
24 Lótessë della Quarantesima Parte della Ventunesima Fioritura.
L’arte manifatturiera dei Calaquendi s’accresceva ogni ciclo solare: giovani fabbri diventavano esperti, mastri sarti e conciatori raggiungevan una maturità ancora più elevata e così gli alchimisti ed i carpentieri, per far fiorire la già fiorente arte dei Quenya di Ondolinde.
Per questo, Ondolinde decise di celebrare nel mese di Lotessë la Festa del Curulinda, la giornata dedicata agli Artigiani e dal creatore di ogni arte, l’Aran Tumno Earlann.

I Calaquendi ed i loro ospiti si riunirono presso gli adornati giardini della Silala: numerosi attrezzi eran posati al suolo e l’aulire dei fiori li circondava, rasserenando i cuori e gli animi dei presenti.
Il primo a prendere la parola fu Lòntay’Lòsse Turundumelion, giovane Tar’Calion e sacerdote di Ondolinde: egli raccontò ai presenti la nascita della Musica, di come le Figlie di Earlann tentarono di curare il Suo cuore ferito, come un tempo raccontarono a lui. Egli ricordò inoltre come proprio Earlann, con i suoi precetti, spinge verso la ricerca della Perfezione, attraverso il Lavoro, la Dedizione e l’Impegno; ed ogni volta che un artigiano crea con le sue mani un qualcosa di bello e di perfetto, egli innalza una preghiera alla gloria dell’Oio Saila.

Ai presenti venne detto di spostare il loro sguardo ad Est, sulla Fontana di Earlann. Sulla stessa, circondati di zampilli d’acqua e dal sonoro ma dolce scrosciare della stessa, il Bianco Conciliare Velya dei Lòteluin, il Tar’Calion Lòntay’Lòsse Turundumelion e la Silme Aerystea dei Lòmelinde, celebrarono l’Illume Saila con il dono delle sue Figlie: attraverso la musica.
Dolci note furono suonate, e le corde dell’arpe con maestria pizzicate, mentre Lòntay’Lòsse ed Aerystea accompagnavano con la loro abilità il delizioso canto di Velya.
“…Egli ha il potere dell'Acqua
la forza dei Venti
la saggezza della Musica
e infatti di lui canteranno le foglie
e quando avverrà ogni Elda non avrà fame.
Di Armonia ciberà l'animo
cullato tra le bianche braccia del mare…”
I presenti tutti si commossero al Canto dedicato al Signore del Mare, primi tra tutti coloro che sentiron d’aver avuto l’onore di accompagnare con la propria Arte tale splendida composizione.

Dopo il Canto, tutti si spostarono verso la Nuova Armeria e Museo Militare di Ondolinde. In questa occasione venne presentato alla Collettività il nuovo Mastro Fabbro della Forgia Celeste di Ondolinde: Minaythnir dei Lòteluin, Menelmacar dell’Armata Splendente e Campione del Secondo Torneo del Fuoco Devastante Aicànaro, con Costanza e Dedizione, riuscì a far sue tutte le tecniche che l’Antica Meraviglia dei Padri, una Forgia Celeste che assorbe la luce che la circonda, richiede per essere utilizzata al meglio.

L’Armeria ed il Museo Militare venne poi aperto agli ospiti: nelle sue sale, numerosi artefatti e manufatti trovavan posto. Non solo però cimeli elfici, ma anche prove delle battaglie per la difesa del Doriath, con prodotti della forgia dei Clan Barbari del Nord oppure dell’antica manifattura nanica.
Anche I Càlen volle partecipare attivamente alla celebrazione ed ai festeggiamenti per il Mastro Fabbro: numerosi doni furon portati dalla Verde Tiond, in suo onore, passando per le mani del Toged Draug en’Càlen Naya ed i suoi tòronin.
Grande commozione e grande gioia trovò posto sui volti dei presenti, stretti insieme in Armonica Comunione.

Earlann però non smise di ispirare i Calaquendi, nella sera a Lui dedicata: una volta che tutti si furon accomodati fuori dall’Armeria, prese la parola la Silme Aerystea Lòmelinde, con un’ode agli Artigiani tutti.
“…All'artigiano è concesso di interrompere il corso del tempo inesorabile
E di dimostrare ai suoi Tòronin di cosa egli sia abile.
Egli estrae l'essenza dal mondo e ne prolunga la vita,
Con opere raffinate e dalla pregevolezza inaudita.
L'Artigiano interrompe il normale processo di corruzione,
rispettando l'origine ed elevandola a creazione…”

Fu poi la volta della parte finale della serata: una grande estrazione della miglior Arte manifatturiera Quenya. Lòntay’Lòsse, aiutato dalla Mellon en’Silala Rubina, estrasse numerosi e preziosissimi doni, come armature in piastre totalmente eccezionali del Mastro Fabbro, cotte di pellame totalmente eccezionali del Gran Mastro Sarto, ma anche misture alchemiche, fragranze, imbarcazioni, pellame e legname.

La fortuna toccò più di uno dei presenti, e tanta fu la gioia e l’Armonia in quell’occasione. Con Nut splendente in cielo, circondata dalle fulgide stelle, la serata terminò tra lievi risate e la Serenità che sempre pervade le notti degli Eldar e dei loro amici.
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