[OND] Commemorazione: Veglia per Finwerin
Scritto da : Lontay'losse in data : 12/05/2014 23:06:09

I Silala ~ 30 Súlimë, Quarantesima parte della Ventunesima fioritura del Tùlip.

Seconda giornata della Commemorazione dell’Aran degli Arani Finwerin en’Eldamar e della Fondazione di Ondolinde.

Per tutta la giornata, dal sorgere d’Aguardar al calar della notte, nessun Elda mise mano agli attrezzi d’artigianato o si dedicò alla caccia: l’intero ciclo fu dedicato alla memoria di Finwerin, con la Collettività tutta che, nei Templi, dedicò lunghe preghiere al Primo Aran.
Quella sera, Makindur Eldamar, figlio di Finwerin, si unì alla processione dei Calaquendi: il possente guerriero, baciato in egual modo da tutti i Valàr, guidò in silenzio la processione che si fermò alla statua del padre.
A prender parola per prima fu Aerystea Lòmelinde, Silme en’Silala e Cantrice dell’Ondo-losse: ella recitò un piccolo sonetto dedicato all’Antico Aran, riempiendo l’aere di note e carezzando gli orecchi degli Elfi lì riuniti con la melodiosa voce.

“…alla guida degli Alti custodi degli antichi sentieri vi era Finwerin Eldamar, vestito di possenti cotte
Giunto in una gelida radura, affidò il fato dell'impresa al librar delle ali di un cigno lucente
Che lo condusse il frammento di Ninque Alda prese a metter germogli a frotte
e attorno alle sue fronde Finwerin eresse la città dalle bianche pietre sonore, Ondolinde la Splendente…”



Toccò poi all’Aran parlare ai suoi sudditi. La sua voce, piena e corposa, non conosceva però l’inflessione dell’emozione: cinto in una possente armatura di scaglie di dragone, la bianca corona che fu di suo padre tempo e tempo fà a costringergli i lunghi capelli corvini, egli parlò ai Calaquendir con il cuore in mano, chiedendo loro di non piangere al ricordo del Primo Aran ma invece di onorarne sempre la memoria.



La processione, da cui scaturivano alcune nenie lente e dolci in egual modo, proseguì poi verso Tulip, con l’Aran che precedette tutti per poi ritirarsi nella Sala dei Sospiri.
Elendur, Ankalistar e Turnar Anwa en’Silala, chiamò a sé l’attenzione dei Calaquendi, spiegando come le parole dell’Aran fossero cariche di Verità e Saggezza. Dopo che tutti ebbero dedicato una preghiera alla fonte primigenia del tutto, egli chiamò Lòntay’Lòsse Turundumelion, Tar’Calion en’Silala, alla parola.
Il giovane elfo avanzò, con passo delicato, ed egli ricordò a tutti i tòronin le storie e le leggende che, sin da piccoli, gli Eldar imparano dai loro tùra: il Sacro Canto altro non è che il lieto frusciare delle Luminose Fronde, è una canzone serena e bellissima, è un momento di comunione, con l’Elfo che, finalmente, torna da dove è nato, al cospetto dei Valàr.



Prese di nuovo parola il Turnar Anwa ed egli rimarcò il discorso del Tar’Calion e dell’Aran: non limitarsi a ricordare semplicemente il Primo Aran en’Silala, ma bensì un Elda devoto e degno d’esser ricordato con tutti gli onori; colui che donò una casa alla propria Stirpe; un Elda sempre cinto di gloria e successi, saggezza e bontà di cuore, che guidò in maniera illuminata la sua Gente, regalando lunghi periodi di benessere e pace.



Ed i Calaquendi ascoltarono le parole dell’Aran, del Bianco Conciliare e del giovane Sacerdote: si riuniron nel Bosco Antico, ancora arredato dal Galalaitalë. Numerose vivande prendevan posto sui tavoli in legno lunare e gli strumenti di superba fattura rilucevano di rugiada.
Aerystea cominciò a riempir il Bosco di note, dedicate all’Aran, accompagnata da Lòntay’Lòsse.



Il Bosco Antico rimase illuminato dalle lanterne ancora a lungo, con i Calaquendi che, vegliando per tutta la notte, avrebbero ricordato il loro Primo Aran, in attesa dell’evento del giorno seguente.

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