[OdQ] Il Nuovo Patto
Scritto da : Sylenthia Nubi in data : 03/08/2015 00:44:11

Un intenso fremito, dissero alcuni. Una scossa violenta altri.
Il risveglio dopo una notte di tetri incubi, il tormento dell'animo, un oscuro presentimento accomunò molti di loro.
Ma la vera paura ed il profondo smarrimento colsero i loro cuori solo in seguito,
quando tentarono di compiere gli usuali gesti senza riuscirci.

Guidati dall'incontrollato bisogno di comprendere si riunirono attorno al fuoco e cercarono,
nelle parole l'uno dell'altro, il giusto percorso che avrebbero dovuto intraprendere.
E quando finalmente la decisione fu presa, Aguardar era ormai sorto e tramontato innumerevoli volte.
Avrebbero attraversato Arda tutta e visitato luoghi di pace ed armonia dove, i patti di comunione e fratellanza,
gli antichi legami che li avevano uniti ad ogni terra e ad ogni creatura figlia di Ella, sarebbero stati rinnovati.
Se fossero riusciti a ristabilire quei singoli legami, forse, il grande abbraccio dell'Essenza sarebbe tornato vigoroso.

Il Primo passo fu compiuto nei territori del continente Elfico, nella Valle delle Ninfe
e sotto lo sguardo attento ed incuriosito degli Eldar della Celata.





Da questo luogo di pace e serenità, fratelli miei, desidero germogli il percorso che noi tutti speriamo
possa consentirci di ritrovare la piena sintonia con l'Essenza. Allart ha portato alla luce, nella ricerca compiuta di recente,
importanti conoscenze che ancora mancavano all'Ordine. Ma questa sera tralasceremo nostro malgrado questo argomento
perchè una questione più importante deve essere risolta.
Siamo qui, infatti, per stringere un legame con questa Valle così ricca della forza degli Spiriti dei boschi Eldarin,
per trovare consigli preziosi nelle parole pregne della saggezza che solo creature amorevolmente abbracciate ad Ella posseggono.
Sediamo attorno alle rive di questo stagno, ora e lasciamo che attimi di contemplazione
ci consentano di percepire il fluire dell'Essenza che regge l'equilibrio di questa valle.





Per lunghi istanti rimasero fermi in contemplazione.
Con loro grande stupore, quando riaprirono gli occhi si accorsero che le Ninfe della Valle li stavano guardando con interesse e curiosità.
Si affrettarono dunque a compiere la cerimonia che avevano studiato per l'occasione.
Approntarono una piccola catasta di rametti secchi e vi poggiarono alla sommità quel simbolo
che per loro rappresentava il Doriath tutto, quel dono offerto dagli Elfi stessi.

Che sia il gesto che ci apprestiamo a compiere indissolubile voto di fraterna amicizia con gli spiriti del bosco,
eterno voto di protezione da parte dell'Ordine verso questo luogo incantato, riflesso dell'equilibrio voluto da Ella.
Non sia mai dimenticato da Drudjah alcuno che Tòronin e Sèlerin della celata hanno donato a noi questo Legno Millenario,
proveniente dalle Sacre Fronde, affinchè ci fosse possibile compiere il rituale.

Che sia la Fiamma ora, simbolo di rinascita.
Che dalle braci sorga l'indissolubile patto.
L'ardore di questa fiamma
sarà indelebile marchio nelle nostre menti
il calore del fuoco
fonderà la cera che suggellerà il patto
le braci crepitanti
nutriranno il legame che desideriamo.





Le fiamme presero velocemente a bruciare, avvolgendo quel legno Millenario in ardenti spire.
Quando queste si acquietarono, i loro occhi stupefatti rimasero a guardare i ciocchi, intatti e rilucenti:
dopo pochi istanti tuttavia, questi conflagrarono rilasciando il loro potere attorno a loro.
I Drudjah utilizzarono allora le ceneri rimaste al suolo per marchiare le loro fronti e,
posati gli occhi sulle creature che li guardavano, rivolsero a loro richiesta di parole amichevoli e consigli preziosi.

Un patto... Voi volete sugellare un patto...per cosa, giovani creature?

Sin da tempi ormai dimenticati il nostro ordine ha stretto un legame con Ardania tutta e con le creature che la abitano.
Siamo qui per rinnovare questo patto e superare un momento di instabilità che stiamo attraversando.
Percepisco insicurezza ed inganno, in questa valle ma anche buoni propositi e sincerità. Dunque la scelta.
Grandi cambiamenti hanno sconvolto il mondo, di cui un esempio è il ritorno della sacra foresta di Tiond al suo stato primordiale.
Un grande male ha colpito l'equilibrio ma nulla è stato corrotto.
Dal caos che ne è derivato, le energie si sono purificate,
vivido è il potere che ora scorre nella terra, selvaggio, primordiale, doloroso, ma non corrotto.
Ed ora voi giungete qui, per entrare in comunione con questo potere,
un potere che non inganna, come fanno invece le creature mortali.
E voi quali tali, dovete sperimentarne il dolore, prima di potervi entrare in comunione.
Chi di voi dunque, proverà se siete in grado di assorbire il dolore ma anche la purezza?
Chi di voi, far da cavia? Potreste anche morire...

Inutili furono le parole dei giovani fratelli, l'anziano Eredrik mosse un passo in avanti e si propose,
riempendo tutti loro di preoccupazione e apprensione.
La Ninfa si pose innanzi a lui e pronunciò arcane parole che mai, prima d'ora, avevano udito.
Per qualche istante nulla sembrò accadere, ma poi un fuoco etereo di abbagliante luce azzurra lo avvolse,
pulsando ardentemente. Terribili smorfie d'agonia comparvero sul suo volto, gli occhi si venarono di screziature rosso rubino
e alcuni colpi di tosse gli fecero sputare grumi di sangue.
Dopo incerti attimi di paura, il suo corpo martoriato si rilassò e con gesto consolatorio rassicurò i suoi Fratelli;
ma non era nel corpo la più grave ferita subita. Nella sua mente qualcosa si era insinuato.
Era il Dolore che attraversava Ardania tutta, il fremito che sconvolgeva l'Essenza stessa.
Quelle immagini, quelle sensazioni, lo avrebbero segnato per sempre.





Questo è un assaggio del dolore che è stato provato da chi è in maggior armonia con Ardania,
durante l'evento che ha sconvolto tutto. Il dolore ha risvegliato un potere puro,
privo di giudizio, sarà arduo comprenderlo ma vi avvicinerà al tutto.
Accettiamo dunque il vostro voto di comunione poiché avete dimostrato rispetto e pagato per gli errori di altri.

Vi prego sorella concedeteci alcune risposte che possano illuminare il nostro cammino,
aiutateci a comprendere quale sia la fonte di tale sconvolgimento,
cosa ha causato il nostro allontanamento dai legami con Arda.

Quando un potere tanto doloroso, colpisce il mondo è difficile comprendere da dove si sia generato
soprattutto per noi, che viviamo intensamente il mutamento.
Sicuramente qualcosa di molto potente, che non era qui prima. Era un potere relegato altrove.
Bisogna evolvere ed assorbire questo male che ora tace di nuovo.

Poche parole ancora concesse la loquace Ninfa ai Drudjah di Druir ed ai loro ospiti,
prima di riprendere il suo dolce passeggiare entro la sua dimora.
Nut ormai risplendeva alta nel cupo cielo estivo. Si volsero a guardare Eredrik, che tenacemente tentava di mostrarsi forte di fronte ai giovani Fratelli.
Eppure agli occhi di tutti appariva ancora scosso dall'accaduto.
Decisero di non fermarsi. Rinvigoriti dal primo passo compiuto con successo, si apprestarono a raggiungere il luogo
ove il secondo sarebbe stato fatto. Ma una sosta prima avrebbero compiuto, per prendere in custodia qualcosa di fondamentale per loro.
Sbarcarono sulla costa dell'Isola Sorella di Derit.
Ad attenderli, come concordato in precedenza, trovarono la Somma Sacerdotessa Shaelyn, ed alcuni suoi concittadini.
Assieme seguirono il sentiero che li condusse nel piccolo angolo di pace e quiete ancora riservato ai seguaci di Ella,
il luogo dove, da anni ormai, era custodita la Stele dell'Unicorno.

Questo è il luogo in cui poniamo le basi per compiere il secondo passo
sul percorso che abbiamo intrapreso. Sino dalla fondazione di Loknar, questa stele è stata il punto di riferimento
per ogni seguace di Ella che abbia abitato questi luoghi.
Appartiene alla storia ed alle tradizioni delle genti che ora, tendendoci la mano amica,
la affidano alla nostra custodia affinchè possa essere ricongiunta al luogo ed alle creature di Ella che rappresenta.
Non sia mai dimenticato questo fraterno gesto, e venga tramandato a chi seguirà nell'avvenire i nostri passi
come imprescindibile atto che ci ha permesso di affrontare gli sconvolgenti eventi di questi giorni.





Inutile ripetere le vostre parole, Nubi.
Il distaccarsi da questa stele è un atto per noi doloroso, ma che affrontiamo con serenità,
sperando di far comprendere a voi, per primi, come Loknar, per quanto si sia discostata dalle sue origini
ancora riconosca l'importanza delle risorse e dei doni che ne hanno caratterizzato la nascita.

Che non sia questo un triste addio, ma il lieto ricordo d'un necessario cambiamento,
per noi Drudjah di Ardania tutta, così come per ogni frutto che lontano da Ella muove i suoi passi.

Uniti i Drudjah ed i loro cari amici si riunirono attorno alla Stele e con attenti movimenti la sollevarono da quel piedistallo,
che a lungo la aveva sorretta, per caricarla sul compagno che ne avrebbe sorretto il peso lungo il cammino.
Ringraziarono ancora la Somma Sacerdotessa ed il Popolo di Loknar tutto, per quel fraterno gesto che aveva illuminato il loro cammino.
Poi, con decisione, imboccarono il sentiero che li avrebbe condotti alla nuova dimora della stele.
Oltre foreste infestate d'oscure presenze, oltre scoscese colline verdeggianti,
imboccarono la segreta via d'un luogo da pochi conosciuto, a molti celato.
Lungo il tragitto, l'anziano Drudjah manifestò più volte segni d'instabilità,
come se quell'immenso dolore che aveva visto e provato lo avesse portato a percepire l'irreale.

Non esistono luoghi sacri per i seguaci della madre.
Questo è uno dei primi insegnamenti che ho ricevuto dai Drudjah di Druir.
Ma esistono luoghi in cui la pace e la quiete è tale da consentire ai figli di Ella di percepire con più semplicità il fluire dell'essenza,
di vedere con chiarezza la massima espressione del perfetto equilibrio. Questo è uno di quei luoghi.
Raramente i lunghi artigli dell'avarizia Primate squarciano l'idillio di questa valle, che persiste alle ere, incontaminata e pura.
Per questo motivo il nostro secondo passo non poteva che condurci qui.
Un dono, per le materne creature che qui dimorano, un pegno che sia simbolo d'amore e riconciliazione,
questo è ciò che la stele rappresenta per noi. Un gesto agli occhi semplice forse,
ma che nel suo svolgersi si è dimostrato essere tutt'altro che scontato.
Che sia dunque poggiata la stele in quella che d'ora in avanti sarà la sua più giusta dimora.

Sopra le rocce da cui sgorgava l'acqua che dissetava quelle magnifiche creature, la Stele fu riposta con cura dai Druidi.
Uno ad uno si recarono ai suoi piedi e, chinato il capo con gesto profondo, recitarono il voto di custodia che, si auguravano,
li avrebbe legati indissolubilmente anche a quel luogo.
Poi, rimasero in attesa d'un segno.





Fu in quel momento che Eredrik prese ad urlare, colto da terrificanti visioni che tormentavano la sua mente.
Come fosse lui stesso preoccupato per la salute dell'anziano, un unicorno che poco lontano si abbeverava si fece più vicino.
Con delicatezza pose il suo corno sul petto del Drudjah e subito anelli di luce del colore simile alle spirali del fuoco etereo
si propagarono tutto attorno a loro. Quando la luce svanì, il volto dell'uomo apparve di nuovo sereno e rilassato.
Il dolore di quel pesante fardello che portava era stato lenito.
La maestosa creatura decise allora di consigliare, a modo suo, gli accoliti di Ella.
Pose il corno sul terreno, in mezzo a loro, e la solida terra prese lentamente ad ondeggiare,
modellandosi fino a creare quell'indizio che avrebbe aperto loro la strada verso il terzo passo.
Non v'era dubbio, tutti concordarono nell'interpretazione di quel segno:
un ampio vulcano era il luogo in cui si sarebbero dovuti recare.





Due giorni impiegarono a prepararsi.
Questa volta i Druidi dell'ordine della Quercia decisero di procedere da soli, Rubina solamente li avrebbe accompagnati,
lei che in tante occasioni aveva affrontato situazioni simili a quella che li aspettava.
Ben consci erano infatti di ciò che sarebbe accaduto sulle sponde di quel vulcano che tutti loro conoscevano.

Giunti ai piedi della grande montagna, tentarono d'infondersi l'un l'altro coraggio.
Da quando tutto era cominciato non avevano più avuto modo d'interagire con i loro secolari Fratelli
e non potevano essere certi di quale sarebbe stata la reazione di questi alla loro presenza, ora che tutto era cambiato.
Lentamente seguirono il sentiero che si inerpicava fra le aspre rocce segnate dal tempo.
Un misto di gioia e preoccupazione stringeva loro il cuore e la mente.
Se non fosse stato per l'urgenza della questione che dovevano risolvere, probabilmente,
si sarebbero concessi più tempo per vagliare ogni possibile epilogo di quell'incontro,
ma dentro di loro sapevano che fino a quando quel fondamentale legame non fosse stato rinvigorito,
vano sarebbe stato il percorso precedentemente intrapreso.

Giunti sulla sommità del vulcano, dove incandescente ribolliva un lago di lava, lo videro.
Sinuosamente avvolto su se stesso, il Grande Rosso sembrava quietamente dormire.
Ma appena si fecero avanti, scatto sulle possenti zampe e protese le fauci roventi verso di loro.
Subito i Druidi si affrettarono ad identificarsi ed a chiarire le loro intenzioni,
spiegando all'Antico quale era stato il percorso fino a quel momento compiuto.





Abbiamo intrapreso un lungo viaggio, abbiamo attraversato Ardania tutta con lo scopo di poter ritrovare il legame smarrito.
In due luoghi particolarmente importanti per gli accoliti di Ella
abbiamo celebrato rituali di comunione con la terra ed i frutti della Madre.
Abbiamo rinnovato voti di custodia e fratellanza rimettendoci al giudizio degli emissari dell'essenza.
I nostri propositi sono stati favorevolmente accolti.

Con chi vi siete ricongiunti, giovane creatura?

Con gli spiriti dei Boschi Eldarin per primi ed in seguito con gli Unicorni della Valle omonima.
Ed ora il nostro spirito ha ritrovato parte della quiete ricercata e le nostre menti
hanno potuto godere di parole di saggezza che ci hanno illuminato la via, portandoci fino alla vostra dimora.
Finalmente è giunto per noi il momento più atteso.
Ciò che nel tempo maggiormente ci ha distinto dai Drudjah di Arda,
è stato il patto stretto con la vostra stirpe ed ora che il nostro passo si è fatto più sicuro,
ora che parte del legame è stato ristabilito, siamo pronti a chiedervi consiglio,
a riproporre quel secolare patto che ci ha unito a voi.

Il vostro patto è ancora valido, Drudjah della Quercia, è il vostro legame con Ella che si è indebolito.
Arda e voi non siete più uniti come un tempo, e questo ci confonde. Avete detto che vi siete ricongiunti con gli spiriti.
Fate attenzione alle creature di spirito, la loro armonia con Arda ha fatto provare loro un dolore molto elevato.
Vi hanno fatto partecipi del loro dolore, questo vi rende privilegiati, rispetto alle normali creature poiché significa
che la loro vendetta non si scaglierà su di voi. Arda non deve temere gli spiriti come neanche voi, Drudjah prescelti,
ma non tutte le creature ne saranno salve.
Dunque, piccoli Drudjah. Voi che avete affrontato il dolore delle Ninfe e siete entrati in comunione con gli Unicorni
volete ravvivare il vostro contatto con Arda.
Ma cosa mi avete portato in dono?

Un piccolo involto venne dunque poggiato dai Druidi ai piedi del Grande rosso.

A testimonianza del nostro rinvigorito impegno è nostro desiderio celebrare un antica cerimonia,
tanto pregna di rabbia e dolore, quanto rappresentativa di ciò che gli uni possono dare agli altri.
Per molto tempo, a causa di una nostra mancanza la ricongiunzione con l'Essenza, il ritorno fra le braccia di Ella è stato rimandato.
Le spoglie dei Vostri e Nostri Fratelli sottratte dall'Ordine a primati assassini, questo è il nostro Dono.
Le affidiamo al vostro soffio affinchè possano compiere il loro ultimo viaggio.





Fu allora che che accadde qualcosa di inaspettato.
Il grande Dragone Rosso li invitò a mettersi al suo fianco e li avvolse con le maestose ali.
Quel gesto sarebbe rimasto impresso nelle loro menti per sempre.
L'Antico prese fiato gonfiando il petto e curvando verso il cielo l'enorme collo,
poi saettò con il muso verso le scaglie poggiate al suolo, ed un soffio di fuoco bollente quanto la lava del vulcano le investì.
Per lunghi istanti i Druidi rimasero come abbagliati, non dalla luce bensì dall'immenso calore sprigionato dal getto del Drago.
Quando finalmente riuscirono a guardare davanti a loro, le spoglie degli Antichi erano svanite.
Solo cenere rimaneva al suolo, ed il Grande Rosso la raccolse con la lingua ed iniziò a masticarla.
Quando ebbe finito, dalle sue fauci caddero tintinnando alcuni piccoli anelli Neri recanti l'effige dei Drudjah di Druir.





Questi anelli, fatti con le scaglie dei caduti aumentaranno il vostro contatto con Arda,
grazie al forte potere del nostro sangue. Custoditeli con cura poiché colui che lo indossa sentirà un forte legame con la mia stirpe
e da questo trarrà potere. Con quei poteri, mi aspetto che difendiate
i più giovani della mia stirpe, ancora preda di cacciatori ed avventurieri.

Dunque il terzo e più importante passo era finalmente stato compiuto.
Tornati ai piedi della montagna, indossarono quegli anelli e, colmi di gioia, poterono lasciarsi andare a sospiri di sollievo.
Eppure, il sentiero ancora non era terminato.
Non solo di Druir erano i Druidi che avevano smarrito il legame con l'Essenza,
era loro dovere nei confronti di questi Fratelli prodigarsi affinché anche loro potessero ritrovare l'abbraccio di Ella.
Solo così l'Equilibrio sarebbe stato nuovamente tutelato in ogni angolo di Arda.

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