[OND] Commemorazione: Yenearsira, della Rinascita
Scritto da : Lontay'losse in data : 21/05/2014 02:41:42

I Silala - 1 Viressë, Quarantesima parte della Ventunesima fioritura del Tùlip.

L’ultima serata delle tre di celebrazione in ricordo del Primo Aran Finwerin era finalmente giunta, ed i Calaquendi si prepararono non senza potenti emozioni all’evento.

Guidati dal Càle Silmo e Minya Aiwe Velya dei Lòteluin, i Calaquendi cavalcarono verso la Valle dei Valàr, nelle terre dei Ghauna ad occidente del Doriath.
Ella qui raccontò di come, nelle leggende, si dice che se il Cigno Bianco non avesse indicato l’attuale Valle Celata a Finwerin, il saggio Elda avrebbe guidato lì il suo popolo affinché potesse stanziarvicisi.



La Bianca Conciliare chiese poi a tutti di abbandonare la paura e le protezioni poste a difesa, affinché potessero riunirsi in totale comunione con la natura e con il Creato che li circondava; affinché potessero abbracciare in pieno l’Armonia che l’Amille Valarion loro regalava.



Con passo lento guidò i presenti verso il centro della Valle, ove un antichissimo albero, dalle dimensioni incredibili, troneggiava: nel ricordo della Fondazione di Ondolinde, Velya Lòteluin prese a danzare, leggiadra e cortese, circondata dai Calaquendi; e muoveva il manto, come fosse ala di cigno; e salmodiava un canto senza parole, volteggiando tra l’erbe ed i fiori.
Nel frattempo, Lòntay’Lòsse Turundumelion, Tar’Calion en’Silala, e Fanie Miriel, Voce dell’Aran Tumno, cominciarono a smuovere delicatamente la terra mentre, come fosse metafora del passato, piantarono semi di fiori e di pesco.
Velya Lòteluin poi invocò a gran voce i favori di Beltaine, che guardava sorridente il suo popolo: i piccoli semi ed i germogli, infatti, sembrarono rinvigoriti dalle parole della giovane Elfa, e sembrarono quasi pronti alla coltura, nonostante fossero stati piantati qualche istante prima.



Prese poi parola il giovane Tar’Calion e raccontò ai tòronin della creazione di Ondolinde, ricettacolo di Armonia e Perfezione. E tanto stupendo fu il dipinto di Beltaine, che Morrigan stessa se innamorò: ricamò dunque un cielo colmo di fulgide stelle e decise che nessun impuro, che nessun cuore non degno, avrebbe varcato le Bianche Soglie e portato disarmonia in quel luogo tanto caro alla Valie Madre. Ed Ella così tesse un incanto protettivo intorno alla Valle, celandola agli sguardi degli Empi e dei disonorevoli.
A quelle parole, il Turnar Anwa Elendur e l’Alta-Istar Satras, potenti tra gli Istari della Silala, lanciarono un incanto simile sul gruppo, rievocando il grande Dono di Elentari Morrigan.



I Calaquendi si spostarono dunque verso le sorgenti della Valle, ove scorreva una delle acque più pure di tutto il Doriath, sorgente ch’era curata dalle Ninfe del Sempre Saggio.
Ivi prese parola dunque Fanie dei Miriel, sangue Telerin nelle di lei vene, ed araldo di Earlann Re del Profondo: ella ricordò di come l’acqua fosse fonte primigenia di vita, e di come Beltaine avesse insegnato al figlio prediletto come usarla per portare benessere e prosperità al popolo Elfico e di come, tramite la pioggia, Terra e Cielo, Madre e Figlio, si abbracciassero per donare Armonia e Pace al Doriath ed alle sue genti.



E fu quindi nuovamente Velya dei Lòteluin a prender parola, rimarcando il ricordo della creazione di Ondolinde e della Stirpe Prediletta. Ella benedì con le sacre acque della sorgente tutti gli Eldar presenti, invitandoli a risorgere dalla primaria fonte di Vita come l’acqua.
Ma soprattutto uno degli Eldar era chiamato ad indossare nuove vesti: con gesti lenti, ella si avvicinò a Nathaldien Fininwer, Sinde en’Silala; versando l’acqua pura sul capo di lui, ora inginocchiato con devozione, lo invitò a rialzarsi ed a rinascere, non più quale Sinde ma quale Primo della Via dell’Argento: un nuovo fodero, bianco come i Marmi d’Ondo-losse, trovava infatti spazio sulle spalle di lui, con inciso in lettere Quenya il nuovo grado.



In quanto nuovo Minya Sinde, dunque, Nathaldien Fininwer decise di guidare in una Fàra Aer i suoi concittadini, guidandoli negli antri dei Ghauna, da tempi immemori nemici dell’Alta Stirpe. La battaglia fu lunga e cruenta, ma i Quenya non subiron mai le stesse ferite subite dagli orridi nemici, i quali non poteron far altro che piegarsi alla Stirpe della città di Beltaine.



I Calaquendi tornaron dunque ai Bianchi Marmi, innanzi a Tulip, ove tutto ebbe inizio. Ed ancora una volta ringraziarono i Valàr per tutti i Doni a loro elargiti.

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