[OND] Commemorazione: Esodo dei Quenya e Turma
Scritto da : Lontay'losse in data : 09/04/2014 15:36:01

I Silala ~ 29 Súlimë, Quarantesima parte della Ventunesima fioritura del Tùlip.

I giorni più attesi da tutta la Collettività Calaquendir finalmente giunsero: tra le vie d’Ondo-losse si commemorava la fondazione d’I Silala e la dipartita del Fondatore e Primo Aran Finwerin degli Eldamar, Aran degli Arani, Grande tra i Grandi.

Nella prima delle tre serate di commemorazione, Quenya e Sindar si unirono rievocando la divisione delle due stirpi, quando Finwerin guidò gli Alti verso quella che sarebbe diventata la Celata Valle.
L’Alleanza si riunì in silenzio presso la Tomba di Arabella, amata Bereth i Nuir, scomparsa a causa dei Moriquendir. Un lume s’accese nelle mani degli elfi riuniti, così come vennero impugnate nodose staffe dalle nervature dorate, dono della Càlen.
Il primo a parlare fu Naya della Càlen, Toged del Rim en’Draug, che cominciò a cantare il Cantico d’Antica Foresta, un’arcaica poesia dedicata alla scomparsa della Regina dei Grigi: accompagnato dalla musica delle Cantrici elfiche Velya dei Lòteluin, Aerystea Lòmelinde e Miriel en’Uriel, egli ricordò la bella regina, commuovendo ed emozionando i presenti che si uniron a lui nel lamento.

"...l’Ombra Scura me la portò via in un dì di Apritore
spegnendo per sempre del suo cuore il calore.
La piansero il cervo, l’aquila e il lupo,
la pianse la quercia, ed il salice dal lamento cupo..."




Il passo fu lento e silente mentre gli Eldar avanzarono verso I Silala, successiva tappa del pellegrinaggio. I lumi accesi accompagnavano la camminata degli Elfi nella sera, mentre un canto senza parole si propagava per i boschi e riverberava sulle fronte, che smosse dal vento si unirono alla nenìa.
Gli Elfi si fermarono poi all’effige dell’Aran Finwerin en’Eldamar, Fondatore e Primo Condottiero d’I Silala, guida del popolo Quenya, che si ergeva proprio innanzi al vero ingresso alla Città.
Prese parola Seregon Fininwer, Sinde en’Silala e fu Alka Furion: egli ricordò come il primo Ordine ufficiale creato dall’Aran fu proprio la Bianca Armata e di come la stessa viva il ricordo dell’Antico Aran, segua i suoi primi dettami e difenda il legame indissolubile tra gli Eldar e la loro Terra.



La processione proseguì, lenta ed accompagnata da nenìe funebri. La notte profonda era rischiarata dai lumi impugnati dagli Elfi, mentre raggiunsero la Sorgente d’Aguardar, curata dall’Antico Ordine delle Madri.
Seguita da tutti gli Eldar, Velya dei Lòteluin cominciò a cantare una nenia solenne che si sparse per tutta la Valle Celata: ella parlò del Bianco Cigno, segno dell’Amille Valarion ar i Eldarion, che indicò a Finwerin ove fermare il suo peregrinare, che indicò a Finwerin ove gettare le nuove basi dell’Alta Stirpe.
Gli Elfi poi posarono i lumini sul lago, lasciando che illuminassero il centro dello stesso, sapendo che, dalle Sacre Fronde, l’Aran degli Arani li osservava e proteggeva.

"...si osservano le quiete lanterne
come fluente fiume in piena, torcersi,
in codesto luogo di silente bruma
ove le stelle discendon dei fianchi di un monte
lo sperduto confine..."



Fu poi raggiunta la successiva e finale tappa del cammino: l’Arena s’aprì innanzi agli Eldar, mostrandosi in una veste tutta nuova: quattro torce trovavan posto ai quattro punti cardinali; uno scudo decorato invece, era al centro.
Un’antica tradizione trovava nuova vita quella notte: da alcuni manoscritti, dimenticati dai tempi dei Falò Senza Luce, Estele dei Far’marille riportò alla luce Tradizione e Storia: nell’epoca che divise lo scontro contro i Ghauna e la Guerra dei 100 anni, gli Eldar senza Re dovettero affrontare un periodo di disordini e, incredibilmente, caos. Fu sotto l’illuminato governo di Aredhel che uno storico, Tariel Aicànaro, riscopri casualmente il Tribunale “ya Turma”, dello Scudo, organo utilizzato nelle contese tra Stirpi.



I Calaquendir riportarono dunque in auge tale antica Tradizione ginnica. Notevoli furon le disfide, i colpi ed i virtuosismi scambiati con gioioso agonismo tra i protagonisti in campo, incitati dal pubblico che, per una sera, scordò d’esser formato dai pacati Eldar e s’accese della Vampa di Suldanas.
Si unirono ai Quenya i fratelli Sindar che fecero ben valere le lunghe leve e la vita nei Boscosi Reami: vinsero infatti la grande disfida Felandul e Miriel, coppia affiatata che ben si comportò sul terreno dell’Arena.



La serata terminò tra la gioia degli Elfi riuniti, in dolce Armonia della Madre Beltaine, e con il nero della notte che combatteva strenuamente con le Luci d’I Silala, le due Stirpi trovaron dolce riposo nell’abbraccio del sonno.

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