[TRM] Funerale per il Capotenda Kyodrum
Scritto da : Nawal Udeen in data : 13/10/2013 17:46:58

Nella cultura Tremecciana, la morte non è vista come un momento terribile e doloroso, ma come uno dei tanti passaggi necessari lungo la via che porta alla perfezione.
L’anima si separa dai resti e giunge al cospetto di Akkron, che ne giudica l’operato e dispone una nuova destinazione. A seconda del suo giudizio si potrebbe reincarnare in una creatura inferiore, come rivivere ancora nel corpo di un tremecciano, oppure, nella migliore delle ipotesi, ottenere l’approvazione dell’Unico a sedere al Grande Banchetto.


Da alcuni giorni Vashim dei Kyodrum non stava troppo bene, una noiosa tosse lo tormentava. Quando però lo trovarono in tenda esanime, le labbra chiazzate di sangue, i suoi nipoti ed i suoi schiavi faticarono a capacitarsene.
Passati i primi momenti di smarrimento, come richiesto dalla tradizione, portarono la salma al Tempio di Akkron; il Gran Visir Jasim Kyodrum, nipote del defunto, annunciò il fatto alla Vestale Maebe Udeen, pregandola di occuparsi dei rituali.

Le Vestali, al tramonto, si riunirono al Tempio di Akkron presso la salma, che i Novizi si erano premurati di stendere su di un tavolo. Il corpo di Vashim venne spogliato di vesti e gioielli, lavato, asciugato ed unto con olio di palma. Mentre il khaab bruciava nei braceri circostanti, levando un intenso odore ed una cortina di fumo, il corpo fu rivestito con una ricca tunica e quindi avvolto in un sudario.


Secondo le disposizioni della Tenda Kyodrum, la notte stessa fu celebrato il rito funebre all’interno del Tempio. I convenuti, dopo aver seguito la Gran Sacerdotessa in una Saradh, ascoltarono la lettura delle ultime volontà del defunto, di modo che queste diventassero ufficiali e vincolanti.


Quindi, invocato l’Unico ad ascoltare e a tener conto delle parole dei suoi figli, parenti ed amici si susseguirono ad esprimere il loro giudizio sulla vita del defunto, lodandone chi le qualità d’uomo, chi del mercante, del tremecciano e del combattente.


Finito il rito, portata a braccia da chi gli fu più vicino in vita, la salma di Vashim Kyodrum lasciò il Tempio e quindi l’Oasi, alla volta delle pendici del Kamikush.


Lì tra la sabbia bianca nella luce di Nut, fu deposta, assieme a qualche oggetto personale, a coprirsi di sabbia e a tornare al deserto, di modo da rientrare ancora nel disegno dell’Unico, sotto altra forma.


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