Il ritorno di Mal'even Kilar, Generale Drow
Scritto da : Haer'Dalis Irmael in data : 22/04/2012 18:36:10

L'atmosfera a Luughnasad era strana, quella sera. Sembrava che la città stessa percepisse qualcosa di imminente, presagisse quello da lì a poco sarebbe divenuto il nodo di giunzione e svolta tra il tragitto che aveva segnato un'epoca passata e la via che si delineava verso il futuro dei figli di Luugh.
I fratelli erano riuniti nella piazza principale, affacendati: chi controllava i propri armamenti per non farsi trovare impreparato in caso di necessità, chi tornava dal pasto serale e si apprestava, meditabondo, a consultare volumi recuperati dalla biblioteca, nell'attesa dell'arrivo delle Llar Mrigge, le guide dell'Ordine delle Ombre.
Luughnasad, il Treiw Kulg, come in passato, sembrava ergersi al di sopra della vita al suo interno e dei suoni da essa derivati, soggiogando ogni rumore prodotto dai presenti con un silenzio lontano e indefinito, quasi rumoroso e allo stesso tempo assoluto, che inghiottiva ogni cosa con distaccata ma necessaria voracità e ne restituituiva i resti, mutati, privi di identità, meri tasselli di melassa ovattata in un mosaico dai contorni indefiniti...somiglianti, quasi, ai frammenti della tela di un ragno.

I minuti si rincorrevano senza sosta e lentamente nuove ombre facevano la loro comparsa danzando tra la penombra e la luce soffusa delle lanterne, occupando la piazza: gli Illithor, il Jatha'Laurl Khluryar Herumor, le Guide da poco giunte e il resto dei dalharuken lentamente prendevano posto sulle fredde panchine di pietra, attendendo di sapere cosa la serata avrebbe portato loro: qualche infedele da provare a convertire, una ronda nei propri territori, l'officiazione di una cerimonia in onore della Tessitrice o, magari, qualche mezzelfo da epurare...quando, inaspettatamente, i due drow posti di guardia alla cancellata che conduceva alla zona protetta della città si voltarono di scatto e alzarono frettolosamente la grata, permettendo ad altri Ilythiiri di fare la loro entrata nella piazza principale del Girone Pallido.



Ogni flebile rumore ammutolì, ogni attività morì stroncata, mentre Mal'even Kilar, la Falce Oscura, l'indiscusso Generale Drow, il Flagello del Doriath che anni prima aveva fronteggiato, da solo, l'intera alleanza elfica impedendole di dilagare nella cittadella di Ondolinde mentre le armate Drow ripiegavano dopo averla tenuta in scacco per interminabili giorni, faceva la sua ricomparsa nel girone che l'aveva salutato, anni prima, da conquistatore.
Osservò gli elfi chiari dinanzi a lui, individuando rapidamente il Generale Oscuro Eresse Irmael.
Avanzò placidamente, l'oscuro metallo dell'armatura baciava ad ogni passo la nuda pietra diffondendo nell'aria un ritmico e moderato clangore, mentre il tempo pareva fermarsi e ogni azione, anche la più lieve, diveniva di colpo innaturale, goffa, fuori luogo.
Stare fermi, immobili, solo questo era lecito fare.
La figura imponente di Eresse si stagliava al di sopra di ogni altro ivi presente; il solido quenya, alto oltre due metri e possente come un toro, ammantato di scaglie nere come la pece, fissava impassibile l'avvicinarsi del condottiero drow...e di tutti i suoi diretti sottoposti.

I luogotenenti di sette tra gli otto casati Drow della Velenosa, Jaerle, Kilar, Baen'rael, Helvylil, Auvryund, Maeana, Kilurden e il nuovo scelto tra le fila del casato Zaundar, seguivano in silenzio il più potente sacerdote del Perfetto; all'interno del loro quadrato, tra il sinistro scintillio prodotto dalle splendide armature in veldrin ed il tenue ondeggiare dei mantelli violacei si intravedeva una nona figura, che avanzava emanciata e composta, vestita solo di abiti consunti e vinti dalla sozzura.



Shalyss Zaundar, ex luogotenente delle armate dell'impero drow, privata di ogni titolo o grado militare e condannata per gli errori che avevano causato la disfatta delle sue truppe stanziate a tutela della prigionia della discendente di Arabella, Beriannen en'Nimbreth, si palesava in quei momenti come la pallida immagine della fiera e spietata guerriera che negli anni passati aveva interagito con l'Ordine delle Ombre. Rassegnata, consapevole della sorte, peggiore della morte stessa, che avrebbe abbracciato entro la fine della sera, osservò i presenti per un istante, tradendo uno sguardo vacuo, disperato, vinto dai rimorsi e dalla consapevolezza dei propri errori.
Mai, prima d'ora, si era verificato un evento simile. Mai, prima d'ora, il Toccato da Luugh ed il suo seguito, per intero, si era mobilitato in cotal maniera.
Eresse Irmael si voltò verso i fratelli presenti.
"Kyorl!" - pronunciò deciso, quasi rabbioso. Rapidamente tutti gli adepti dell'Ordine si disposero secondo i dettami militari, fronte rivolta a est.

"Venduì, Generale" – esordì Mal'even, la voce fredda come ghiaccio.
Il Generale dell'Ordine delle Ombre rispose al saluto, solido e marziale come una statua, ostentando una fermezza che probabilmente mancava al resto dei chiari ordinati davanti a lui.
Il condottiero drow si voltò, mentre contemporaneamente i Luogotenenti si disponevano lateralmente lasciando allo scoperto Shalyss.

"Siamo qui, questa sera, per ripristinare l'onore che ci è dovuto. E' mia intenzione lanciare un chiaro monito al popolo oscuro e ho ritenuto giusto rendere partecipi anche voi di questo necessario atto di giustizia. Qui, a Luughnasad, gli errori non rimangono impuniti, tantomeno chi li commette. Luogotenenti delle Otto Casate, riferite ai vostri fratelli ciò che vedrete questa sera...quanto a te, servirai altrove, con maggior perizia di quanto hai fatto qui"- sibilline, le parole giunsero come stilettate alle orecchie della drow prigioniera, che con un moto improvviso d'orgoglio, riuscì a mantenersi composta e non trasalire. Eresse, dal canto suo, strinse i pugni e serrò la mascella squadrando l'oggetto del disonore, quasi come se le parole del sacerdote drow gli avessero iniettato fuoco nelle vene, invece che gelargliele.
Squadrò nuovamente i propri fratelli, e sibilò, in risposta, un nuovo ordine – "llye" - rapido e risoluto, comandando a tutti di dirigersi verso la Cattedrale del Completo.
L'immenso edificio sembrava essersi preparato ad accogliere il nuovo arrivato ed il suo seguito. La moltitudine di vetrate a mosaico raffiguranti le fasi della Genesi, irroravano il corridoio centrale della navata di schegge di luce violacea, frutto di apposite lanterne situate in prossimità con augusta sapienza; un silenzio surreale soggiogava l'intera struttura, rotto di tanto in tanto dal lento salmodiare della officiante drow addetta alla cura dell'ambiente.
Gli adepti dell'Ordine entrarono per primi, disponendosi ordinatamente ai lati del corridoio centrale, in piedi, trepidanti ma silenziosamente composti; dietro di loro avanzavano But'laeb d'lil Sut'rinos, But'laeb d'lil Eluith'Orth e But'laeb d'lil Thalack...ovvero l'Aracnomante, la Somma Sacerdotessa ed il Generale Oscuro.
Si disposero nei pressi dell'altare sacro, fissando attenti il sopraggiungere di Mal'even e del suo seguito.
Il Generale supremo delle armate oscure raggiunse l'altare, mentre i luogotenenti seguivano rapidamente l'esempio degli alleati chiari ordinandosi silenziosamente; solo Shalyss Zaundar avanzava, giungendo di fronte al suo superiore, a debita distanza.

Mal'even chiese alle Guide dell'Ordine di aggiornarlo sulle informazioni in loro possesso circa quanto accaduto nelle caverne a nord di Tiond; man mano che Eresse Irmael e Valdur Isilmor, il nuovo Aracnomante succeduto a Zarathos, spiegavano quanto l'Ordine avesse appreso da proprie fonti in quei giorni, il volto del drow si induriva, palesando una collera che si irradiava lenta ma inesorabile, influenzando l'atmosfera attorno come la luna fa con le maree.
"Quello che affermate è vero.." - le parole dell'oscuro fendevano l'atmosfera immota come lama rovente - "...ma il ritenere che la situazione fosse sotto controllo, questo è stato il suo primo errore di giudizio...e per questo sarà giudicata questa sera. "
Lo sguardo impietoso calò sull'elfa in stracci, dinanzi a lui, per poi spostarsi verso gli altri presenti.



"Sere fa, i non degni della Verde e della Splendente hanno attaccato in forze la caverna e le nostre forze sono state sopraffatte" - puntando il dito con fare accusatorio verso la propria ex sottoposta, Mal'even la incalzò, il tono della voce divenuto quasi violento - "..hai da dire qualcosa in proposito?"

"Corrisponde al vero.." - la voce strozzata di Shalyss era quasi impercettibile, mentre il suo corpo, come paralizzato da una forza soverchiante, inerme si offriva agli occhi di tutti.

L'imperitura calma che sembrava avvolgere la solida figura di Mal'even al suo arrivo al Treiw Kulg era ormai un vago ricordo, sostituita dalla granitica immagine di una belva furente che nella propria stasi rabbiosa pareva, istante dopo istante, attrarre l'oscurità circostante come un magnete immerso tra polveri metalliche, divenendo sempre più minacciosa. La stessa voce aumentava gradualmente di intensità, divenendo più sferzante ed inquietante ad ogni parola scandita.

"Hai sottovalutato le loro forze, hai umiliato la tua razza e tutti noi con questa sconfitta. Ma quel che è peggio, hai consentito che un nostro segreto venisse svelato!" - per alcuni istanti sembrò che di fronte a tutti vi fosse non un sacerdote del Padre, ma un Avuna pronto a reincarnarne la furia. D'un tratto però, la ferocia sembrò atuttirsi, quasi smorzata da un effimero sentimento di profondo rammarico e delusione. Quel che poteva sembrare come la genesi di un ripensamento o di un atto di pietà si sgretolò istantaneamente, quando il volto di Mal'even riassunse un'espressione ferrea.



"Sai cosa ti aspetta, vero?" - l'interrogativo suonò come una condanna alle orecchie di tutti.

"L'A..." - nonostante fosse stata addestrata per decenni, se non secoli, al sacrificio, al dolore e alla totale abnegazione a favore del Padre e del popolo oscuro, Shalyss per la prima volta appariva terrorizzata dalla sorte che inesorabile le si stava stagliando dinanzi.

"L'Anatema." - pronunciò la drow, ammutolendosi.

"La massima punizione possibile. Ma anche il dono, l'opportunità, di poter continuare a servire coloro che ti sono superiori. Sarai un esempio per tutti..." - lo sguardo di Mal'even tornò a spaziare sugli elfi attorno a lui - "affinchè nessuno commetta più l'errore di disonorare la nostra razza."

Il Generale degli Ilythiiri avanzò, superando l'altare e ponendosi dinanzi a Shalyss. Fece allontanare tutti gli altri, facendoli arretrare fino a fargli toccare con la schiena le fredde pareti della Cattedrale. Al centro, solo lui e la condannata.
Tese il braccio destro verso la drow, il palmo del guanto d'arme rivolto verso il basso; con un movimento secco chiuse il pugno, roteando il polso e rivolgendo la mano verso l'alto, piegando l'avambraccio come se stesse sollevando un peso. Mentre accompagnava il gesto con una preghiera sommessa al Perfetto, rapidamente dalle scanalature tra le piastrelle del pavimento iniziò a sgorgare timidamente del sangue, come richiamato da un abisso remoto; i rivoli cremisi scorrevano via via sempre più rapidi, seguendo una direzione prestabilita e delineando, come pennellate su un dipinto, un pentacolo attorno all'ex Luogotenente.
Atterrita Shalyss osservava la figura dinanzi a lei, mentre tutti gli adepti dell'Ordine, sospinti dalla Somma Sacerdotessa Sheyreen Irmael, iniziavano sommessamente a pronunciare una litania drowish, accompagnando il fatale momento.
Mal'even si avvicinò, inesorabile, alla rinnegata degli Zaundar, estraendo da un involto un cervello grondante sangue. Tenendolo tra le mani, lo alzò sopra il proprio capo, lasciando scivolare diverse gocce scarlatte sulla propria fronte e sulle guance; infine, lo appoggiò con cura al centro del pentacolo, accanto a Shalyss.



"Hai qualcosa da dire prima che il tuo destino si compia?" - l'espressione e il tono del drow tornarono impassibili e assoluti come il sopraggiungere della morte - "pronuncialo, poichè sarà la tua ultima occasione di proferir parola in questa vita."

"Non chiederò il perdono, non oserò spergiurare sui Frammenti del Ponte dell'Addio." - rispose la drow, con voce spezzata - "non io...continuerò a servire per quanto mi rimarrà da vivere."

Mal'even annuì, quasi compiaciuto dall'ultima scelta fatta dalla condannata, ed alzò nuovamente le mani verso il soffitto della cattedrale, socchiudendo gli occhi e lanciandole un ultima occhiata, mentre dalle sue labbra lentamente si librava nell'aria un sussurro rauco e profondo, foriero di un potere oscuro incatenato in poche, brevi parole.
Istantaneamente Shalyss si accasciò al suolo, emettendo un grottesco suono gutturale. Le labbra si serrarono in una smorfia di dolore, mentre le braccia si avvinghiavano disperatamente al costato e allo stomaco, vinti dal dolore. Un rivolo di sangue fece capolino dall'angolo della bocca, semichiusa, prima che un violento sussulto accompagnasse una serie di copiosi conati di vomito.
La drow stava vomitando sangue.
Il sangue del pentacolo di colpo iniziò a confluire verso la figura accasciata a terra come correnti in un vortice, ricoprendola, sommergendola interamente. Il cervello al centro del pentacolo, mutato in una poltiglia rossastra, risaliva lungo la pelle della drow come dotata di propria volontà, raggiungendo il torace, il collo, il volto. E confluendo con rapidità nelle narici dellla sventurata, come un torrente in piena. Versi striduli colmi di dolore accompagnavano l'immonda scena, resi strazianti dalla mutazione - e, conseguentemente, lacerazione - delle corde vocali, mentre l'addome di Shalyss si gonfiava sempre più strappando le vesti e facendo perdere ogni cenno di umanità alla figura agonizzante.
Mal'even osservava immobile la scena, fissando l'ammasso di sangue e carne che si contorceva di fronte a lui con la frenesia di una danzatrice immersa in una macabra ballata, scandita dal suono sordo di ossa che si rompevano per poi risaldarsi. Era impossibile dinguere il numero di zampe che stavano emergendo, spezzandosi e ricomponendosi senza palesare interruzione, lacerando la carne con la dirompenza di un vulcano in eruzione...fino a quando, la creatura che un tempo era stata Shalyss Zaundar smise di dimenarsi, fissandolo con occhi privi di umanità; da due piccoli fori sul muso, eredità di quello che un tempo era stato un naso, colava nerastra materia cerebrale, strappando ad ogni goccia un frammento della volontà originaria, ormai annichilita. Un enorme terathan, così poteva sembrare ad occhi disattenti, coperto di brandelli di pelle violacea affogati nel sangue, sostava inebetito, emettendo stridii raccapriccianti e sbavando a terra, nel tentativo di leccarsi dei grumi sanguinolenti dall'artiglio nerastro con cui terminava uno degli arti anteriori.
Quasi come se si stesse nutrendo del sangue che la ricopriva, lentamente la pelle iniziò a cambiare colore, scurendosi.



Drider, folle servitore della Tessitrice e dell'Altissimo, privo di qualsivoglia forma di volontà e raziocinio. Ruotava il capo deforme, a scatti, guardandosi attorno con occhi vitrei privi di palpebre e lanciando acuti striduli verso un mondo del quale era reietto.

"Il rito è concluso" - sentenziò Mal'even, ordinando ai luogotenenti di scortare il nuovo Drider nei gironi sottostanti. Infine, richiamò l'attenzione di Eresse Irmael mentre, con un fazzoletto candido, si ripuliva il volto dal sangue.

"Generale, ho bisogno di scambiare due parole con voi."

L'enorme quenya annuì, e si voltò verso gli altri membri dell'Ordine.

"Dalharuken, tanook" - tuonò, avviandosi con il drow verso la caserma cittadina.

Chiudi l'evento

Lo staff di The Miracle Shard (The Miracle) non si assume alcuna responsabilità sui contenuti di un evento. A priori ogni abuso di utilizzo del sistema di anteprima verrà punito . Segnalate gli abusi nell'apposita sezione del sito. .