L'Albero Sacro di Hammerheim
Scritto da : Charis in data : 15/03/2005 20:45:42

Dopo la fine della guerra civile la città e la popolazione presentavano tutti i segni di un mese di combattimenti continui: gente stremata, risorse finite, molte abitazioni da riparare se non da ricostruire. E a peggiorare la situazione il tesoriere del governo di Grifis, Khan Anvilhearth, era scappato con tutto il tesoro reale lasciando così l'ennesima testimonianza di quanto a nessuno di loro fosse mai importato nulla della gente.
Tuttavia la città non si avvilì: si rimboccò le maniche e con la stessa tenacia con cui aveva combattuto iniziò a ricostruire e a riorganizzare tutto.
La Chiesa purtroppo non era di nessun aiuto, con i suoi due maggiori esponenti inrintracciabili e troppo chiusi nel proprio orgoglio per fare alcunchè.
Fu così che Hangius e Charis si presero l'onere di agire anche per conto della Chiesa e annunciarono un periodo di festività da dedicare agli dei, alla pace e alla ricostruzione. Durante questo periodo molte cerimonie vennero celebrate agli Dei per invocare il loro aiuto e la loro benedizione sulle genti, cerimonie che vennero tenute da chierici minori della diocesi, dal sacerdote dei Corsari Scarlatti e dal Druido cittadino. La sacerdotessa Isilwen invocò la Luce di Danu sulla città nel tempio dedicato alla Dea,



il chierico Vahagart 'Tocco' Storm ne invocò la benedizione in una bellissima cerimonia svolta su barche in mezzo al mare



e la sacerdotessa Vesedra dedicò il nascente Ordine Arcano a Oghmar nella sede dello stesso.



Ma forse la cerimonia più sorprendente fu quella che svolse il druido Zephiro.
Da lungo tempo infatti, e a prescindere dalla guerra civile, la pace e la serenità di Hammerheim erano inquinate dalla presenza dei residui del Portale demoniaco che molti mesi prima aveva aperto Zyrel e dal quale, per innumerevoli volte, orde di demoni e non morti si erano scatenati sulla città e la gente Indifesa. Inoltre Hammeherim non aveva nei suoi pressi alcun luogo dedicato alla Madre e caro ai druidi, per cui si decise di far riconsacrare quel pezzo di terra maledetto dai sacerdoti e di dedicarlo alla Madre Di Tutto, perchè potesse ricomprendere quel frammento di oscurità nel suo fertile ventre.
Il 10 Macinale dell'anno 269, nel giorno dedicato alla Dea, la gente di Hammer, assieme ad alcuni forestieri, si mise in marcia e raggiunse il luogo maledetto, sito sulla costa tra Hammer e Nosper.



Le sacerdotesse esaminarono il luogo e raccomandarano a tutti di tenersi al di fuori del cerchio malefico composto dalle rune che ancora insozzavano la terra.



Poi si spostarono al centro e, mentre una di loro invocava il favore Divino e la Luce di Danu per scacciare le tenebre dell'Oscuro, l'altra man mano riversava acqua benedetta su ogni singola runa, che subitò cominciò a sfrigolare malignamente.






Fatto ciò dichiararono il luogo purificato e assicurarono che i segni del Maligno avevano perso potere e si sarebbero dissolti da soli con il tempo. Allora tutti si avvicinarono e il druido Zephiro prese il posto delle sacerdotesse al centro del cerchio, ponendosi nel punto ove un tempo era sorto il Portale.
Invocò a lungo la Benedizione della Madre.






Alla fine fece un cenno a Charis, invitandola a piantare un seme nel medesimo punto.
La donna si avvicinò. Nel silenzio più totale gli occhi di tutti erano fissi su di lei mentre con una vanga strappava le erbacce e arava la terra, poi si chinava a scavare con le mani una piccola buca in quel terreno rinnovato e vi interrava con evidente amore un seme di pesco, bagnandolo subito con dell'acqua.



Appena questi semplici atti furono compiuti tutto cambiò.
Il seme germogliò immediatamente in un alberello rigoglioso e fertile, e nello stesso istante in cui le gemme si schiudevano alla vita in foglie verdi e tenere le rune malefiche si dissolsero completamente, assieme ai massi, alle rovine e alle erbacce che avevano deturpato come cicatrici blasfeme la pelle della Madre.



Un coro stupito e poi gioioso si levò dalla folla che osservava ormai estatica e partecipe come non mai.
Il druido avanzò nuovamente e annunciò che la Madre aveva accolto con gioia le preghiere della gente e l'offerta di Charis e stendeva ora la sua benedizione, la sua promessa di fertilità e vita e la sua protezione su tutta la città.






A conferma di tali parole, appena Charis avanzò nuovamente per deporre attorno all'alberello come offerta i frutti della terra, quella terra stessa si ricoprì di fiori dai colori stupendi fino a circondare l'alberello e a racchiuderlo in un cerchio benedetto dalla Madre.










E appena il cerchio di fiori fu completo l'alberò si trasformò ancora, crescendo sotto gli occhi dei fedeli fino a raggiungere le dimensioni di una pianta adulta e rigogliosa.



Dove prima c'era la morte ora c'era nuovamente la Vita. E l'Albero Sacro era testimone vivente del patto rinnovato con la Madre, che ora stendeva la sua mano benevola e protettrice sulla città e le sue genti.


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