grun predispose sulla piazzola di ingresso un recinto di pietre e le iniziali della famiglia ForteBraccio definite da grosse balle di sabbia.
Anche se i preparativi risultarono più lunghi del previsto le fila del pubblico sulle mura dell'entrata Nord-Est si infoltirono sempre di più.
Tra la folla rozzi corsari, forestieri innocenti o dalla dubbia affidabilità, nordici divertiti e djaredin brontolanti, tutti in punta di piedi che si sporgevano per seguire i movimenti di Grun . I piccoli cugini più di tutti, taluni si issavano sulle spalle facendo a turno, altri sgomitavano difendendo la propria "fetta di cielo".



La miccia centrale venne accesa, Grun si fece da parte ma qualcosa non andò per il verso giusto. Il suo ritardo nell'allontanarsi gli costò caro, forse inciampò nella miccia che collegava il fieno ormai infuocato. Il forte calore divampò per tutto lo spiazzo, alcune scintille dirette verso il cancello indispettirono una lince posta all'entrata per sorvergliarla. Il felino balzò aggressivo verso Grun che stava tendando di rialzarsi, e non appena il poveretto uscì da quel cerchio infuocato gli si scagliò contro con tutta la furia che aveva nel sangue. I suoi artigli presero a brandelli la carne scottata mentre dagli spalti la giungeva un gran baccano.

*urla di terrore*

*risate isteriche*

*Ayo! Ci è scappato pure il morto!*

*grasse risate*

*commenti sconcertati"

Molti scesero in suo aiuto, altri credevano lo spettacolo fosse finito.

Bruko rimase un po' basito dalla situazione inaspettata "...o era un trucco parte dello spettacolo? Gli amici cugini non sono dotati di tanto senso dell'umorismo, forse il povero Grun ci è rimasto davvero abbrustolito". Ma la porchetta di Bjorn era stata già servita, e Grun riapparse da dietro il cancello, tutto livido e pallido.
"Non … non… non doveva esattamente … andare cos.. così" esordì lui tremante.
Gli invitati furono esortati a risalire gli spalti per godersi la fine del "vero" spettacolo… o almeno quello che era in programma.
Così dopo poco, grandi scintille riempirono il cielo buio, fiamme dai colori dell'arcobaleno apparivano e scomparivano creando scie fumose proprio sopra le teste dei partecipanti.

*woohoo!*

*urla di giubilio e esulti*

*sonori applausi*

Mentre molti reclamavano il bis, il piccolo e determinato Grun, che teneva tanto alla vita sua quanto alle proprie tasche, annunciò l'ultima grande sorpresa: "ed infine per voi un buono da spendere ai banchetti, proprio alle vostre spalle". Tutti si riversarsono travolgendosi gli uni con gli altri dalle scale alla piazza, sotto una pioggia di monete luccicanti e tintinnanti.



Fu questa la cornice del felice finale di quella piacevole serata, seguito dalle trattative commerciali dell'ultimo minuto.

In breve tempo il costante baccano che aveva fatto da padrone durante le ultime ore venne sostituito da un sordo silenzio, che avvolse la piccola Hulborg.

Il vento soffiò: la neve aveva ricominciato a cadere.


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