[HMR] Cerimonia di riapertura della Biblioteca
Scritto da : Kalhan Reynard in data : 18/11/2013 06:37:58



La sera del 12° giorno di Orifoglia del 277° A.I. Hammerheim vide sfilare le rappresentanze di molti Regni ardani, giunti presso la Capitale per presenziare alla cerimonia di riapertura della Biblioteca della città.
L'apertura della celebrazione fu tenuta presso lo spazio antistante l'ingresso della Biblioteca, ove la sacerdotessa e bibliotecaria Kalhan Reynard tenne il proprio discorso di fronte a ospiti e cittadini, supportata dalla presenza dell'Araldo Ederwin Dynrod e del Fante Scelto Igramas Rector.





“A voi tutti che siete presenti questa sera, siate i benvenuti.
E' mio desiderio innanzitutto ringraziarvi per la vostra presenza nonostante le insidie che ancora si levano per minacciare le genti di Ardania. Ma è in simili frangenti che diveniamo più forti: quando siamo uniti, ognuno recando la propria luce.
Così è stato per la nostra amata terra. Dopo i tempi bui che Hammerheim ha vissuto, ogni ambito della vita del Regno è stato portato a rinascere con passione, impegno e determinazione.
Questa è la speranza insita negli Uomini, che anche sulla cenere e sulla polvere, con la forza che gli Dei ci donano e con l'unità dei nostri intenti, possiamo rialzarci e ricostruire come e meglio di prima. Così è questa sera, in cui viene riaperto il centro della vita culturale del Regno delle Westlands.
Da sempre, HammerHeim è stata il cuore intellettuale del continente. I Sovrani che si sono succeduti hanno incoraggiato e sostenuto ogni opera volta all'accrescimento della conoscenza tra le genti, istituendo scuole ed accademie, consci dell'elevazione dovuta al sapere.
Siamo qui oggi a proseguire lo stesso sentiero, alla presenza del Grigio e invocando il suo favore su questa istituzione, perchè a tutti sia garantito l'accesso e il diritto alla conoscenza e perchè questo luogo divenga non solo una fonte a cui attingere ma un luogo di scambio e di arricchimento reciproco per tutti coloro che lo desiderano.”
La giovane aprì le porte della Biblioteca, rimaste chiuse dalla ricostruzione successiva alla guerra, e ripose la chiave d'oro in una teca, poiché da quel momento non vi sarebbero state più porte chiuse per coloro che avessero desiderato usufruire del sapere contenuto nella struttura.



Fu poi la volta della premiazione del concorso letterario “di Gloria ed Immortalità”.
Molteplici furono le opere presentate, e ardua la scelta del vincitore. Fu così nella sorpresa generale che furono chiamati a ritirare il premio non uno ma due partecipanti: Fengar TestaPiatta, Got Ankor di Kard, con l'opera “La Maledizione”, incentrata sulla figura del Nono Morgat della Gemma, Tarja Giramondo, e Lontay'Losse Turundumelion, Silme di Ondolinde, con l'opera “La Dama Bianca, i Falò senza Luce ed il Destino”.
L'elfo alto e lo djaredin si fecero avanti, e vi fu uno scambio di parole cortesi che allietò l'animo dei presenti. La diffidenza e l'incomprensione furono accantonate, e per una sera l'amore comune per la conoscenza fu il vincolo che permise di dimenticare ogni ostilità.



In ultimo, venne fatta menzione di un'altra opera, anch'essa meritevole di un premio: 'L'impresa eccezionale', di Wayle Farn, per l'originalità e l'insegnamento in essa contenuti.



Con la chiusura della cerimonia ebbe inizio il secondo evento della serata, la Staffetta 'Corri, Mangia, Suona!', coordinata da Lady Marianne Heaney, nelle vesti del Primo Giudice della gara.
Sulla spiaggia, alla risplendente luce del grande Faro, un imponente campo era stato allestito per il gioco, e Lady Heaney, insieme agli altri tre giudici, Ederwin, Kalhan e Igramas, diede il VIA d'inizio alla competizione.



Tre squadre per volta dovevano fronteggiarsi in una serie di sfide, e ogni componente della squadra, composta da tre membri ciascuna, doveva affrontare una fase diversa del percorso.
Nella prima fase, Corri!, il compito era quello di trascinare più velocemente possibile una pesantissima cassa attraverso un percorso intricato, reso più complesso da ostacoli da superare, cancelletti chiusi a chiave e animali da cortile, per poter consegnare il testimone al compagno di squadra.



Nella seconda, Mangia!, i concorrenti dovevano bere un'intera bottiglia di vino rosso, dopodichè, con la lucidità rimasta, era richiesto loro di impilare una serie di torte seguendo un ordine prestabilito in base al colore, e infine, senza farle cadere, mangiarle voracemente, per poi consegnare a loro volta il testimone al terzo compagno di squadra.



Infine, per l'ultima fase della Staffetta, Suona!, i partecipanti dovevano frugare tra quattro cofanetti, pieni di cianfrusaglie e di chiavi fasulle, in cerca di quella giusta che avrebbe aperto il cofanetto azzurro per entrare così in possesso della trombetta che avrebbe decretato il vincitore del turno.



Le due squadre risultate vincitrici dalle due manche furono quella dei Raminghi, composta da Rubina, Kider e EcoArmonioso, e quella mista di Hammin e Rotinrim, formata da Alyssae, Valiant Finlaure e Sirfrid Miharan.
I componenti dei due gruppi si confrontarono quindi nelle tre domande dello spareggio.



Entrambe le squadre conquistarono un punto nelle prime due domande, così che la terza e ultima divenne quella decisiva. La velocità di Alyssae, forte anche della sua conoscenza dei territori delle Westlands, ebbe la meglio su Rubina, che era tuttavia ancora provata dal troppo vino e dalla grande mangiata. La risposta alla domanda su una delle isole del Regno, Vittoria, fu l'affermazione stessa del trionfo della squadra di Alyssae, Sirfrid e Valiant.





Terminata la contesa, gli ospiti poterono deliziarsi con il rinfresco offerto dagli osti Areyn Daeghan e Ian De Graaf, dell'Aquila dei Mari, la locanda di punta della Capitale.



Quella sera, tra i tanti ospiti, ve ne furono alcuni più inattesi, e silenti, di altri. E oltre ai tanti libri custoditi nella Biblioteca, altri furono offerti agli occhi dei visitatori. Delle tante parole di letizia dette, altre, grevi, furono lasciate, per esser colte come fiori sanguigni.
Un'ombra che fu riposta in un angolo della mente solo per qualche momento, e che fin dalle prime ore del giorno seguente sarebbe divenuta motivo di riflessione, ma che non riuscì a guastare quello che fu un giorno di comunione e di luminosa distanza da quelle che erano le tante ombre annidate su Ardania.

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