[OdQ] Belthane 279, Inizia l'Estate
Scritto da : Sylenthia Nubi in data : 05/05/2015 11:24:22

Il giovane intento alla cura di un campo
vide un fringuello condotto al suo fianco
dall'ali d'un tiepido soffio di vento
voce d'un nuovo giro del cerchio.

Rapito lo sguardo dal volo incantato
lo vide planare poco lontano
sopra ad un tronco affacciato sul lago
di fronte alle Braci del Fuoco Eterno.

Lasciato cadere il pensante attrezzo
con fare deciso mosse il suo passo
giunse al Rifugio fremendo di gioia:
“E' giunto Fratelli l'atteso momento!”

Con cura e dedizione si erano preparati alla celebrazione di Belthane,
evento il cui significato, in quell'occasione, andava ben oltre ciò che voleva la tradizione.
Tanto gli Anziani membri dell'Ordine, quanto i giovani Germogli della Quercia,
vedevano nella riuscita di quel rito propiziatorio la conferma del processo di Rinascita
cui con grandi sforzi si erano dedicati instancabilmente.

Il messaggio che avevano sparso per i continenti pareva essere ai loro occhi
chiaro e semplice, sincero nei suoi intenti e nel suo scopo.
Eppure temevano che gli indaffarati Popoli Ardani non cogliessero l'importanza di quel momento.
Rimasero in attesa presso la baita druidica delle Selvagge Terre, domandandosi l'uno con l'altro, a più riprese:
“Risponderanno alla chiamata?”

Risposero! Dalla Celata Valle alla Perla del Doriath,
dalla Splendida alla Confraternita dell'Alba,
dalle Isole ai Deserti,
dai bui cunicoli scavati nella roccia
ai più sperduti sentieri che attraversano Arda.
Genti d'ogni Razza e d'ogni Credo, raggiunsero i Druidi per assistere alla cerimonia:
taluni per ammirazione e rispetto, altri per semplice curiosità.
Poco importava questo ai Fratelli.
Unire le voci ed i cuori dei Frutti di Ella in un unico corale Canto,
anche solo per una sera, era ciò che desideravano.
Ora, la celebrazione poteva avere inizio.




“Benvenuti popoli di Arda, Tòronin e Sèlerin, fratelli e sorelle,
in questo giorno gioioso e di festa.
Questa sera riaccenderemo il fuoco, non solo quello di fronte ai nostri occhi
ma specialmente quello nel profondo dei nostri cuori.
Portiamo questa fiamma ai nostri cari e lasciamo che sia la luce che illumini
il nostro sentiero di vita, in questo mondo pieno di insidie e difficoltà.
Il suo calore dissiperà i dubbi e ci donerà forza per compiere il nostro viaggio.
L'ordine della quercia vi chiede, questa sera, non solo di abbandonare
le vostre dispute e avversità ma di essere disposti a percepire qualcosa di più profondo che sta in voi e intorno a voi.
Leviamoci perciò ogni forma di calzatura e lasciamo che il contatto con la terra, con la Sua Essenza, ci guidi in questa serata.
Se acconsentite a questa richiesta,
siate i benvenuti in questo rito di prosperità e fertilità che ci accompagnerà per tutto l'anno.”




“Sin da tempi che solo i più Antichi fra gli Antichi ricordano,
Membri dell'Ordine della Quercia, i cui nomi sono andati perduti nei grovigli della storia dei Popoli di Arda,
hanno custodito instancabilmente le fiamme del Sacro Fuoco.
Nell'interminabile movimento ciclico della vita che di anno in anno
si rinnova attraverso lo sbocciare dei nuovi germogli e la riproduzione degli animali,
un fulcro ben saldo persiste tenacemente, rimembrando a tutti noi, che siamo semplici spettatori,
come sia la vita lo scopo che muove il tutto, l'obiettivo per cui il cerchio ha preso forma.
Questo Fulcro per noi Drudjah è qui rappresentato dal Sacro Fuoco.
Esso è la vita stessa, la fiamma che sopravvive allo scorrere del tempo,
il simbolo della rinascita che, questa sera, siamo qui per ravvivare.”

“Capita sovente che coloro i quali vengano ad assistere alla cerimonia,
portino con se piccoli doni da affidare alle fiamme.
È di buon auspicio infatti far si che qualcosa di rappresentativo
arda nel focolare, come se ciò che simboleggia entri a far parte delle braci stesse,
persistendo nel tempo e perdurando allo scorrere dei giorni.
Si tratti di un fiore appartenente alla regione natale,
il lembo di stoffa della veste d'una persona cara,
un pugno di sabbia o una manciata di pietre sopra cui siamo soliti posare i nostri pedi;
si tratti di un oggetto, legato ad un prezioso ricordo,
o di un semplice omaggio per il Sacro Fuoco,
lasciate che cada sopra le braci, lasciate che venga cullato
dal caldo abbraccio e custodito nel Fulcro del Cerchio.”




Molti rimasero in disparte, osservando da lontano il compiersi della cerimonia.
Molti altri invece raccolsero l'invito dei Druidi consegnando alle Braci il dono che avevano portato.
Dopo aver composto una catasta di tredici differenti tipi di legno, i seguaci di Ella
si riunirono in cerchio di fronte a questa, chiusero gli occhi solennemente
e le loro voci si intrecciarono fino a divenire una sola:

“Un corpo per vivere, una mente per comprendere, un animo per amare.
Tutto questo ci hai dato. Lascia che questa fiamma bruci per sempre,
come viva testimonianza di vita, di ciò che ci hai donato,
ne saremo i guardiani, lasciaci accogliere i tuoi doni
e noi stessi lo saremo per chi ne abbisognerà.”




Le Fiamme si levarono alte illuminando intensamente i volti di tutti i presenti.
Il voto di custodia del Sacro Fuoco, che da secoli ormai apparteneva all'Ordine, era stato rinnovato.




“Non abbiate paura d'attraversare queste fiamme.
Come i leggendari spiriti del fuoco rinascono dalle proprie ceneri,
anche noi spiritualmente, cediamo il passo, a un nostro nuovo Io,
più forte e vigoroso del precedente, pronto ad una nuova annata.
Non temiamo i cambiamenti. Lasciamoci accompagnare in questo viaggio,
dolcemente dal Tutto, affinché i nostri passi futuri, possano essere benedetti da qualcosa di più,
che vada oltre la nostra comprensione. Non dimentichiamoci dei nostri amici,
sempre pronti ad aiutarci, coi loro frutti. Anch'essi parteciperanno con noi al nostro viaggio
e la loro gioia per questo, vi donerà molto di più. Venite fratelli.”




Terminato il tradizionale Salto del Fuoco gli ospiti ricevettero un ultimo dono:
piccole manciate di braci e cenere, adeguatamente stemperate,
vennero versate in otri colmi d'acqua e distribuite tra i presenti.

“Questi otri non contengono più solo ciò che è stato, ma ciò che diventerà.
Il fuoco ha reso fertile il nostro passato aprendoci una strada per il futuro.
Cospargete queste ceneri sui vostri campi per rendere ricchi i vostri raccolti.
Prendete ispirazione da ciò per rendere fertili le vostre vite e quelle altrui.
Lasciamoci accompagnare da una danza interminabile di vita, che riempie di colori
le sfumature della nostra esistenza e di dolce fragranza, il nostro animo profondo.”

“Prima di concludere questa serata Fratelli un dono per noi tutti resta da ammirare,
qualcosa che giunge fino a qui dalle più nascoste profondità della terra.
Qualcosa che è frutto dell'ingegno e dell'inventiva del popolo Djaredin.”

“Da Nuran Kar giungiamo come giunchi al vento
ma presto o tardi tramuteremo questo sentimento
ora pero' mani sull'orecchie e nasi all'insu
e guardate il cielo che presto non sara' solo tinto di blu!”




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