[TIO] Il Salvataggio di Beriannen En'Nimbreth
Scritto da : Arkan Ehonis in data : 08/05/2012 09:58:18

Tiond, 4 Adulain Anno 276, secondo Conta Adana
4 Gwirith della XXXVIII parte della XXI fioritura del Tulip


Nella sera di questo giorno, l’Alleanza Elfica si radunò a Tiond per affrontare una missione di vitale importanza e oltremodo rischiosa, per la salvezza dell’ultima discendente della Bereth i Nuir Arabella.Tempo addietro giunsero preziose informazioni dal glorioso Makindur Eldamar, nei meandri più reconditi delle profonde caverne Drow del Doriath dell’Est una sua spia aveva visto con i propri occhi la Figlia di Agar en Nimbreth detto il “Primo”, figlio di Arabella, l’amata Bereth che regnò per moltissimi secoli tra il Popolo dei Tawarwaith. Di tutto ciò vennero segretamente informate le sole Alte cariche dell’Alleanza: l'Aran Elenadil e l'Ankalistar Satras di Gondolin, l'Argur Arkan Ehonis e l'Amlug Maneharnon di Tiond.
A breve venne dunque organizzato un intervento che fosse il più rapido e segreto possibile, in modo di trarre in salvo la discendente di Arabella, Beriannen En'Nimbreth. Per questa ragione vennero così diffuse false notizie tra i cittadini delle due Alleate, affinché la vera missione rimanesse oscura alle orecchie dei Servi dell’Invidioso e gran parte delle forze nemiche stanziate nei pressi delle grotte venissero trasferite altrove cosicché rimanessero in parte sguarnite le caverne.



Nella sera del 4 Adulain, Arkan Ehonis e Satras rivelarono la vera destinazione della missione ai loro fratelli, e presto partirono alla volta delle Caverne, ove la furia vendicativa di Suldanas presto avrebbe trovato compimento.

Superato il cupo antro, si palesò a loro una guerriera Drow che, sorpresa della presenza di un contingente così numeroso di nemici, intimò all’Alleanza di andarsene, ma di fronte alla determinazione dei Giusti non poté far altro che fuggire, occultando la sua presenza con una nuvola di fumo.



Di un tratto, dai bui anfratti della caverna, comparvero minacciosi i manti violacei, che famelici aggredirono i ranghi della Gloriosa Alleanza; fiotti infuocati e lampi improvvisi volavano nella caverna, frecce attraversavano i corpi, il clangore metallico delle spade riecheggiava prepotente in tutta la grotta.



In prima linea, Makindur degli Eldamar ingaggiò una furiosa battaglia con la Guerriera Drow, che a tutti i costi tentò di assassinarlo per porre così fine all’Erede di Sangue Reale Quenya, ma dalla sua parte anche Beltaine lo protesse e, per mezzo della sua lama, trafisse il ventre dell'Avversaria.



Seppur consistenti, gli assalti nemici nulla poterono contro l'impetuoso esercito e presto la furia Drow si ridusse a sporadiche aggressioni che, ai fieri occhi della Sacra Alleanza, parvero come insignificanti cocci destinati a rovinarglisi addosso.

Giunti al terzo piano delle grotte, riuscirono a trovare un antro che portava in un luogo adibito a sala di torture e a prigione. Con immenso stupore videro dietro le grate una Sindar dallo sguardo spento e stanco, che quasi non si accorse inizialmente dell’arrivo degli Elfi Giusti: era Beriannen En'Nimbreth in persona. L’elfa portava una tunica stracciata in parte, i suoi capelli erano disordinati e rovinati dagli anni di buia prigionia, ma al di là dell’apparenza si nascondeva una bellezza eterea, come immortale; i suoi occhi emanavano, seppur momentaneamente spenti, una luce di vitalità e di grande forza d’animo.
Appena la guardia Drow si accorse dell’intrusione si avvicinò con un coltello a Beriannen, puntandolo alla gola di ella; ma mentre gli elfi si posizionarono di fronte alle sbarre e alla porta della cella, una freccia precisa superò i ranghi dell’Alleanza, sfiorando le grate di metallo e trapassando il collo della Drow, che cadde come corpo morto cade.



Sfondarono tosto la porta della cella, di fronte ad una sempre più incredula Beriannen, che osservava basita gli elfi che le si raccoglievano attorno. Satras, Arkan Ehonis e Makindur Eldamar si preoccuparono subito di sorreggerla, porgerle aiuto e vestirla con il colore Orifoglia che da anni e anni ella non vedeva.

Uscirono poi in fretta dalle caverne sorreggendo e aiutando l’elfa, attraversarono prima il Bosco della Radice Nera e poi giunsero al Sacro Bosco di Tiond, dove Beriannen si fermò, incantata dai riflessi del Salkien Duin che finalmente la poteva accogliere tra i suoi flutti.



A distanza di molti anni poté nuovamente inspirare i profumi e udire i rumori della Natura, al suo passaggio fiori diurni sbocciarono in saluto, animali selvatici accorsero per accoglierla e dolci fragranze arboree pervasero i verdi sentieri, come se lo spirito della Bereth i Nuir camminasse al suo fianco.



Beriannen, figlia di Agar En'Nimbreth e Nipote di Arabella, venne condotta nelle stanze del Palazzo sospeso tra gli alberi secolari, dove finalmente poteva sentirsi Protetta, come rammenta il suo nome araldo della sua sorte.


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