[OND] Giorno di Suldanas
Scritto da : Velya Loteluin in data : 24/05/2014 23:39:25





AN SULDANAS!


Il tempo si avvicinava… la Vendetta del dio Suldanas andava, ancora una volta, celebrata, consumata, glorificata. La stirpe di Ondolinde si preparava a compiere quel rituale che sfociava poi nella caccia sacra, la Fara Aer, invocando il Giorno di Suldanas, il Meryalë, chiamando a sé anche gli Alleati e fratelli di Tiond. Come da sempre… come la Tradizione voleva.

Era il mese di Víressë e i Giardini dell’Arena nuova ospitarono le parole dei Mistici di Ondolinde: Lontay’losse dell’Ordine del Sole e Velya Lotéluin, Primo Falco e ancella della Tàri Beltaine. Radunati intorno ai simboli del rosso Suldanas, dei fiori e degli archi, gli elfi vennero chiamati ad indossare il solo colore del Padre arciere, senza insegne o gradi, affinché il grande simbolo di unione si manifestasse nell’esercito dei Vendicatori. Non Elfi ma un unico solo arco teso verso la stirpe dei Terathan!



Le rosse faretre con i simboli di Suldanas brillavano sul petto di elfi ed elfe che, solcando i mari e vagando per paludi e boschi, raggiunsero uno degli ingressi degli anfratti ove i servitori di Kelthra nidificano con le loro velenose tele.
Lì, sotto lo sguardo dei messi dei Valar, il favorito di Suldanas della stirpe dei Grigi Sindar, Ardean, benedisse gli archi e le frecce e rammentò i simboli del Dio Cacciatore onorati a Tiond.



Concluse le preghiere, riaperti gli occhi, le due stirpi si mossero all’unisono nel buio delle caverne dominate da ripugnanti Vendicatrici Terathan, guardie e i maschi drone della specie. Alti erano i canti solenni alla Dea Madre Beltaine, perché la Luce potesse giungere fino a quel profondo varco, devote le invocazioni a Suldanas e profondi i pensieri spirituali verso i Valar figli Earlann e Morrigan.
Gli elfi si fecero strada verso il centro del covo dove lei, la Matriarca, servita e protetta dalla sua stessa progenie, era a guardia delle uova deposte. Era quella la preda finale della Vendetta dedicata a Suldanas, quello il luogo orribile e velenoso dove Ondolinde e Tiond consumarono il loro rituale al Primo Cacciatore.



Rumore di armi, urla, canti, clangore, ogni arte contro la telepatica comunicazione della Matriarca verso i figli che, accorrendo cercavano di portare morte e cibarsi del nemico, senza però aver la meglio.
Una era stata uccisa, una progenie sterminata prima ancora che le uova si potessero dischiudere del tutto. Ma gli Alti sapevano che altra Madre velenosa sarebbe stata ricondotta da Kelthra e dunque, un'altra Fara Aer sarebbe stata necessaria. Nel nome di Suldanas.

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